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In Primo Piano

S.M. di Licodia, proposta mozione di censura contro il presidente del consiglio

Sono cinque i consiglieri firmatari della proposta contro il Presidente del Consiglio Maria Russo, che dovrà essere discussa in consiglio comunale

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Appaiono sempre più incrinati, all’interno del consiglio comunale di Santa Maria di Licodia, i rapporti tra i fedelissimi al sindaco Giovanni Buttò e i consiglieri di opposizione ed indipendenti che da qualche mese, in maniera compatta e unita, stanno dettando la linea politica del civico consesso licodiese. L’ultimo documento protocollato, nella giornata di ieri, che fa ancor più allontanare ogni possibilità di riappacificazione con la “minoranza di governo”, è una mozione di censura nei confronti della Presidente del Consiglio Comunale Maria Russo. A sottoscriverla sono i consiglieri Mariella Spalletta (prima firmataria), Grazia Ranno, Gabriele Gurgone, Antonino La Delfa ed Enrico Caruso. Alla base della mozione che potrebbe approdare in aula già nelle prossime settimane, ci sarebbero, a detta dei consiglieri proponenti, delle presunte e ripetute violazioni del regolamento del consiglio comunale da parte del Presidente Russo nonché il mancato rispetto degli obblighi di neutralità ed imparzialità che dallo scranno più alto dell’aula non sarebbe stato garantito.

“lI Presidente del Consiglio comunale” si legge nella mozione, “deve ispirarsi, durante li mandato, al principio costituzionale dell’imparzialità dell’azione amministrativa. Quella del Presidente del Consiglio è una posizione super partes che si estrinseca intimamente oltre che nel diritto qualificato di manifestare liberamente le proprie opinioni e di votare secondo convincimento, soprattutto garantendo a tutti gli altri Consiglieri Comunali le stesse prerogative evitando in maniera assoluta la violazione dello statuto o del regolamento e la compressione delle prerogative dei consiglieri comunale, adoperandosi affinché sia garantito un sereno e proficuo svolgimento dei lavori senza alimentare la conflittualità, la sterile polemica e, in definitiva, li mal funzionamento del principale organo collegiale dell’ente locale. La violazione di questi principi opera sicuramente un comportamento irrispettoso verso li Consiglio Comunale, non connotato dall’imparzialità, che invece deve essere assolutamente propria dell’ufficio in questione”.

Ma quali sono i motivi scatenanti che hanno portato i cinque consiglieri a protocollare la mozione? Primo motivo è la mancata concessione della parola ai consiglieri Ranno e Caruso durante il consiglio comunale del 17 ottobre scorso. In quell’occasione fu bagarre in aula seguita dall’abbandono della seduta da parte di 6 consiglieri (rileggi l’articolo). Altro motivo lamentato nella mozione, l’impasse venutosi a creare nella seduta del 7 novembre quando in fase di dichiarazioni di voto, il Presidente concesse al consigliere e vice sindaco Mirella Rizzo di presentare e mettere a votazione un emendamento di fatto fuori tempo (rileggi l’articolo). E poi ancora altro come la mancata convocazione entro i tempi previsti dal Regolamento del consiglio comunale per la trattazione dell’emendamento sulle commissioni consiliari, la mancata presentazione in aula dei verbali precedenti per la loro approvazione, la sottoscrizione di un comunicato stampa in maniera congiunta con l’amministrazione comunale attraverso il quale si schierava contro la nuova “maggioranza” consiliare e la mancata convocazione dei consigli indipendenti Ranno e Patti in un incontro dei capigruppo.

“Comportamento”, si legge nella mozione, “irriguardoso verso il Consiglio Comunale, irrispettoso di vari articoli del Regolamento del Consiglio Comunale e dell’Ordinamento degli Enti locali della Regione Siciliana e contrario al dovere di neutralità ed imparzialità, pertanto censurabile sottoforma di mozione di censura”. La censura, laddove votata favorevolmente dalla maggioranza dei consiglieri, assumerà un valore prettamente politico. Ma i licodiesi si chiedono: è questo il primo atto che potrebbe portare alla futura sfiducia del Presidente del Consiglio Russo?

