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“C’è Posta per te”, la busta di Biancavilla rimane chiusa

Alla base dell’episodio, una rottura familiare tra mamma e figlia

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Non è bastato l’intervento di Maria De Filippi attraverso la sua trasmissione “C’è posta per te”, per far riconciliare una mamma con la propria figlia di Biancavilla. La busta, questa volta, è rimasta chiusa. È quanto avvenuto nella  puntata di ieri sera del noto programma Mediaset dove i protagonisti siciliani sono stati Nancy, sua figlia Rosa e il genero Nunzio. La vicenda ruota attorno a una frattura familiare profonda: Rosa ha interrotto ogni rapporto con la madre Nancy dopo la morte del padre. Il motivo principale della rottura è stato il fatto che Nancy, poco tempo dopo il lutto, ha iniziato una nuova relazione con Enzo. Questo ha provocato in Rosa un forte senso di abbandono, aggravato dalla percezione che la madre non le fosse stata vicina né durante il difficile percorso di elaborazione del lutto né in un momento critico per la sua salute.

Maria De Filippi ha cercato di mediare tra le due donne, cercando di far comprendere a Rosa che, nonostante tutto, sua madre desiderava riallacciare i rapporti. Tuttavia, il dolore e la rabbia di Rosa erano ancora troppo forti, decidendo alla fine di chiudere la busta, lasciando Nancy con il cuore spezzato. La conduttrice, pur accettando la decisione della figlia, ha espresso la speranza che un giorno madre e figlia possano riconciliarsi. Una storia che ha diviso profondamente il pubblico, mettendo in luce il dolore che può derivare da incomprensioni familiari e dalla difficoltà di accettare i cambiamenti dopo una perdita.

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Calcio serie D, il Paternò vince a Licata e conquista la matematica salvezza

Le reti di Panarello, Retucci e Guida regalano agli etnei tre punti fondamentali per la permanenza in serie D

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foto pagina ufficiale "Facebook" Paternò Calcio

Vittoria del Paternò sul difficile terreno del Licata che vince in rimonta dopo essere andato sotto di un goal. Un Paternò che conquista matematicamente con tre giornate di anticipo al termine della regular season la permanenza in serie D. Obiettivo di inizio stagione ottenuto con largo anticipo. E’ la gara di oggi è stata tatticamente perfetta. La squadra ha funzionato in tutti i reparti. Tutti i protagonisti si sono fatti trovare pronti.

La cronaca. Partenza sprint del Licata dopo trenta secondi con Furina la cui conclusione è parato a terra da Mileto. Padroni di casa che si rivedono in avanti al 24’bravo Mileto a respingere la minaccia portata da Furina. Due minuti dopo gialloblu in vantaggio con Bianco che si invola sulla fascia, si accentra e batte il portiere paternese. La rete subita scuote i rossazzurri etnei.

Al 28’ botta dalla distanza di Viglianisi respinta dalla difesa ospite. Un minuto dopo il Paternò reclama un rigore per un fallo subito da Retucci ma l’arbitro lascia correre. Insiste il Paternò alla ricerca del pari: Retucci di testa, su angolo, manda fuori di poco. Al 43’ il Paternò pareggia: angolo di Asero a centro area di rigore irrompe Panarello che di testa batte Rossi.  Allo scadere del primo tempo il Licata conquista un calcio di rigore ma l’arbitro, dopo un consulto con il guardalinee, ritorna sui suoi passi.

 

Nella ripresa il Paternò appare più determinato mentre il Licata prova a rendersi pericoloso. Al 10’ Paternò vicino al goal sull’asse Francia – Asero ma i difensori di casa respingono. Al 12’ Ancora Furina di testa impegna Mileto. Al 21’ il Paterno raddoppia con il bomber Retucci con una conclusione che non lascia scampo a Rossi.

