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Cronaca

Catania, sanzioni per una edicola che vende alimenti e bevande senza autorizzazione

Gli agenti hanno appurato che è stata installata una tettoia totalmente abusiva e fissata in modo permanente alla sede stradale, all’interno della quale sono stati piazzati tavoli, sedie e due “calcio balilla”

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La Polizia di stato ha effettuato a Catania controlli nelle attività commerciali finalizzati alla verifica del rispetto delle normative vigenti, della sicurezza sui luoghi di lavoro, nonché della regolarità della posizione lavorativa dei dipendenti. In particolare gli agenti hanno effettuato mirati accertamenti amministrativi presso un’edicola di San Giovanni Galermo.

Le verifiche effettuate sul posto hanno permesso di appurare che, sebbene la titolare dell’attività avesse le autorizzazioni necessarie a operare esclusivamente come edicola, in realtà la donna ha adibito l’attività a locale di somministrazione di alimenti e bevande senza avere la concessione del suolo pubblico, poiché l’autorizzazione era scaduta da tempo e non era stata mai rinnovata. Inoltre, gli agenti hanno appurato che, a prolungamento della struttura formalmente adibita ad edicola, è stata installata una tettoia totalmente abusiva e fissata in modo permanente alla sede stradale, all’interno della quale sono stati piazzati tavoli, sedie e due “calcio balilla”.

Ciò ha consentito di accertare come la struttura fosse utilizzata anche come sala pubblica di gioco, in assenza di qualsiasi autorizzazione e della esposizione della prescritta tabella dei giochi proibiti.  La titolare è stata denunciata  per aver invaso un terreno pubblico ed, inoltre, per aver trasformato la struttura in sala pubblica da gioco senza le previste autorizzazioni. Sono state contestate, altresì, varie sanzioni amministrative ai sensi del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza per un importo complessivo di 10.000 euro circa. La tettoia abusiva, i tavoli, le sedie, gli alimenti e le bevande somministrati in assenza di licenza sono stati sottoposti a sequestro.

 

Cronaca

Belpasso, incidente stradale sulla SP 56/II, auto contro muro, un ferito

Per cause in corso di accertamento il conducente di una Audi Q3 ha perso il controllo del mezzo andando a sbattere violentemente contro il muretto che costeggia la provinciale

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Incidente stradale, probabilmente autonomo, questa sera poco dopo le 20.30 sulla SP 56/II (Paternò- Belpasso) nei pressi di contrada Acquarossa. Per cause in corso di accertamento il conducente di una Audi Q3 ha perso il controllo del mezzo andando a sbattere violentemente contro il muretto che costeggia la provinciale. Sul posto, una volta scattati i soccorsi, sono giunte due ambulanze il cui personale medico ha prestato i primi aiuti al ferito.  Successivamente è stato trasportato all’ospedale San Marco di Catania.

Non si conoscono ancora le condizioni del ferito. Sul luogo dell’incidente anche i pompieri del distaccamento di Paternò che hanno messo in sicurezza il mezzo incidentato.  Per i rilievi i carabinieri del comando stazione di Motta Sant’Anastasia. Traffico a rilento sulla provinciale. Presente anche una ditta specializzata che ha proceduto a bonificare la sede stradale da oli e detriti.

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Cronaca

Adrano, operazione “Meteora”: fatta luce su caso di “lupara bianca”

Le indagini hanno preso spunto dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Giovanni La Rosa sulla scomparsa, avvenuta ad Adrano nel 2016, e la successiva uccisione di Nicola Ciadamidaro

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Con l’operazione “Meteora” scattata all’alba di oggi ad Adrano è stato risolto un caso di lupara bianca nonche a risalire a esponenti mafiosi chiamati a ricoprire i ruoli di vertice del clan Santangelo di Adrano e della frangia del clan Mazzei di Catania.

L’inchiesta ha portato  all’arresto di 18 soggetti indagati a vario titolo, con differenti profili di responsabilità, per  omicidio aggravato dalle finalità mafiose, associazione di tipo mafioso, porto e detenzione illecita di armi da sparo aggravati dalle finalità di agevolare l’associazione mafiosa di appartenenza.

I dettagli dell’operazione sono stati illustrati nella mattinata di oggi dal Questore Giuseppe Bellassai, dal capo della Mobile Antonio Sfameni, dal dirigente del commissariato di Adrano il vicequestore aggiunto Paolo Leone, da Nicolò Romano nucleo investigativo commissariato adranita  e dal dirigente della  Mobile Paolo Lisi.

