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In Primo Piano

Belpasso, due incidenti su Sp14 e via Papa Giovanni Paolo II

Forti rallentamenti in diverse zone della città

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Due incidenti quasi in contemporanea, in altrettante zone di Belpasso, hanno mandato in tilt questa mattina il traffico veicolare sulla Sp14 e nella circonvallazione nuova meglio nota come via Giovanni Paolo II. In quest’ultima arteria, a scontrarsi, almeno 3 auto. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri del Nucleo Radiomobile e si registrerebbero dei feriti. Notizie frammentarie, al momento, per quanto riguarda l’impatto sulla Sp14. Pesanti rallentamenti si registrano in diverse zone della città.

 

In Primo Piano

Catania, la STMicroelectronics annuncia 206 esuberi nello stabilimento etneo

Forte preoccupazione su tale decisione è stata espressa dalle organizzazioni sindacali (Fiom- CGIL e Cisal) e dalla deputata regionale Lidia Adorno

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Durante l’incontro al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, la STMicroelectronics ha annunciato l’apertura di una fase di transizione industriale che comporterà 206 esuberi nello stabilimento di Catania. Un colpo durissimo per il territorio, che arriva nel pieno di una fase espansiva per l’azienda, ma solo sulla carta per la Sicilia, e in contraddizione con le recenti rassicurazioni del governo regionale siciliano.

Rosy Scollo, segretaria generale della Fiom-Cgil di Catania, definisce l’annuncio una “scelta inaccettabile e una sconfitta politica”, aggravata dall’assenza e dal silenzio della Regione Siciliana, non presente al tavolo e incapace di assumere qualsiasi posizione a difesa dell’occupazione.

“Un colpo durissimo per il territorio- dicono dalla Fiom Cgil- che arriva nel pieno di una fase espansiva per l’azienda, ma solo sulla carta per la Sicilia, e in contraddizione con le recenti rassicurazioni del governo regionale siciliano”. La Scollo evidenzia che è “gravissimo che si parli di rafforzamento del sito di Catania e, allo stesso tempo, si presentino 206 esuberi come parte di una strategia industriale. La Regione ha deliberato un cofinanziamento fino a 300 milioni di euro, più di quanto fatto dalla Lombardia, e oggi si rende complice di questa ristrutturazione con il suo silenzio. I fatti smentiscono clamorosamente le rassicurazioni ricevute nei mesi scorsi. Siamo davanti a un piano che scarica sui lavoratori i costi dell’automazione».

Il piano industriale aggiornato presentato al Capital Market nel novembre 2024 e ripreso durante l’incontro con il ministro Urso e il ministro Giorgetti, prevede il consolidamento tecnologico di Catania nel settore delle tecnologie di potenza e l’avvio della produzione di 5.000 fette di Sic entro il 2027, oltre ad attività di ricerca sul nitruro di gallio. Una traiettoria espansiva sulla carta, ma che nei fatti si traduce in un ridimensionamento occupazionale.

“Mentre la Regione Lombardia ha preso una posizione chiara a difesa dello stabilimento di Agrate, rifiutando di sottoscrivere un’intesa con l’azienda e chiedendo un nuovo piano industriale con proiezione al 2032- dice la Scollo- la Regione Siciliana si è limitata a rivendicare l’impegno finanziario senza aprire alcuna vertenza sugli esuberi. La Regione Siciliana sta agendo come un finanziatore muto. Ma la politica industriale non si fa con gli annunci. Non si finanzia un colosso per poi accettare in silenzio la perdita di posti di lavoro. Serve un intervento immediato e una presa di posizione pubblica” ha concluso la Scollo.

Il prossimo incontro è stato convocato per il 12 settembre.

AGGIORNAMENTO ORE 10.55

Anche la Cisal Catania esprime forte preoccupazione per l’annuncio di 206 esuberi da parte della STMicroelectronics nello stabilimento etneo, emerso nel corso del tavolo interministeriale convocato presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Un annuncio grave e inaccettabile che colpisce direttamente il futuro occupazionale di centinaia di famiglie e rischia di compromettere il ruolo strategico del polo catanese nell’industria dei semiconduttori.

“È assurdo apprendere una notizia di questa portata in un contesto in cui la Regione Siciliana ha stanziato ben 300 milioni di euro di cofinanziamento pubblico senza avere ottenuto in cambio garanzie chiare sulla salvaguardia dell’occupazione – dichiara Giovanni Lo Schiavo, responsabile provinciale della Cisal Catania –. L’assenza fisica dei massimi rappresentanti della Regione al tavolo romano è un segnale allarmante di disinteresse verso il destino industriale e produttivo del nostro territorio”.

La Cisal sottolinea come la nuova fase di transizione tecnologica avviata da STM non possa tradursi in un semplice scarico dei costi dell’innovazione sui lavoratori.

“Automazione e sviluppo non possono essere sinonimo di licenziamenti – continua Lo Schiavo –. Se davvero Catania è un sito strategico per l’azienda, ciò va dimostrato con un piano di rilancio che tenga al centro l’occupazione, la riqualificazione professionale e la valorizzazione delle competenze locali. In caso contrario, siamo davanti a un paradosso: si finanzia il progresso ma si sacrifica il lavoro”.

La Cisal chiede alla Regione Siciliana di uscire dal silenzio e assumere una posizione ferma e coerente. “È il momento della responsabilità politica e istituzionale – conclude Lo Schiavo –. Serve l’immediata convocazione di un tavolo regionale permanente, con sindacati e parti sociali, e il coinvolgimento attivo della Presidenza della Regione, affinché venga definita una strategia condivisa per salvaguardare ogni posto di lavoro. Catania non può essere considerata solo un punto sulla mappa degli investimenti, ma un presidio industriale da tutelare con forza e determinazione”.

