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Belpasso, no del sindaco Caputo ai rifiuti appesi ai ganci dai balconi

Dal primo ottobre gli operatori ecologici non ritireranno più la spazzatura lasciata penzolante

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Il primo cittadino di Belpasso Carlo Caputo ha dichiarato ai sacchetti dei rifiuti appesi ai ganci dai balconi. Una battaglia annunciata dal sindaco belpassese dalla propria pagina social. “Non farò nessuna ordinanza per intimare a non fare più penzolare i rifiuti dal balcone- scrive Caputo- Nessuna sanzione pecuniaria. A partire dal primo ottobre gli operatori ecologici non ritireranno più rifiuti appesi ai ganci”. Inequivocabile il messaggio lanciato dal sindaco contro tutti coloro che “adottano” un sistema ormai antiestetico; d’altronde si parla di un fenomeno prettamente diffuso in altre realtà comunali limitrofe a Belpasso.

“ I rifiuti appesi spesso gocciolano e non sono agevoli neppure per gli operatori ecologici ma soprattutto, una volta rimosse le buste, rimangono ganci penzolanti che possono diventare pericolosi” ha sottolineato Caputo per il quale non esisterebbe alcuna motivazione valida per appendere i rifiuti al balcone. “La differenziata va messa in un contenitore con coperchio anti randagio.

“Prima della raccolta differenziata porta a porta si andavano a buttare i rifiuti facendo non meno di 50 o 100 metri. Adesso vi chiedo di fare qualche rampa di scale. Nessuna sanzione quindi ma gli operatori non ritireranno più dal primo ottobre. Spero che la comunicazione sia sufficiente e vi chiedo di collaborare” chiude così il “post” scritto da Caputo sulla propria pagina “Facebook”.

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Paternò, “Mamme in comune”, in azione per la Settimana europea per riduzione rifiuti

L’obiettivo che si propone l’associazione è quello di sensibilizzare la comunità ad avere più attenzione ai temi ambientali e condividere le buone pratiche per ridurre lo spreco alimentare

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Anche per l’edizione 2024 della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti l’associazione “Mamme in Comune” è ancora in prima linea. Per l’edizione odierna il focus tematico riguarda lo spreco alimentare “Buon gusto senza spreco”. L’obiettivo che si propone l’associazione, capitanata da Nerina Palazzolo, è quello di sensibilizzare la comunità ad avere più attenzione ai temi ambientali e condividere le buone pratiche per ridurre lo spreco alimentare. Il progetto si sviluppa in tre fasi. Verrà realizzata una caccia al tesoro con la quale, attraverso il ritrovamento degli indizi per ridurre lo spreco alimentare, verranno affrontati 4 temi principali: acquisto a km 0, educazione alimentare, ricetta salva spreco con riutilizzo degli avanzi, spesa consapevole ossia comprare solo ciò che serve realmente.

“Al termine della caccia, si realizzerà un momento di condivisione in cui ognuno racconta le proprie esperienze, ciò che ha imparato e le nuove pratiche che intende adottare- dicono “Mamme in comune” – Questa parte finale aiuterà a consolidare le conoscenze acquisite durante l’attività e a promuovere un cambiamento reale nel comportamento riguardo al cibo e alla spesa. Durante questo momento verrà offerto ai partecipanti una merenda con la frutta di stagione. Inoltre si procederà ad un seminario pratico di compostaggio: mediante il conferimento degli scarti della merenda nella compostiera di comunità realizzata con materiale di recupero”.

Anche per l’edizione 2024 che si svolge presso l’ex Macello di via Fonte Maimonide, protagonisti sono i ragazzi delle scuole di Paternò e Ragalna.  Quattro gli istituti scolastici coinvolti: in pratica sono circa 600 le persone fra alunni, insegnanti e genitori, oltre ai volontari delle associazioni e delle reti di associazioni, che hanno aderito al progetto “Caccia Allo Spreco”.

“Ogni anno, gli stati europei producono oltre 58 milioni di tonnellate di rifiuti organici, che corrispondono a 131 kg per abitante- dicono le componenti dell’associazione “Mamme in comune” – A livello globale, un terzo di tutto il cibo destinato al consumo umano viene sprecato. La maggior parte dei rifiuti alimentari viene generata nelle mura domestiche (più della metà del cibo prodotto), ma anche nei servizi di ristorazione (ristoranti, catering) e nella vendita al dettaglio (negozi e supermercati).

