Connect with us

In Primo Piano

Biancavilla, “FacciAMO prevenzione”: sabato convengo e screening gratuiti per combattere il cancro al seno

L’evento è curato dal dottore Alessandro Belvedere ed organizzato da Yviitv e Il Fatto Siciliano

Pubblicato

il

Giornata di prevenzione quella di sabato 15 marzo a Biancavilla, dedicata allo screening ecografico mammario riservato a donne di età compresa tra i 18 ed i 90 anni. L’evento, che si terrà presso “Desideria Resort” di contrada Chiusi Pira a partire dalle ore 10:00, è curato dal Dott. Alessandro Belvedere – Dirigente Medico Ospedale dell’Unità MCAU del Policlinico di Catania – e promosso da Yviit e il Fatto Siciliano.  Ad intervenire, oltre al dott. Belvedere, saranno la professoressa Chiara Longo (madrina dell’evento), il dottore Marco Furci (Direttore Brest Unit Policlinico Catania) ed il dottore Vincenzo Bulla (Cardiologo – ex primario Ospedale Maggiore Modica). A moderare, Carmelo Cantarella. Subito dopo la conferenza, si eseguiranno gli screening gratuiti su prenotazione che potrà avvenire tramite il numero di telefono 3200818207.

giudiziaria

Catania, assoluzione del professore che palpeggiò studentesse, Procura presenta ricorso

“Non c’è stata una pressione particolare delle mani” sul seno scrissero i giudici nella sentenza di assoluzione. Docente era imputato di violenze sessuali e molestie verbali avvenute tra il 2010 e il 2014 nei confronti di otto ragazze

Pubblicato

il

A Catania la Procura di Catania ha presentato appello contro la sentenza di assoluzione del professore dell’università etnea che era imputato di violenze sessuali e molestie verbali avvenute tra il 2010 e il 2014 all’ospedale Vittorio Emanuele-Ferrarotto nei confronti di otto studentesse.

Il docente è stato assolto dalle accuse, in parte perché prescritte, e altre, motivò il tribunale, in quanto è vero che “ha appoggiato i palmi al seno” però “non c’è stata una pressione particolare delle mani”. Nel ricorso, firmato dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dal sostituto Francesco Cristoforo Alessandro Camerano, si censura “l’inaccettabile decorso del tempo” del processo che “ha impegnato diversi collegi ed è durato 9 anni per una sentenza di primo grado che ha creato un danno alle parti offese e ha inciso sui ricordi dei testimoni”.

“La sentenza impugnata – scrivono i pm Ardita e Camerano – erra nella applicazione concreta dei consolidati principi generali in tema di valutazione delle dichiarazioni della parte offesa, che pure dichiara di volere applicare”.

La Procura sottolinea “l’insanabile vizio logico di contraddizione interna della motivazione” che da una parte riconosce che a carico dell’imputato “è certamente emersa la prova di un comportamento predatorio, ossessivo nei confronti delle studentesse che sceglieva come oggetto del suo desiderio sessuale, come dimostrano le convergenti dichiarazioni delle persone offese, nonché di una pluralità di testimoni che erano a conoscenza dei seriali modi di fare del professore”, ma poi – si sottolinea nell’appello – “perviene alla illogica conclusione della carenza di prova del dolo (pur avendo affermato che è emersa la prova del delirio sessuale dell’imputato) e dell’elemento oggettivo del reato contestato di violenza sessuale”.

La Procura etnea censura la sentenza che guarda al singolo dettaglio e non al quadro d’insieme con “l’errata parcellizzazione” delle testimonianze delle parti offese che sfociano nella “non motivata conclusione della inattendibilità dell’intero narrato convergente”.

Per i pm Ardita e Camerano, infatti, “costituisce una prova insuperabile della responsabilità penale dell’imputato il narrato complessivo di ben 8 diverse giovani vittime, molte delle quali non si conoscevano affatto tra di loro all’epoca delle violenze subite, le quali riferiscono concordemente le medesime violenze subite, in modo convergente, dettagliato e puntuale, anche con riferimenti a taluni specifici particolari”.

