Con l’operazione “Meteora” scattata all’alba di oggi ad Adrano è stato risolto un caso di lupara bianca nonche a risalire a esponenti mafiosi chiamati a ricoprire i ruoli di vertice del clan Santangelo di Adrano e della frangia del clan Mazzei di Catania.
L’inchiesta ha portato all’arresto di 18 soggetti indagati a vario titolo, con differenti profili di responsabilità, per omicidio aggravato dalle finalità mafiose, associazione di tipo mafioso, porto e detenzione illecita di armi da sparo aggravati dalle finalità di agevolare l’associazione mafiosa di appartenenza.
I dettagli dell’operazione sono stati illustrati nella mattinata di oggi dal Questore Giuseppe Bellassai, dal capo della Mobile Antonio Sfameni, dal dirigente del commissariato di Adrano il vicequestore aggiunto Paolo Leone, da Nicolò Romano nucleo investigativo commissariato adranita e dal dirigente della Mobile Paolo Lisi.
Con l’operazione “Meteora”, la polizia di stato ha arrestato nove degli indagati e notificato in carcere il provvedimento cautelare ad altre nove persone già detenute. Le indagini della Squadra mobile e del commissariato di Adrano hanno preso spunto dalle dichiarazioni rese nel dicembre 2019 dal collaboratore di giustizia Giovanni La Rosa sulla scomparsa, avvenuta ad Adrano il 16 giugno del 2016, e la successiva uccisione di Nicola Ciadamidaro.
Secondo il pentito era stato un caso di ‘lupara bianca’, commesso su ordine dei vertici del clan mafioso Santangelo, da Gianni Santangelo, detto “Giannetto”, Nicolò Rosano, Antonino Bulla e Salvatore Crimi per vendicare il triplice omicidio di Alfio Rosano, Daniele Crimi e Alfio Finocchiaro, avvenuto il 27 luglio del 2006 a Bronte.
Le attività investigative sono state corroborate dalle dichiarazioni di altri collaboratori di giustizia nei confronti dei quattro come esecutori materiali dell’omicidio. Sul triplice omicidio aveva già fatto luce un’indagine della polizia con i colpevoli arrestati dalla squadra mobile e dal commissariato adranita nell’ambito dell’operazione “Meteorite” dell’ottobre 2006: erano appartenenti alla cosca Liotta-Mazzone di Adrano di cui avrebbe fatto parte anche la vittima.
La vendetta sarebbe stata atroce nella dinamica: Ciadamidaro, dopo la sua scarcerazione nel 2014, si era allontanato da Adrano per poi farvi ritorno. Mentre si recava in palestra alla guida del suo scooter veniva fermato e sequestrato dagli uomini del clan Santangelo che lo caricavano a bordo di un furgone e lo portavano in una campagna isolata, dove, dopo averlo torturato, lo uccidevano decapitandolo. Dalle indagini è emerso che nonostante i duri colpi dal clan Santangelo con l’arresto di decine di affiliati di rango apicale la cosca ha mantenuto inalterata la sua operatività ad Adrano.
Ai vertici ci sarebbe stato Toni Ugo Scarvaglieri che, con la detenzione di tutti gli altri elementi di rango, avrebbe assunto la guida della famiglia mafiosa. Anche Bulla e Crimi, dopo la scarcerazione, sebbene alla detenzione domiciliare, avrebbero continuato ad avvalersi del ruolo di coordinamento di Scarvaglieri e avrebbero ripreso il comando del clan Santangelo.
Nell’inchiesta entra anche il gruppo criminale capeggiato da Cristian Lo Cicereo, referente del clan mafioso catanese Mazzei, che sarebbe entrato in attrito con le due storiche famiglie mafiose Santangelo e Scalisi. Durante l’attività sono state sequestrate diverse armi in dotazione ai due sodalizi mafiosi, tra cui una mitraglietta vz.61 Skorpion calibro 7.65, una pistola semiautomatica Beretta 70 calibro 7.65 con matricola abrasa, un fucile automatico calibro 12 nonché caricatori e munizioni di svariato calibro.
Il sindaco di Adrano, Fabio Mancuso, esprime il proprio sentito plauso alla Polizia di Stato della Questura di Catania e al Commissariato di Adrano per l’operazione “Meteora”: “Questa operazione, condotta con determinazione e professionalità dagli agenti della squadra mobile della Questura di Catania e del commissariato di Adrano – dichiara Fabio Mancuso – rappresenta un passo significativo nella lotta contro la criminalità organizzata nel nostro territorio”. Il Sindaco Mancuso sottolinea l’importanza di tali operazioni investigative per il ripristino della legalità e della sicurezza nella comunità e “ringrazia tutti gli uomini e le donne in uniforme che con coraggio e dedizione lavorano ogni giorno per difendere i valori della giustizia, della sicurezza e della legalità con la conferma che le Forze dell’ordine vigilano sempre anche per reati consumati da tempo”.
Il Presidente del Consiglio, Carmelo Pellegriti, “a nome suo personale e dell’intero Consiglio comunale di Adrano esprime il suo apprezzamento e la sua gratitudine alla Polizia di Stato di Catania e al Commissariato di Adrano. Questa operazione ha consentito di svelare i legami mafiosi radicati sul nostro territorio e di assicurare alla giustizia gli esecutori di un omicidio avvenuto nel 2016, contribuendo così a ripristinare il senso di sicurezza nella comunità adranita.È essenziale che le istituzioni continuino a collaborare per mantenere alta la guardia contro la violenza e l’illegalità. La lotta alla mafia è un dovere verso i cittadini onesti e un impegno che non può e non deve mai essere compromesso”.