Una rapina andata a monte con tanto di colluttazione, riprese video e fuga rocambolesca è costata al responsabile del misfatto gli arresti domiciliari e l’apposizione di braccialetto elettronico. Finisce così l’intenzione delinquenziale per uno dei due che lo scorso 16 febbraio avevano tentato una rapina ai danni di un centro diagnostico di Aci Castello.
Il provvedimento scaturisce dalle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Catania e condotte dalla Stazione Carabinieri di Aci Castello, il cui svolgimento tempestivo, fondamentale per la ricostruzione dei fatti e l’individuazione dell’autore, è stato possibile grazie al coordinamento ed al rapido scambio di informazioni tra i vari Reparti dell’Arma e anche grazie alla fattiva collaborazione di cittadini, coinvolti a vario titolo nella vicenda.
Verso le 16:45 circa di quel 16 febbraio, dunque, era stata segnalata, alla Centrale Operativa della Compagnia Carabinieri di Acireale, una rapina presso un centro diagnostico nel pieno centro di Aci Castello.
I Carabinieri della locale Stazione, giunti sul posto in tempi brevissimi, avevano raccolto le prime dichiarazioni di coloro che avevano assistito ai fatti, confermate dalla visione delle immagini di videosorveglianza della zona, riuscendo così a ricostruire quanto appena accaduto.
In particolare, i militari avevano avuto modo di osservare come due uomini, vestiti con abiti scuri e con volto coperto da cappello, scaldacollo e passamontagna, fossero entrati all’interno del centro, dove senza esitazione, si erano diretti dietro il banco di accettazione, appropriandosi di due cassette metalliche nelle quali era custodito denaro contante.
Nell’uscire in tutta fretta dallo studio, i due erano stati inseguiti da un dipendente il quale, per bloccarli e reimpossessarsi del maltolto, aveva ingaggiato con i rapinatori una colluttazione, inizialmente all’interno dei locali e poi anche in strada, fino a riuscire a far cadere loro di mano le due cassettine.
I due aggressori, invece, erano riusciti a fuggire a bordo di uno scooter, facendosi strada tra i passanti che nel frattempo si erano affollati all’esterno dello studio, allarmati da quanto stava accadendo. Frattanto uno dei presenti era riuscito anche a filmare col proprio smartphone quei momenti concitati.
Il video, diventato poi virale sui social network, è stato esaminato dai Carabinieri che, grazie anche alla chiara conoscenza del tessuto sociale e criminale della zona, sono riusciti risalire allo scooter utilizzato dai rapinatori – un’Honda SH di colore bianco – e ad accorgersi che, durante la fuga, uno dei malviventi era rimasto per alcuni istanti con il volto scoperto.
A quel punto sono scattati due tipi di indagini: quelle sul mezzo, che hanno evidenziato che era stata apposta una targa falsa, e quelli tecnici, condotti analizzando i cartellini foto-segnaletici custoditi nei database delle forze di polizia.
Grazie a queste attività, i Carabinieri di Aci Castello hanno individuato il possibile autore del reato, tra l’altro già arrestato dai colleghi di Catania qualche tempo prima.
Proprio lo scambio di informazioni tra i Carabinieri di Aci Castello e quelli di Catania ha chiuso il cerchio sulla vicenda, permettendo di risalire all’identità del rapinatore.
Scattate le sue ricerche, quella stessa sera è stata individuata la sua abitazione, dalla quale, però, era già scappato dopo aver commesso il fatto.
I Carabinieri di Aci Castello hanno quindi allertato tutti i Comandi Arma a livello nazionale, attività che ha dato i suoi frutti perché, dopo qualche è stato fermato dai Carabinieri di Castrovillari, in Calabria, all’interno di una stazione di servizio.
Raggiunto dall’ ordinanza, gli è stata applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico.