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Catania, il destino della STMicroelectronics all’attenzione della Commissione Attività Produttive dell’ARS

E’ questo il punto all’ordine del giorno della commissione, la quale si riunirà su specifica richiesta della deputata regionale M5S Lidia Adorno

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Fare chiarezza sul futuro del polo catanese di STMicroelectronics e sul destino dei suoi lavoratori all’ombra dell’Etna alla luce del taglio delle spese annunciato dall’azienda e del calo del fatturato registrato nel 2024 dall’impresa. È questo l’obiettivo dell’audizione chiesta dalla deputata M5S Lidia Adorno che martedì prossimo metterà attorno al tavolo della commissione Attività produttive pezzi del governo Schifani, dirigenti Stm e della Regione e sindacati.

In rappresentanza della Regione sono stati invitati il presidente, Renato Schifani, l’assessore alle Attività produttive, Edy Tamajo e il dirigente generale del dipartimento della Programmazione, Vincenzo Falgares.

Saranno presenti anche i rappresentanti di STMicroelectronics Italia, tra cui l’Amministratore Delegato, Lucio Colombo, il Sicily Human Resources Director, Ampelio Ventura, e il Responsabile nazionale risorse umane e relazioni industriali, Luca Civitico.

“Il sito catanese di STM – dice Adorno, che sulla vicenda ha presentato pure un’interrogazione – va tutelato, garantendo al contempo che le scelte industriali in atto non penalizzino il territorio e i lavoratori. Negli ultimi anni l’impresa ha beneficiato di ingenti investimenti pubblici attraverso i fondi PNRR e FESR per sostenere la sua crescita. Non possiamo permettere che lo stabilimento etneo, dopo aver ottenuto risorse pubbliche importanti dalla Commissione Europea nell’ambito del PNRR e dal PO FESR venga penalizzato, né che possano esserci ridimensionamenti, rimodulazioni o tagli al personale”.

Interverranno inoltre i rappresentanti delle principali sigle sindacali, tra cui la Segretaria Generale Provinciale della Fiom CGIL di Catania, Rosaria Scollo, il Segretario Generale della Fismic, Rosario Pappalardo, il Segretario Generale della Uilm, Giuseppe Caramanna, il Segretario Generale della Fim Cisl, Piero Nicastro, e il Segretario Generale della Uglm, Angelo Mazzeo.

“Uno degli aspetti che tiene in ansia i lavoratori e su cui va fatta chiarezza – continua Adorno – è capire se la produzione di carburo di silicio (SiC), utile per auto elettriche ed energie rinnovabili, verso la quale si è deciso di puntare con finanziamenti UE di oltre 360 milioni, basti a compensare il possibile calo del silicio tradizionale, senza mettere a rischio posti di lavoro e competitività del sito”.

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Violenza di genere, i deputati regionali di FI Gennuso e Pellegrino, presentano mozione

I due parlamentari propongono una formazione obbligatoria per giornalisti e professionisti, introduzione dell’educazione affettiva nelle scuole, richiesta di sanzioni nazionali contro la pubblicità che usa il corpo femminile come un oggetto

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Prevenzione culturale, sostegno alle vittime e riforme giudiziarie al centro di una mozione parlamentare presentata dai deputati di Forza Italia Riccardo Gennuso e Stefano Pellegrino, capogruppo all’Assemblea Regionale Siciliana (ARS), al fine di proporre una serie di iniziative e provvedimenti per contrastare la violenza di genere e i femminicidi.

Mozione che mira ad intervenire su più fronti: dalla formazione obbligatoria per giornalisti e professionisti coinvolti nella gestione dei casi di violenza, all’introduzione dell’educazione affettiva nelle scuole, fino alla richiesta di sanzioni nazionali contro la pubblicità che oggettivizza il corpo femminile. “La violenza di genere non è un’emergenza sporadica, ma un fenomeno strutturale radicato in disuguaglianze culturali e normative” hanno dichiarato i due firmatari. “Serve un piano che agisca sulle cause profonde: stereotipi tossici, linguaggio e spesso rappresentazione mediatica distorti e carenze educative, senza dimenticare il rafforzamento del sistema giudiziario e dei servizi sociali”.

