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Vittoria del Paternò al Falcone- Borsellino nella prima partita ufficiale della stagione

I padroni di casa hanno sconfitto per 1 a 0 la Leonfortese in un match valido per l’andata del primo turno di Coppa Italia Eccellenza

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il goal vittoria di Maimone (foto Riccardo Caruso- tratta pagina ufficiale Facebook Paternò calcio) -

Inizia col piede giusto la stagione 2023/24 del Paternò del presidente Ivan Mazzamuto. I padroni di casa etnei  hanno sconfitto per 1 a 0 la Leonfortese in un match valido per l’andata del primo turno della Coppa Italia riservata alle squadre che militano nel campionato di Eccellenza. Una squadra quella rossazzurra costruita, dopo la cocente delusione della retrocessione della serie D, con l’obiettivo di recitare un ruolo di primo piano nel torneo di Eccellenza. Una partita quella giocata al Falcone- Borsellino che ha messo in evidenza buone individualità come quella di capitan Maimone, ma anche un buon collettivo che deve trovare però ancora i giusti automatismi. La cronaca.

Parte bene la Leonfortese con Maltese il cui diagonale è fuori di poco. Replica al 11’ il Paternò con Baldeh il quale dopo aver superato in dribbling 4 avversari, calcio a botta sicura ma l’estremo difensore ospite tocca la palla di quel tanto da deviarla in angolo. Al 16’ Paternò in vantaggio. Punizione rasoterra battura dalla desta a circa 20 metri dalla porta. La conclusione si insacca alle spalle del portiere ospite nonostante il tentativo disperato di un difensore di intercettare la sfera. Dopo la mezz’ora gli ospiti si fanno pericolosi con Niang il cui diagonale dalla destra è bloccato in due tempi dal portiere paternese. Allo scadere cross di Napoli, Micoli alza il pallone per De Clò che di testa sfiora l’incrocio.

La ripresa si apre  con il Paternò che sfiora il raddoppio; al 8’ De Clò calcia in buona posizione ma la palla finisce fuori di poco. Al 16’ cross dalla sinistra di De Clò colpo di testa di Baldeh, vola Callejo che devia in angolo. Ancora Paternò con De Clò che centra il palo alla destra di Callejo. Al 37’ break degli ospiti con Panvini la cui conclusione sfiora la traversa. Al 43’ Maimone per Asero il cui colpo di testa finisce fuori di poc. In pieno recupero punizione di Maimone, ma Callejo vola e devia in angolo.

 

Il tabellino della gara 

Paternò 1

Leonfortese 0

 

Marcatore: Pt 16’ Maimone

Paternò (3-5-2): Romano 6; Intzidis 6, Otero 6, Godino 6,5; Napoli 6, Floro Valenca 6,5, Asero 6, Maimone 7,5, De Clò 7; Micoli 6 (22’st Janneh 6), Baldeh 6,5 (30’ st D’Emanuele 6). A dispos.: Di Domenico, Guarnera, Distefano, Lo Monaco. All.: Raciti 7.

Leonfortese (4-4-2): Callejo 7; Francese 6 (1’st Di Perna 6), Modica 5,5 (19’ st Panvini 5,5), Russo 6, Puleo 6; Niang 5,5, Rodriguez 6, D’Anca 6 (49’ st Germanà sv), Cacicia 5,5; Maltese 6, Caputa 6 (44’st Meta sv). A dispos.: Macagno, Crimi, Manuele, Moscatello, La Porta. All.: Tarantino 6.

Arbitro: Lo Surdo di Messina 6 (Fraggetta di Catania- Mirabella di Acireale).

Note: Partita giocata a porte chiuse come deciso dalla Questura di Catania per problemi burocratici. Ammoniti D’Anca, Niang e Cacicia per la Leonfortese, Asero per il Paternò. Corner 4 a 0 per il Paternò. Recupero : PT 1’; ST 4’.