Con l’operazione “Meteora”, la polizia di stato ha arrestato nove degli indagati e notificato in carcere il provvedimento cautelare ad altre nove persone già detenute. Le indagini della Squadra mobile e del commissariato di Adrano  hanno preso spunto dalle dichiarazioni rese nel dicembre 2019 dal collaboratore di giustizia Giovanni La Rosa sulla scomparsa, avvenuta ad Adrano il 16 giugno del 2016, e la successiva uccisione di Nicola Ciadamidaro.

 

Secondo il pentito era stato un caso di ‘lupara bianca’, commesso su ordine dei vertici del clan mafioso Santangelo, da Gianni Santangelo, detto “Giannetto”, Nicolò Rosano, Antonino Bulla  e Salvatore Crimi per vendicare il triplice omicidio di Alfio Rosano, Daniele Crimi e Alfio Finocchiaro, avvenuto il 27 luglio del 2006 a Bronte.

Le attività investigative sono state corroborate dalle dichiarazioni di altri collaboratori di giustizia nei confronti dei quattro come esecutori materiali dell’omicidio.    Sul triplice omicidio aveva già fatto luce un’indagine della polizia con i colpevoli arrestati dalla squadra mobile e dal commissariato adranita nell’ambito dell’operazione “Meteorite” dell’ottobre 2006: erano appartenenti alla cosca  Liotta-Mazzone di Adrano di cui avrebbe fatto parte anche la vittima.

La vendetta sarebbe stata atroce nella dinamica: Ciadamidaro, dopo la sua scarcerazione nel 2014, si era allontanato da Adrano per poi farvi ritorno. Mentre si recava in palestra alla guida del suo scooter veniva fermato e sequestrato dagli uomini del clan Santangelo che lo caricavano a bordo di un furgone e lo portavano in una campagna isolata, dove, dopo averlo torturato, lo uccidevano decapitandolo. Dalle indagini è emerso che nonostante i duri colpi dal clan Santangelo con l’arresto di decine di affiliati di rango apicale la cosca ha mantenuto inalterata la sua operatività ad Adrano.

Ai vertici ci sarebbe stato Toni Ugo Scarvaglieri che, con la detenzione di tutti gli altri elementi di rango, avrebbe assunto la guida della famiglia mafiosa. Anche Bulla e Crimi, dopo la scarcerazione, sebbene alla detenzione domiciliare, avrebbero continuato ad avvalersi del ruolo di coordinamento di Scarvaglieri e avrebbero ripreso il comando del clan Santangelo.

Nell’inchiesta entra anche il gruppo criminale capeggiato da Cristian Lo Cicereo, referente del clan mafioso catanese Mazzei, che sarebbe entrato in attrito con le due storiche famiglie mafiose Santangelo e Scalisi. Durante l’attività sono state sequestrate diverse armi in dotazione ai due sodalizi mafiosi, tra cui una mitraglietta vz.61 Skorpion calibro 7.65, una pistola semiautomatica Beretta 70 calibro 7.65 con matricola abrasa, un fucile automatico calibro 12 nonché caricatori e munizioni di svariato calibro.

Il sindaco di Adrano, Fabio Mancuso, esprime il proprio sentito plauso alla Polizia di Stato della Questura di Catania e al Commissariato di Adrano per l’operazione “Meteora”: “Questa operazione, condotta con determinazione e professionalità dagli agenti della squadra mobile della Questura di Catania e del commissariato di Adrano – dichiara Fabio Mancuso – rappresenta un passo significativo nella lotta contro la criminalità organizzata nel nostro territorio”. Il Sindaco Mancuso sottolinea l’importanza di tali operazioni investigative per il ripristino della legalità e della sicurezza nella comunità e “ringrazia tutti gli uomini e le donne in uniforme che con coraggio e dedizione lavorano ogni giorno per difendere i valori della giustizia, della sicurezza e della legalità con la conferma che le Forze dell’ordine vigilano sempre anche per reati consumati da tempo”.

Il Presidente del Consiglio, Carmelo Pellegriti, “a nome suo personale e dell’intero Consiglio comunale  di Adrano esprime il suo apprezzamento e la sua gratitudine alla Polizia di Stato di Catania e al Commissariato di Adrano. Questa operazione ha consentito di svelare i legami mafiosi radicati sul nostro territorio e di assicurare alla giustizia gli esecutori di un omicidio avvenuto nel 2016, contribuendo così a ripristinare il senso di sicurezza nella comunità adranita.È essenziale che le istituzioni continuino a collaborare per mantenere alta la guardia contro la violenza e l’illegalità. La lotta alla mafia è un dovere verso i cittadini onesti e un impegno che non può e non deve mai essere compromesso”.

 

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