Al 24’ terza rete degli ospiti con il capo cannoniere della squadra Angelo Guida. Uno due micidiale che taglia le gambe al Licata. Al 29’ Asero va vicino alla quarta segnatura ma Rossi para. Al 32’ si va vedere la formazione di casa con Minicori il cui diagonale è preda di Mileto. Al 34’ Tozay accorcia le distanze. Una rete che spinge il Licata ad un forcing finale per agguantare il pareggio. Tiro cross di Saito al 40’ ma Mileto smanaccia. Un minuto dopo il Paternò reclama un rigore per un presunto fallo su Puglisi ma per l’arbitro non c’è nulla. Dopo 5 minuti di recupero il fischio finale con i rossazzurri che festeggiano la conquista della salvezza

 

Licata 2

Paternò 3

 

Marcatori: PT 26’ Bianco, 43’ Panarello; ST 21’ Retucci, 24’ Guida, 34’ Tozay

 

Licata (3-5-2)Rossi 5,5; Mbaye 5,5, Calaiò 5,5, Semenzato 5,5; Lanza 5,5, Lucchese 5,5 (26’ st Tozaj 6), Maimone 6, Bianco 6, D’Antona 5,5 (47’st Nuhu sv); Furina 5,5 (15’ st Saito 5,5), Minacori 6. A disp.: Tchokokam, Caramanno, Marcellino, Giannone, Fravola, Brumat, All.: Giuseppe Romano 5,5.

 

Paternò (3-5-2): Mileto 7; Panarello 7, Porcaro 7(17’ st D’Alessio 6), Pappalardo 6,5; Sinatra 6, Puglisi 6,5 (45’ st Carmelo Greco sv), Viglianisi 7, Francia 6,5 (36’ st Miggiano sv), Asero 6,5 (49’ st Marino); Retucci 6,5 (41’ st Farinhas sv), Guida 7. A disposizione: Tosoni, Bertella, Di Francesco, Floridia. All.: Gaetano Catalano 7.

 

Arbitro: Milone di Barcellona Pozzo di Gotto 6 (Presotto e lendaro di Pordenone).

 

Note: Trasferta vietata ai tifosi del Paternò. Ammoniti: Puglisi, Francia, Panarello del Paternò; Lanza e Bianco del Licata. Recuperi: PT 3′; ST 5′.

 

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Paterno’: addio Giovanni

Sale al Cielo, nel giorno della Domenica delle Palme uno dei figli più cari della città di Paterno’: Giovanni Sparpaglia.

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Aveva sfidato le regole della sopravvivenza, delle statistiche mediche. Era passato oltre ogni parametro, in termini di attesa di vita, percepito come il più auspicabile. Ci si era abituati, tutti, a saperlo sempre lì, nella sua casa, stabile, tra i suoi libri e passioni, tra le sue abitudini, le sue uscite e i suoi viaggi. Lo avevamo cristallizzato nelle sue pose e nei suoi motti sagaci, che risultavano ormai familiari a tanti. Gli occhi vivissimi e brillanti quando tirava giù una delle sue uscite, obbediente sempre alla propria identità e mai schiavo dell’interlocutore da compiacere. Mai retorico, sempre sorprendente. La sua vicenda poteva in qualche modo farti fantasticare, coi suoi 104 anni suonati lo scorso 16 marzo, che la morte, forse, la si può aggirare…

E invece, questa Domenica delle Palme arriva come un appuntamento, stabilito da sempre, che cancella ogni utopistica fantasticheria e riporta al centro la verità più profonda di questa esistenza: la morte c’è e la giostra, ad un certo punto, si ferma, presto o tardi, ma si ferma.

Lo amiamo ancora di più, oggi, Giovannino, ora che si è consegnato tra le braccia del Padre. Smette in qualche modo di essere quell’highlander che avevamo ammirato e  amato, ma con un certo reverenziale distacco, e lo sentiamo più vicino, ora che in lui il mito si sfoca sullo sfondo mentre, in primo piano, brilla l’uomo che, semplicemente e umanamente, viene chiamato al Cielo.

E’ stato di certo un grande dono, per familiari, amici e i tanti conoscenti. Lui e la sua singolare esperienza di sopravvissuto alla prigionia nel campo nazista, esperienza che ha con generosità raccontato ai tantissimi giovani incontrati nelle scuole perché le nuove generazioni sapessero cos’è la guerra. Le sue testimonianze rimarranno un patrimonio da coltivare.

La redazione di Etnanews, insieme a tutti coloro che hanno avuto la gioia di conoscere il caro Giovannino Sparpaglia, si stringe attorno alla figlia Manrica, al genero Pasquale ed ai parenti tutti.

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