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Cronaca

Catania, sparatoria nel rione Librino del 2020, due arresti per tentato omicidio

A finire in manette Alfio Castagna, 37 anni, e Renè Distefano di 34. Un conflitto a fuoco che coinvolse esponenti dei clan “Cursoti milanesi” e “Cappello” e che causò due morti e sei feriti

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Tentato omicidio e detenzione e porto di arma, reati aggravati dal metodo mafioso e per avere agevolato la cosca. Sono i reati contestati a due soggetti vicine al clan Cappello. Si tratta di  Alfio Castagna, 37 anni, e Renè Distefano di 34, ai quali è stata notificata in carcere dai carabinieri un’ordinanza di custodia cautelare .

Il provvedimento è stato emesso dal gip Marina Rizza, su richiesta del pool della Dda etnea coordinato dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo su indagini del nucleo investigativo dei carabinieri del comando provinciale di Catania.  E’ la quarta misura cautelare dell’inchiesta Centauri eseguita da militari dell’Arma sul conflitto a fuoco dell’8 agosto del 2000 in viale Grimaldi che coinvolse numerosi tra esponenti dei clan mafiosi dei Cursoti milanesi e dei Cappello e che causò due morti, Luciano D’Alessandro di 48 anni e Vincenzo Scalia di 29, e sei feriti.

Dall’operazione Centauri è scaturita una prima sentenza della Corte d’appello di Catania, emessa il 23 ottobre scorso, con 12 condanne, con pene comprese tra due e 12 anni di reclusione, e un’assoluzione. Dalle indagini e dalle dichiarazioni di ‘pentiti’ è emerso il presunto coinvolgimento dei due indagati che, secondo l’accusa, avrebbero partecipato al conflitto a fuoco, esplodendo diversi colpi contro due esponenti del clan rivale dei Cursoti milanese, Martino Carmelo Sanfilippo e Rosario Viglianesi, senza causarne la morte.

Diversi collaboratori di giustizia hanno ricostruito il contrasto insorto tra Carmelo Di Stefano, dei Cursori milanesi, e Gaetano Nobile, dei Cappello, e quello tra Salvuccio Junior Lombardo, dei Cappello, e Giorgio Campisi, dei Cursori milanesi, le fasi organizzative della spedizione e la dinamica effettiva del conflitto a fuoco. Agli indagati è contestato il conflitto a fuoco che sarebbe stato attuato per “riaffermare il prestigio e la supremazia del clan Cappello sul territorio” e che sarebbe stato anche “strumentale al controllo delle piazze di spaccio del rione San Berillo nuovo, contese da Carmelo Di Stefano”.

Tra i moventi citate anche le aggressioni subite da Gaetano Nobile, il 7 agosto del 2020, da appartenenti al gruppo di Carmelo Di Stefano, quella di Salvuccio jr Lombardo, dello stesso giorno, a Giorgio Campisi, Rosario Viglianesi e e Giovanni Nicolosi e l’esplosione di colpi di arma da fuoco, l’8 agosto del 2020, contro un centro scommesse ritenuto di pertinenza di Salvuccio Jr Lombardo. Lo stesso giorno ci sarà lo scontro in strada, con sparatoria, tra i due gruppi criminali.

 

Cronaca

Misterbianco, fuga gas in via San Nicolò, evacuate a scopo precauzionale alcune famiglie

Sul posto vigili del fuoco, operai di “2i Rete Gas”, carabinieri e polizia municipale

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Fuga di gas a Misterbianco nel tratto di via San Nicolò che incrocia via Bruno Buozzi e via delle Terme Romane. L’allarme è scattato poco prima delle ore 18, segnalato dai residenti della zona. Sembra che il gas metano stia uscendo da una conduttura interrata.

Sul posto stanno operando diverse squadre di vigili del fuoco del comando provinciale di Catania e operai di “2i Rete Gas”. Da quanto si apprende diverse famiglie sarebbero state evacuate a scopo precauzionale.

L’intera area è stata interdetta dalle forze della polizia municipale e dagli stessi vigili del fuoco. Tolta anche la corrente elettrica all’intera zona per consentire un intervento in sicurezza, finalizzato a riparare il guasto. Sul posto sono presenti anche carabinieri, tecnici del comune e Polizia Locale.

Notizia in aggiornamento

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Associazionismo

Catania, restituita parte della refurtiva all’associazione “Vita21″che si occupa di ragazzi “Down”

Gli autori del furto lasciano anche un biglietto: “Non sapevamo foste disabili” firmato “Arsenio Lupin”

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Sarà Pasqua ma i ladri si pentono e restituiscono parte delle colombe pasquali all’associazione che si occupa dei ragazzi “Down” alla quale le avevano sottratte. “Siamo ladri, ma non sapevamo che era associazione di ragazzi Down ci scusiamo, buona Pasqua. Firmato Arsenio Lupin’. E’ il messaggio che ha accompagnato la restituzione di 13 delle circa 50 colombe artigianali rubate assieme a degli elettrodomestici, nella notte tra il 14 e il 15 aprile scorsi, da Casa21 sede dell’associazione Vita21, che opera nel rione Picanello di Catania e che da oltre 13 anni si occupa di inclusione e reinserimento sociale di ragazzi con sindrome di Down.

Le colombe sono state realizzate e vendute nell’ambito del progetto Work to walk, finalizzato all’inserimento lavorativo dei ragazzi. Le hanno ritrovate in uno scatolo, assieme a barattoli di crema di pistacchio sempre realizzate dai ragazzi di Vita21, lasciato davanti Casa21.  A rendere nota la restituzione è stata la stessa associazione su Facebook.

“Questo è uno di quei post – si legge sul social di Vita21 – che vorremmo scrivere ogni giorno! Qualche minuto fa convinti che fosse una scatola con della spazzatura accantonata da qualcuno di noi e dimenticata lì, abbiamo scoperto che invece conteneva 13 colombe tra quelle che erano state rubate. Su tutti un bigliettino con scritto: ‘siamo ladri ma non sapevamo che era associazione ragazzi Down ci scusiamo buona Pasqua firmato Arsenio Lupin’. Non aggiungiamo altro. Siamo felici perché questo gesto possa rappresentare un nuovo inizio per queste persone. Se Vita21 è stata il tramite…Beh! Ne siamo orgogliosi. Buona Pasqua anche a voi! P.s.: però – conclude il post – gli elettrodomestici vi hanno fatto comodo…” . Il presidente di Vita21, Gianluca Marletta, si è detto “sorpreso dal gesto”, segnalando l’aspetto “positivo: da qualcosa di sbagliato è nato qualcosa di buono”, anche se le colombe sono “inutilizzabili perché rimasta troppo tempo al sole”.

Marletta è rimasto “travolto dall’enorme ondata di affetto e solidarietà che la notizia ha suscitato, con donazioni arrivate da ogni parte d’Italia e da persone che neppure ci conoscevano”.

“Sembra la sceneggiatura – osserva – di una storia di Natale, anche se siamo a Pasqua, ma va bene lo stesso”. Così sono arrivate altre colombe portate personalmente dal titolare di una nota azienda dolciaria, un privato ha donato una trentina di uova pasqua, un’associazione decine di colombe e un bollitore. Un negozio regalerà gli stessi elettrodomestici rubati, un’associazione un televisore, e diverse aziende insieme realizzeranno e installeranno un moderno antifurto a Casa21. “E’ il momento – conclude Marletta – di credere alle favole, perché questa è una bella favola…”.

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