La mozione articola le sue proposte su due livelli: azioni regionali e sollecitazioni al Governo nazionale.

Sul piano nazionale, spicca la proposta di corsi di formazione per tutti i professionisti (fra cui vengono indicati anche i giornalisti) coinvolti a vario titolo nella prevenzione o gestione dei casi di femminicidio. L’obiettivo specifico, per quanto riguarda gli operatori dell’informazione, è quello di garantire un linguaggio mediatico corretto, evitando narrazioni che associano il femminicidio a presunti “raptus” o “amori malati”, sminuendo la premeditazione o colpevolizzando indirettamente le vittime.

Ma non solo, proposta anche l’introduzione di percorsi obbligatori di educazione affettiva e relazionale in tutte le scuole, con un monte ore dedicato alla prevenzione della violenza di genere.  Altro elemento caratterizzante è la richiesta al Governo nazionale di rivedere le norme sulla comunicazione pubblicitaria, introducendo sanzioni efficaci per le campagne che riducono le donne a oggetti o perpetuano stereotipi di genere.   Accanto alle proposte preventive, la mozione sollecita interventi repressivi: l’introduzione del reato autonomo di femminicidio nel Codice penale, con pene più severe, e il rafforzamento degli organici di questure, uffici giudiziari e servizi sociali che gestiscono i casi di “codice rosso”.

Sul piano regionale, si chiede la creazione di un Osservatorio permanente sulla violenza di genere, incaricato di monitorare il fenomeno, raccogliere dati e segnalare rappresentazioni sessiste nei media locali e di potenziare i centri antiviolenza siciliani e di istituire protocolli integrati tra Comuni, ASP e scuole per identificare precocemente situazioni a rischio, con particolare attenzione alle aree periferiche e ai contesti socialmente vulnerabili.

“Combattere i femminicidi richiede coraggio: quello di investire nella cultura, di sfidare stereotipi radicati e di pretendere giustizia tempestiva. Con questa mozione, vogliamo dare un segnale chiaro: basta vittime, basta complicità” cosi concludono Gennuso e Pellegrino

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Biancavilla, Monte Calvario: interrogazione di Adorno (M5S) all’Ars

“Dopo 25 anni di attese, vogliamo sapere come stanno realmente procedendo i lavori”

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Un’interrogazione parlamentare per fare chiarezza sulla bonifica di Monte Calvario. A presentarla è Lidia Adorno, deputata del Movimento 5 Stelle all’Assemblea Regionale Siciliana, che chiede trasparenza sull’andamento dei lavori di messa in sicurezza e ripristino ambientale nella cava contaminata nel territorio di Biancavilla. Nella cava di Monte Calvario, a lungo utilizzata per l’estrazione di pietrisco lavico, nel 1997 è emerso il problema della pericolosa presenza  di fluoro-edenite,  minerale cancerogeno simile all’amianto.

Nonostante l’inserimento del sito tra quelli di Interesse Nazionale (SIN) nel 2001, i lavori di bonifica sono partiti solo a gennaio 2025, dopo anni di ritardi e rimpalli istituzionali. “Venticinque anni di promesse non mantenute, poi l’avvio del cantiere. Ora è il momento della verità. Vogliamo sapere, dichiara Adorno – come il governo regionale, guidato da Renato Schifani, stia monitorando l’esecuzione dei lavori e quali garanzie può offrire ai cittadini. Finalmente qualcosa si è mosso – prosegue la deputata pentastellata – ma è fondamentale sapere come si sta operando, quali misure di sicurezza sono state adottate e, soprattutto, quando verrà completata l’opera”.

La parlamentare denuncia il lungo silenzio istituzionale che ha accompagnato un’emergenza sanitaria silenziosa e, con la sua interrogazione, chiede risposte puntuali: dallo stato di avanzamento dei lavori alle modalità con cui si sta evitando una nuova dispersione di polveri pericolose. “Non vogliamo dichiarazioni vaghe – conclude – ma dati certi, accessibili e verificabili. Biancavilla ha già pagato un prezzo altissimo. Ora servono controllo, trasparenza e rispetto per i cittadini”.

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