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giudiziaria

Catania, operazione “Mercurio”, il deputato Castiglione rigetta ogni accusa contestata

Il parlamentare, nell’interrogazione di garanzia, ha risposto al GIP Anna Maria Cristaldi, alla presenza della pm Raffaella Vinciguerra, proclamandosi estraneo a ipotesi di voto di scambio politico mafioso

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Interrogatorio di garanzia oggi per il deputato regionale Giuseppe Castiglione arrestato ieri dai carabinieri del ROS nell’ambito dell’inchiesta antimafia “Mercurio”.   Il parlamentare ha risposto per circa un’ora al giudice per le indagini preliminari Anna Maria Cristaldi, alla presenza della pm Raffaella Vinciguerra. Castiglione ha rigettato ogni accusa contestata, proclamandosi estraneo a ipotesi di voto di scambio politico mafioso.

Presente anche il legale difensore l’avvocato Salvo Pace, che ha annunciato che presenterà ricorso al Tribunale del riesame contro l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Castiglione ha spiegato i suoi rapporti con Domenico Colombo, uno degli indagati, sottolineando di non sapere di suoi eventuali legami con la criminalità organizzata e che lo conosceva perché era un dipendente dell’Amts. Stessa posizione anche per quelli con Giuseppe Coco.  Si erano impegnati per la sua campagna elettorale.

Gli unici interventi fatti, ha sostenuto Castiglione, sono stati per il quartiere di Librino: gli segnalavano una buca per strada o un’aiuola da potare e lui si attivava. Anche Rosario Bucolo, altro indagato dell’inchiesta, gli aveva chiesto un intervento per una piazzetta abbandonata: ‘ho preso il motorino, sono andato, ho verificato e ho sollecitato un intervento per la risistemazione”, ha spiegato Giuseppe Castiglione. Sul regolamento sul cimitero approvato in Consiglio comunale quando lui ne era il presidente, poco prima di dimettersi e di candidarsi alle Regionali in Sicilia del 2022, Giuseppe Castiglione ha spiegato che l’atto è stato presentato dall’allora giunta in carica. Gli era stato sollecitato perché, ha detto, c’era il rischio di perdere un finanziamento da un milione di euro. Per questo ha convocato capigruppo e l’ha poi portata in Aula. “Ma la delibera come è arrivata è stata votata e approvata, senza alcuna variazione, senza emendamenti, non sono intervenuto, che altro potevo fare”.

Matteo Marchese consigliere comunale di Misterbianco, arrestato ieri nell’ambito dell’operazione antimafia “Mercurio” si è dimesso dalla carica di consigliere. Lo ha annunciato lui stesso durante l’interrogatorio di garanzia che si è svolto davanti al gip di Catania, Anna Maria Cristaldi, alla presenza del suo legale, l’avvocato Salvo Pace, e della pm Raffaella Vinciguerra.

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Operazione “Meteora” Scarcerato Cristian Calvagno, il Gip tiene conto delle condizioni di salute

L’avvocato Giuseppe Lipera, difensore di Calvagno, aveva avanzato numerose richieste, sostenendo che l’indagato “soffre di una grave depressione ed è tormentato da un forte senso di colpa per la malattia del figlio minorenne”

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Il gip di Catania ha preso una decisione importante riguardo l’indagato Cristian Calvagno, imponendogli l’obbligo di dimora nel suo paese d’origine, Biancavilla, e l’obbligo di presentarsi periodicamente alla polizia giudiziaria. Questo provvedimento è arrivato dopo che Calvagno, arrestato nel novembre 2024 nell’ambito dell’operazione Meteora, era stato coinvolto in un’inchiesta su un’associazione mafiosa legata al clan Santangelo di Adrano e alla frangia del clan Mazzei. Il suo arresto aveva suscitato notevole attenzione, ma la sua condizione di salute ha avuto un ruolo cruciale nel provvedimento del giudice.

Calvagno, il 20 gennaio scorso, aveva tentato il suicidio nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), dove è detenuto, assalito dai sensi di colpa per non poter accudire il figlio molto malato.

L’avvocato Giuseppe Lipera, difensore di Calvagno, aveva avanzato numerose richieste, sostenendo che la detenzione in carcere fosse incompatibile con la salute dell’indagato. In particolare, Lipera aveva sottolineato una situazione psicologica e fisica critica: Calvagno soffre di una grave depressione, è tormentato da un forte senso di colpa per la malattia del figlio minorenne, e ha perso notevoli chili, circa 15, che ne hanno peggiorato le condizioni fisiche.

Un aspetto centrale della decisione del gip Montoneri è stato che, nonostante i ripetuti solleciti, le informazioni sulle condizioni di salute di Calvagno non sono state adeguatamente fornite dal carcere di Santa Maria Capua Vetere e dal personale sanitario. Questo ha portato alla decisione di trasferire gli atti alla Procura di Santa Maria Capua Vetere e al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) affinché vengano adottate misure appropriate, in particolare per quanto riguarda la gestione sanitaria dell’indagato e le responsabilità del direttore del carcere.

Il provvedimento dell’obbligo di dimora, pur tenendo conto della salute di Calvagno, non esclude il proseguimento delle indagini e l’eventuale evoluzione della situazione legale.

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Ramacca, si dimette il sindaco Vitale, arrestato nell’inchiesta “Mercurio”

Il prefetto di Catania, Maria Carmela Librizzi, lo aveva sospeso dalla carica di primo cittadino

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Nunzio Vitale, sindaco di Ramacca, si è dimesso nella giornata di oggi dalla carica di primo cittadino. Vitale è detenuto, da qualche giorno, nel carcere catanese di Bicocca, in quanto coinvolto nell’ambito dell’inchiesta antimafia “Mercurio”. Vitale è accusato di voto di scambio politico-mafioso.

Il prefetto di Catania, Maria Carmela Librizzi, all’indomani dell’arresto, aveva sospeso dalla carica il sindaco di Ramacca, Nunzio Vitale, e il Vice Presidente del Consiglio Comunale Salvatore Fornaro.

Vitale ha chiesto di poter essere interrogato per chiarire la propria posizione. Il suo difensore Maria Licata ha annunciato ricorso al Tribunale del riesame. A seguito del passo indietro dell’ormai primo cittadino, decade anche la Giunta comunale. Sarà un commissario a guidare il comune al ritorno alle urne.

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