 

Continua a leggere

In Primo Piano

Paternò, il PD sollecita il consiglio comunale a votare la sfiducia a Naso, dopo rivelazioni di un pentito

Da registrare anche l’intervento della ex deputata regionale M5Stelle Martina Ardizzone: “Non ne possiamo più di questa narrazione. Vogliamo ripartire dalla legalità. Prima si riesce a mettere un punto su questa storia, prima riusciremo a rinascere”

Pubblicato

il

“Ventiquattro consiglieri comunali tengono in ostaggio 50 mila cittadini. Chi vuole veramente il bene della Città, si adoperi per mandare al più presto al voto i cittadini, senza indugio”.

A scriverlo sono componenti del Partito Democratico di  Paterno i quali sono intervenuti in merito alle recenti dichiarazioni del nuovo collaboratore di giustizia Sebastiano Di Mauro, riportate dalla stampa, il quale sarebbe a conoscenza “dei rapporti fra il sindaco Nino Naso e gli esponenti della famiglia Morabito”.

Il sindaco di Paternò Nino Naso è indagato nell’inchiesta “Athena” con l’accusa di voto di scambio politico -mafioso .

“Paternò continua a balzare agli onori della cronaca. Una città in agonia in cui si rincorrono clientele e collusioni e in cui non sembra ci sia ancora spazio per la bella politica del bene comune. Senza voler entrare nel merito delle dichiarazioni diffuse a mezzo stampa, se il sindaco non sente la necessità di dimettersi, per difendersi nelle opportune sedi giudiziarie, i consiglieri comunali devono intervenire a difesa di questa città e delle sue istituzioni locali e non restare attaccati a piccoli interessi di bottega e legati alla comoda “gettonata” poltrona” scrivono i DEM .

Il Partito Democratico ha evidenziato che i consiglieri comunali di opposizione e in particolare quelli di Fratelli d’Italia “ non sono riusciti – perché non lo vogliono- a sottoscrivere e votare una mozione di sfiducia e a scrivere la parola fine all’onta che si estende sulla nostra città , comunità che ogni giorno sprofonda in un baratro senza fondo. Noi non siamo interessati alle questioni penali, che sono personali e che ognuno dovrà chiarire con i Magistrati , il problema è squisitamente politico e la politica lo deve risolvere. Chi vuole veramente il bene della Città, si adoperi per mandare al più presto al voto i cittadini, senza indugio ; in caso contrario, voi 24 ,  avrete la  responsabilità morale della “distruzione” di una Comunità”  scrivono quelli del PD.

Martina Ardizzone, ex consigliere comunale ed ex deputato regionale del Movimento 5 stelle, esprime su un post pubblicato sulla propria  pagina sociale la propria preoccupazione sul delicato momento che sta vivendo la città.

“Sulle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Di Mauro, relative al presunto rapporto tra il Sindaco Naso e il clan Morabito per il supporto alle elezioni del 2022, mi sento di dire che su una cosa siamo assolutamente d’accordo: confidiamo che questa storia si chiuda, una volta per tutte. Proprio per questo ci saremmo aspettati un passo indietro, già mesi fa, da parte del Sindaco. Abbiamo tutto l’interesse, da paternesi, a lasciarci alle spalle questo orrendo capitolo e a liberarci di questo peso, di questo macigno.  Che sia il prefetto o la magistratura, che sia il consiglio comunale con la sfiducia o il Sindaco stesso con le dimissioni: l’importante è che si molli finalmente la presa sulla nostra città. Non ne possiamo più di questa narrazione. Vogliamo ripartire dalla legalità. Prima si riesce a mettere un punto su questa storia, prima riusciremo a rinascere” chiude così il poste di Martina Ardizzone .

Continua a leggere

Trending