Associazionismo

Catania, spiagge libere e solarium di S. G. Li Cuti, attrezzati con sedie anfibie per disabili

L’iniziativa è stata resa possibile grazie alla sinergia tra l’amministrazione comunale, l’associazione “Catania Più Attiva”, il Centro Ortopedico Siciliano e il Liceo statale Giuseppina Turrisi Colonna

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A Catania da oggi le spiagge libere n. 1 e n. 3 della Plaia e il solarium di San Giovanni Li Cuti sono provvisti di sedie anfibie e strumenti per consentire la balneazione alle persone con disabilità.

L’iniziativa è stata resa possibile grazie alla sinergia tra l’amministrazione comunale, l’associazione “Catania Più Attiva”, il Centro Ortopedico Siciliano e il Liceo statale Giuseppina Turrisi Colonna.

Alla base della collaborazione c’è il contratto di comodato d’uso gratuito promosso dall’avv. Francesco Sanfilippo con “Catania Più Attiva” per la consegna al comune dei vari presidi di mobilità da mettere a disposizione di chi ne ha bisogno: “Ringraziamo Catania Più Attiva e l’avvocato Sanfilippo – ha detto l’assessore al Mare Andrea Guzzardi – per avere coinvolto diverse realtà e sensibilità in questo importante e necessario progetto che consentirà a tutti, senza ‘barriere’ e ostacoli, di accedere al nostro mare e godere della stagione estiva in un clima di piena condivisione”.

Santo Musumeci presidente di “Catania Più Attiva” si dice particolarmente soddisfatto. “Un ringraziamento particolare all’avvocato Francesco Sanfilippo, promotore di questa iniziativa, ai soci e simpatizzanti di Catania più Attiva all’azienda COS centro ortopedico siciliano e alla preside del Turrisi Colonna che ha aderito all’iniziativa e ai ragazzi e ai professori tra cui il professore Dario Consoli. Negli ultimi 4 giorni di scuola hanno realizzato una straordinaria e generosa raccolta fondi permettendo l’acquisto della terza sedia job. Da questa esperienza abbiamo maturato l’idea che la gente di Catania ha un grande cuore e tanto amore verso i più fragili”.

 

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Cronaca

Aci Castello, tentano furto al Palacannizzaro: arrestati due catanesi

Colti in flagrante dai Carabinieri mentre cercavano di portare via materiale elettrico. I due sono pregiudicati catanesi

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Un blitz dei Carabinieri della Stazione di Aci Castello ha portato all’arresto di due uomini di 34 e 37 anni, entrambi catanesi e già noti alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio. I due sono accusati di furto aggravato in concorso, dopo essere stati sorpresi mentre tentavano di rubare materiale elettrico all’interno del “Palacannizzaro” di via Napoli.

L’intervento è scattato grazie alla segnalazione di un automobilista che, nella mattinata, ha notato movimenti sospetti nei pressi della struttura. Immediata la risposta dei militari, che hanno intercettato i due in flagranza di reato: stavano uscendo dall’edificio con diversi quadri elettrici, pronti per essere caricati. Alla vista della pattuglia, i malviventi hanno abbandonato la refurtiva e tentato la fuga a piedi. Uno dei due è stato bloccato immediatamente, mentre il complice ha provato a nascondersi in un magazzino adiacente. Dopo aver richiesto rinforzi, i Carabinieri hanno cinturato l’area e rintracciato anche il secondo uomo.

La refurtiva è stata restituita al responsabile dell’Ufficio Edilizia della Città Metropolitana di Catania. Gli arrestati, in attesa degli sviluppi giudiziari, sono stati messi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, che ha convalidato l’arresto. Resta valido, come previsto dalla legge, il principio di presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva.

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