Connect with us

Cronaca

Randazzo, cacciatori di frodo denunciati dai carabinieri della locale compagnia

I militari hanno sorpreso un 60enne e un 44enne, padre e figlio che cacciavano in un luogo in cui vigeva un divieto

Pubblicato

il

Non solo centri storici e periferie delle città, ma anche parchi e riserve naturali. I servizi di controllo ad opera dei carabinieri si estendono a macchia d’olio, nelle loro aree di pertinenza, al fine di contrastare l’attività venatoria clandestina in particolare all’interno di zone protette dei parchi, nel dettaglio in quello dei Nebrodi, delle Madonie e dei Monti Peloritani.

Proprio in quest’ottica, i carabinieri del comando stazione di Randazzo, con il supporto dei colleghi dello Squadrone Eliportato Cacciatori di “Sicilia”, hanno sorpreso un 60enne e un 44enne, padre e figlio che cacciavano in un luogo in cui vigeva un divieto.

I due sono stati rintracciarti e bloccati in contrada Casa Baiardo, in territorio di Randazzo. Dopo aver udito il rumore dell’esplosione di colpi di arma da fuoco, i militari hanno notato una jeep parcheggiata nei pressi di Casa Demanio Roccabellia e poi, poco distante, i due uomini.

L’area in cui si trovava la coppia era munita di cartello che segnalava il divieto di caccia, ma i due in barba al divieto, erano entrati nel parco armati e avevano già predato delle beccacce e un maialino nero. Armati di fucili, uno calibro 12 e 43 cartucce e l’altro calibro 20 con 23 cartucce a munizionamento spezzato e 3 cartucce da caccia calibro 12 a palla unica che sono stati sequestrati. I due cacciatori sono stati penalmente denunciati per introduzione di armi ed esercizio della caccia nei parchi naturali regionali.

Cronaca

Catania, picchiato un 30enne, tre giovani raggiunti dall’obbligo di dimora dalle 15 alle 02.30

Gli indagati sono accusati di lesioni aggravate dai futili motivi e dall’avere agito in numero superiore a cinque

Pubblicato

il

A Catania agenti della Squadra Mobile etnea hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale, nei confronti di tre giovani, due 23enni e un 22enne, accusati di lesioni aggravate dai futili motivi e dall’avere agito in numero superiore a cinque. L’ordinanza prevede l’obbligo di dimora tutti i giorni dalle 15 alle 02.30.

Secondo l’accusa, i tre farebbero parte di un gruppo che, il 4 gennaio scorso, nella zona della movida, nel centro della città, avrebbero selvaggiamente aggredito, per due volte la stessa sera, un giovane che ha riportato una “frattura pluriframmentaria scomposta del naso”, con prognosi di 30 giorni, diagnostica nel pronto soccorso dell’ospedale Garibaldi Centro dove è stato medicato. La vittima alla polizia ha detto di essere stata aggredita da un gruppo di giovani da lui conosciuti, in due distinti momenti e luoghi, “per futili motivi concernenti un banale diverbio avvenuto tempo addietro riconducibile a una ragazza, sorella di uno degli aggressori”.

Grazie alle testimonianze e la visione di filmati pubblicati sui social e di immagini registrate da apparati di videosorveglianza, la Squadra Mobile ha ricostruito “l ruolo ricoperto da ciascuno”, permettendo anche di fare luce su come “gli autori del fatto abbiano seguito la cosiddetta logica del branco, alternandosi, con vari ruoli, nel porre in essere l’azione violenta”.

 

 

Continua a leggere

Cronaca

Scordia, Fillea Cgil su decesso imprenditore: “Ogni morte sul lavoro è un fallimento dello Stato”

“Non è accettabile che nel 2025 si continui a morire cadendo da un’impalcatura- dice il sindacalista Vincenzo Cubito- È ora di dire basta alla logica del profitto a scapito della vita e della dignità dei lavoratori, siano essi dipendenti o datori di lavoro”

Pubblicato

il

Ancora una tragedia nel settore edile, ancora una vita spezzata sul lavoro. Esprimiamo profondo cordoglio per la morte di Nunzio Mazzone, 65 anni, titolare di un’impresa edile, deceduto dopo una caduta da un ponteggio mentre eseguiva lavori di ristrutturazione su una palazzina a Scordia”.

nella foto l’imprenditore Nunzio Mazzone

A parlare è Vincenzo Cubito segretario generale Fillea Cgil Catania- Caltagirone che cosi interviene dopo l’ennesimo incidete mortale sul lavoro La salma si trova adesso al cimitero di Scordia dove è stata portata subito dopo l’incidente su disposizione della procura di Caltagirone.  A condurre le indagini i carabinieri di Palagonia. A breve dovrebbe essere effettuata l’ispezione cadaverica. “A nome della Fillea Cgil di Catania e Caltagirone, ci stringiamo con dolore attorno alla famiglia della vittima. Ma al cordoglio si accompagna l’indignazione: non possiamo più assistere in silenzio a questa strage continua, consumata nei cantieri, troppo spesso in assenza di adeguate condizioni di sicurezza.

Ogni morte sul lavoro è un fallimento dello Stato, delle istituzioni, del sistema delle imprese- dice Cubito- Non è accettabile che nel 2025 si continui a morire cadendo da un’impalcatura.

È ora di dire basta alla logica del profitto a scapito della vita e della dignità dei lavoratori, siano essi dipendenti o datori di lavoro. Chiediamo con forza che venga fatta piena luce sulle dinamiche dell’incidente e che le autorità competenti verifichino il rispetto delle normative sulla sicurezza nei cantieri. Ma serve un cambio di passo urgente e strutturale: più controlli, più ispettori, più formazione, più prevenzione. La sicurezza sul lavoro non può essere un costo da ridurre, ma un diritto inviolabile da garantire. Lo ripetiamo da anni: il lavoro deve servire a vivere, non a morire” ha concluso così Cubito.

 

Continua a leggere

Trending