La Cisal continuerà a seguire con attenzione l’evolversi della vicenda in vista del prossimo incontro previsto per il 12 settembre, e annuncia la propria disponibilità a partecipare ad ogni iniziativa utile a difendere i diritti dei lavoratori e il futuro produttivo del territorio etneo.

Sulla vicenda si registra l’intervento della deputata regionale del Movimento 5 Stelle Lidia Adorno,

“Ci sono state date delle rassicurazioni ancora una volta troppo generiche e per giunta alla Regione Siciliana non interessa neppure. La Regione Lombardia è stata presente con i propri vertici istituzionali, Palazzo d’Orleans ha invece mandato il Dirigente Generale del Dipartimento delle Attività Produttive, intervenuto da un’auto e per di più con problemi di connessione. È un segnale evidente della scarsa attenzione che Schifani e il suo Governo pongono verso il destino industriale ed occupazionale della nostra regione e nei confronti dei rapporti con la STMicroelectronics”.

La Adorno giudica gravissime le assenze del presidente Schifani, l’assessore Tamajo e l’assessore Dagnino in una riunione tanto delicata. “Andando a ritroso mi domando ancora: come ha potuto la Regione Siciliana deliberare un cofinanziamento da 300 milioni di euro a STM senza pretendere un piano industriale dettagliato e senza vincolare queste risorse pubbliche alla tutela dei posti di lavoro?”

Nel verbale della riunione, STM ha ribadito la centralità strategica dei siti di Agrate e Catania, annunciando anche l’avvio, nel capoluogo etneo, di attività di ricerca sul nitruro di gallio. Tuttavia, ha confermato che la nuova fase produttiva sarà caratterizzata da un alto livello di automazione, con possibili ricadute sulla configurazione dell’organico.

“Non basta dire che Catania è centrale. Serve un impegno vincolante a garanzia dei lavoratori. Invece, la Regione Siciliana ha scelto l’assenza e un collegamento da remoto imbarazzante. Interverrò oggi in aula per chiedere chiarimenti su questa gestione e per pretendere trasparenza sull’utilizzo di risorse pubbliche”, ha concluso la deputata regionale del Movimento Cinque Stelle.

 

 

 

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Cronaca

Catania, tenta truffa ai danni di una anziana col metodo del “finto poliziotto”, arrestato

L’indagato aveva chiesto gioielli di famiglia per evitare l’arresto del marito coinvolto in una fantomatica rapina. La donna non ha creduto al finto poliziotto e il piano è fallito grazie anche all’intervento del figlio, che ha bloccato il truffatore

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Ha provato a truffare una donna di 70 anni con la tecnica del finto appartenente alle forze dell’ordine, ma è stato scoperto e arrestato dalla Polizia di Stato.

Ad intervenire sono stati gli agenti della squadra volanti che hanno arrestato un 53enne, originario di Enna, per tentata truffa.  La vicenda, verificatasi nel quartiere Cibali alcuni giorni fa, è iniziata con una telefonata che ha ricevuto il 75enne marito della vittima. Nel corso della chiamata, un uomo, spacciandosi per un fantomatico comandante delle forze dell’ordine, lo ha invitato con una scusa a recarsi in caserma. A quel punto, la moglie, rimasta da sola in casa, è diventata la vittima del tentativo di truffa.

Infatti, poco dopo, si è presentato alla porta della sua abitazione un altro sedicente appartenente alle forze dell’ordine che, con insistenza, cercando di carpire la buona fede dell’anziana, le ha chiesto di consegnargli i gioielli di famiglia, considerati necessari per il pagamento di una cauzione in favore del marito che si trovava nei guai per aver commesso una rapina in uno dei paesi etnei.

Nonostante l’ostinazione del suo interlocutore, che ha cercato in tutti i modi di far leva sul suo stato emotivo, seppur impaurita dalla necessità di trovare una soluzione per aiutare il marito, la donna si è comunque insospettita e non ha creduto fino in fondo a quella storia. Ha capito che qualcosa di strano stava accadendo e per accertarsi che l’uomo presentatosi alla porta, al quale avrebbe dovuto consegnare preziosi per un valore di circa 15 mila euro, fosse davvero chi diceva di essere, ha telefonato alla nuora che, a sua volta, ha chiamato il figlio che si è precipitato a casa dell’anziana madre.

Solo dopo aver udito il citofono e compreso che il figlio della vittima stava per raggiungere l’abitazione, il falso appartenente alle forze dell’ordine ha deciso di lasciare i gioielli tentando di dileguarsi.

Tuttavia, scendendo le scale è stato notato proprio dal figlio che, nel frattempo, era salito di corsa fino a raggiungere la madre, la quale rapidamente e dettagliatamente gli ha fornito la descrizione del malfattore.

Resosi conto che l’uomo che aveva incrociato per le scale era il truffatore descritto, il figlio ha iniziato un inseguimento e, senza mai perderlo di vista, è riuscito a bloccarlo nelle immediate vicinanze. Nel frattempo ha chiamato il numero unico di emergenza e, in attesa dell’arrivo dei poliziotti, ha pure scattato una foto alla persona fermata per farsi confermare dalla madre che si trattasse proprio dell’uomo che poco prima aveva tentato di truffarla.

I poliziotti, giunti sul posto, hanno arrestato il truffatore, che è stato riconosciuto dalla vittima. Informato il Pubblico Ministero di turno, l’uomo è stato sottoposto agli arresti domiciliari in attesa del giudizio direttissimo.

 

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