Cronaca

Catania, picchiato un 30enne, tre giovani raggiunti dall’obbligo di dimora dalle 15 alle 02.30

Gli indagati sono accusati di lesioni aggravate dai futili motivi e dall’avere agito in numero superiore a cinque

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A Catania agenti della Squadra Mobile etnea hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale, nei confronti di tre giovani, due 23enni e un 22enne, accusati di lesioni aggravate dai futili motivi e dall’avere agito in numero superiore a cinque. L’ordinanza prevede l’obbligo di dimora tutti i giorni dalle 15 alle 02.30.

Secondo l’accusa, i tre farebbero parte di un gruppo che, il 4 gennaio scorso, nella zona della movida, nel centro della città, avrebbero selvaggiamente aggredito, per due volte la stessa sera, un giovane che ha riportato una “frattura pluriframmentaria scomposta del naso”, con prognosi di 30 giorni, diagnostica nel pronto soccorso dell’ospedale Garibaldi Centro dove è stato medicato. La vittima alla polizia ha detto di essere stata aggredita da un gruppo di giovani da lui conosciuti, in due distinti momenti e luoghi, “per futili motivi concernenti un banale diverbio avvenuto tempo addietro riconducibile a una ragazza, sorella di uno degli aggressori”.

Grazie alle testimonianze e la visione di filmati pubblicati sui social e di immagini registrate da apparati di videosorveglianza, la Squadra Mobile ha ricostruito “l ruolo ricoperto da ciascuno”, permettendo anche di fare luce su come “gli autori del fatto abbiano seguito la cosiddetta logica del branco, alternandosi, con vari ruoli, nel porre in essere l’azione violenta”.

 

 

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Cronaca

Scordia, Fillea Cgil su decesso imprenditore: “Ogni morte sul lavoro è un fallimento dello Stato”

“Non è accettabile che nel 2025 si continui a morire cadendo da un’impalcatura- dice il sindacalista Vincenzo Cubito- È ora di dire basta alla logica del profitto a scapito della vita e della dignità dei lavoratori, siano essi dipendenti o datori di lavoro”

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Ancora una tragedia nel settore edile, ancora una vita spezzata sul lavoro. Esprimiamo profondo cordoglio per la morte di Nunzio Mazzone, 65 anni, titolare di un’impresa edile, deceduto dopo una caduta da un ponteggio mentre eseguiva lavori di ristrutturazione su una palazzina a Scordia”.

nella foto l’imprenditore Nunzio Mazzone

A parlare è Vincenzo Cubito segretario generale Fillea Cgil Catania- Caltagirone che cosi interviene dopo l’ennesimo incidete mortale sul lavoro La salma si trova adesso al cimitero di Scordia dove è stata portata subito dopo l’incidente su disposizione della procura di Caltagirone.  A condurre le indagini i carabinieri di Palagonia. A breve dovrebbe essere effettuata l’ispezione cadaverica. “A nome della Fillea Cgil di Catania e Caltagirone, ci stringiamo con dolore attorno alla famiglia della vittima. Ma al cordoglio si accompagna l’indignazione: non possiamo più assistere in silenzio a questa strage continua, consumata nei cantieri, troppo spesso in assenza di adeguate condizioni di sicurezza.

Ogni morte sul lavoro è un fallimento dello Stato, delle istituzioni, del sistema delle imprese- dice Cubito- Non è accettabile che nel 2025 si continui a morire cadendo da un’impalcatura.

È ora di dire basta alla logica del profitto a scapito della vita e della dignità dei lavoratori, siano essi dipendenti o datori di lavoro. Chiediamo con forza che venga fatta piena luce sulle dinamiche dell’incidente e che le autorità competenti verifichino il rispetto delle normative sulla sicurezza nei cantieri. Ma serve un cambio di passo urgente e strutturale: più controlli, più ispettori, più formazione, più prevenzione. La sicurezza sul lavoro non può essere un costo da ridurre, ma un diritto inviolabile da garantire. Lo ripetiamo da anni: il lavoro deve servire a vivere, non a morire” ha concluso così Cubito.

 

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