Dietro questa quantità di spreco alimentare si nasconde sia un impatto economico che ambientale. I rifiuti alimentari creano notevoli conseguenze in termini di emissioni di gas serra, legate per esempio all’uso di terreni agricoli, risorse d’acqua dolce e fertilizzanti per la produzione alimentare”.

 

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Piano Rifiuti, previsto per oggi l’ok della giunta regionale guidata da Schifani

Due termovalorizzatori, uno a Palermo e uno a Catania, 31 impianti di compostaggio, 24 biodigestori, 16 piattaforme tutte pubbliche di selezione del recupero per la raffinazione che sostituiranno e miglioreranno i vecchi impianti Tmb

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Due termovalorizzatori, uno a Palermo e uno a Catania, 31 impianti di compostaggio (14 nuovi, di cui 6 pubblici), 24 biodigestori (20 nuovi, di cui 11 pubblici), 16 piattaforme tutte pubbliche di selezione del recupero per la raffinazione (di cui 11 nuove) che sostituiranno e miglioreranno i vecchi impianti Tmb. Lo prevede il nuovo Piano di gestione dei rifiuti che sarà discusso oggi, nel corso della seduta di giunta, convocata dal presidente della Regione Siciliana Renato Schifani.

Tra gli obiettivi del piano ci sono: il recupero del 65% dei rifiuti urbani, l’eliminazione dei trasferimenti dei rifiuti fuori Regione, la riduzione del 40% dei costi di trattamento rispetto a quelli attuali con un risparmio di circa 150 milioni annui, e la riduzione del conferimento in discarica depositando non oltre il 10% di tutti i rifiuti prodotti, rispettando così gli obblighi previsti dalla normativa europea.

“L’approvazione del nuovo Piano rifiuti – dichiara il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani – costituisce finalmente il punto di partenza concreto per la realizzazione dei termovalorizzatori in quanto condizione indispensabile. Adesso passeremo alla fase della progettazione e al successivo appalto dei lavori e della gestione entro il 2025 e non oltre i primi mesi del 2026. Andremo avanti spediti, nell’interesse dei siciliani, senza indugiare mai su un pilastro portante del mio programma di governo. Archiviamo così definitivamente la stagione del conferimento in discarica sempre più gravosa per l’ambiente. Offriamo dunque una risposta integrata alla difficile situazione dei rifiuti in Sicilia che troppi oneri scarica sui cittadini e sui bilanci pubblici”.

Il Piano approvato dal presidente Schifani, in qualità di Commissario, consente di modificare immediatamente i 18 Piani d’Ambito e di far partire il percorso per la realizzazione degli impianti di riduzione del conferimento in discarica dei rifiuti e l’eliminazione dei trasferimenti fuori Regione, con la drastica riduzione dei costi a carico dei cittadini siciliani, degli enti locali e della stessa Regione in relazione alla progressiva attuazione degli obiettivi di riciclaggio e recupero. In particolare, i termovalorizzatori, le cui aree di realizzazione sono state già individuate nel sito di Bellolampo a Palermo e nell’area industriale di Catania dopo alcune conferenze di servizio con i principali enti coinvolti, saranno interamente pubblici e realizzati dalla Regione con i fondi già stanziati all’interno dell’Accordo di coesione siglato a maggio con la Presidenza del Consiglio dei Ministri. I due impianti avranno una capacità complessiva di 600 mila tonnellate annue e produrranno insieme una potenza energetica di 50 Megawatt.

Il nuovo Piano arriva al culmine di un complesso procedimento che ha visto coinvolti l’Assemblea regionale siciliana, le autonomie locali, gli operatori d’ambito e ha ottenuto le valutazioni ambientali strategiche dopo lo svolgimento di tutti gli adempimenti istruttori. In ultimo, qualche settimana fa il parere positivo del CGA sulla procedura da adottare che ha dato l’ok definitivo all’ordinanza per approvare il nuovo piano di gestione dei rifiuti.

 

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