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Paternò, problemi nel settore servizi sociali, non rinnovate convenzioni con cooperative

Si teme l’interruzione di alcuni servizi visto che l’ente comunale ha indetto un bando pubblico e i tempi sono lunghi per espletamento. Intanto nove operatori che lavoravano al comune per conto delle cooperative hanno scritto al Ministro del Lavoro.

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Si prospetta un periodo per gli uffici ai servizi sociali del comune di Paternò. Da domani infatti il settore in questione avrà nove operatori in meno visto che lavoravano per conto di quattro cooperative; quest’ultime avevano sottoscritto delle convenzioni con il comune di Paterno e che andavano avanti ormai dal 2019. Personale che gestiva i servizi previsti dal fondo nazionale per la lotta alla povertà e inclusione. Non è da escludere, quindi, che da domani 17 marzo, si possano registrare dei disagi per gli utenti che si rivolgeranno ai servizi sociali.

Il comune di Paternò, anziché procedere al rinnovo dell’affidamento, ha scelto di ricorrere al concorso pubblico, per il quale sono già state presentate circa 1.800 domande, un numero che inevitabilmente allungherà i tempi per la selezione e l’attivazione del nuovo personale. Le nove unità che da domani si ritroveranno senza lavoro hanno scritto al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Elvira Calderone, alla quale hanno spiegato in una lunga lettera cosa è successo :

“Con la presente desideriamo attirare la sua attenzione su un problema, a parere nostro, di grande urgenza che riguarda il settore dei Servizi Sociali del Comune di Paternò, provincia di Catania, dove sin da luglio 2019 fino al 14 marzo c.a. è stato espletato un servizio a favore della collettività locale-  si legge nella missiva- col Fondo Nazionale per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale. Tale servizio è iniziato con i fondi del PON INCLUSIONE nel luglio del 2019 ed è continuato sino ad oggi con i fondi del PAL 2018, 2019 e 2017 attraverso l’affidamento alle Cooperative sociali (TEAM, IALITE, ISIDE e ARCA). A differenza di altri comuni presenti nel territorio che hanno continuato con l’affidamento diretto alle cooperative, il Distretto Socio Sanitario 18 la deciso di usare i Fondi del PAL 2020 per fare un concorso interno della durata di un anno- prosegue la lettera- non inserendo minimamente titoli di servizio per il personale operante nel settore dal 2019.

Siamo un gruppo di 9 professionisti (assistenti sociali, educatori, assistenti amministrativi) impegnati nel settore di cui in oggetto, con l’obiettivo di sollecitare un’azione decisiva da parte del suo Ministero”. Nella lettera i nove professionisti hanno evidenziato che è necessario un intervento immediato in quanto verrà meno un servizio “essenziale” per la comunità che si troverà senza il supporto di cui necessita in quanto “non si riuscirà più a seguire le fasce deboli della popolazione locale che usufruiscono dell’ADI (Assegno di Inclusione), del servizio ASACOM, dei servizi di disabilità grave e gravissima, dell’educativa domiciliare richiesta dai Tribunali per i minori con procedimenti a carico, ecc., tutti servizi in gran parte gestiti dal gruppo PAL” .

Inoltre nella lettera al Ministro i nove sottoscrittori hanno sottolineato il fatto che il personale del settore servizi sociali del comune è sottodimensionato in quanto non è stato potenziato.  “Crediamo fermamente che il suo Ministero abbia il potere e la responsabilità di intervenire in modo efficace in questa situazione. Pertanto la sollecitiamo a chiedere di valutare l’opportunità di inserire nel bando elementi di valutazione utili alla salvaguardia e alla valorizzazione del personale dei servizi sociali attualmente impiegati presso il Comune in appalto con la Cooperativa Arca. Inoltre, crediamo anche che come hanno operato altri comuni dell’isola (ad esempio il D12) i fondi del PAL potevano essere impiegati per continuare il servizio con l’appalto alle Cooperative Sociali perché il concorso con circa 2000 domande arrivate, aperto a tutti, da affidare ad una ditta esterna per le procedure di espletamento avrà tempi lunghissimi, diversamente si sarebbe alleviata una situazione che si prospetta drammatica perché mancando forza lavoro per molti mesi o addirittura anni si bloccheranno tanti servizi” concludono i nove sottoscrittori della missiva al Ministro.

Da parte sula l’assessore ai servizi sociali del comune di Paternò Giovambattista Caruso: “Il problema non riguarda solo Paternò, ma anche Ragalna e Belpasso perchè fanno parte dello stesso distretto socio sanitario. Si è in attesa che si espleti questo concorso- ha detto Caruso. Venendo a mancare queste nove figure il problema è gestire tutte quelle problematiche che riguardano la popolazione. Si stata cercando di ottenere una proroga per quanto riguarda questa attività fino a quando non sarà espletato il concorso e si lavora per recuperare i fondi.

Una volta espletato il concorso 18 figure dovrebbero prendere servizio presso il comune di Paternò- ha proseguito l’assessore –  Sono arrivate fino adesso circa 2 mila domande per il comune di Paternò, altrettante, se non sbaglio per gli altri due comuni. Ci sarà una pre-selezione che dovrebbe essere affidata alla società che dovrà gestire il concorso e ci si augura che entro un paio di mesi il concorso possa essere espletato. Penso che non ci saranno disagi per i cittadini, ma per il personale che resta ai servizi sociali. Sono poche le unità lavorative e non facile gestire l’enorme mole di lavoro” ha concluso l’assessore Giovambattista Caruso.

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Paternò, ex Esa tra Amianto, incuria e degrado: Presentata interrogazione consiliare

L’interrogazione è stata presentata dal capogruppo di Fratelli d’Italia, Alfio Virgolini

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Un’area dimenticata, che da anni versa in uno stato di completo abbandono, tra degrado, incuria e timori per la salute pubblica. È la zona dell’ex Ente di Sviluppo Agricolo (ESA) di via Canonico Renna, a Paternò, al centro di un’interrogazione presentata dal consigliere comunale Alfio Virgolini, del gruppo consiliare di Fratelli d’Italia.

“Da immemorabili anni i terreni dell’ex ESA si trovano totalmente abbandonati, ridotti in uno stato di degrado e non più utilizzati per scopi agricoli”, scrive Virgolini, sottolineando come la mancanza di manutenzione e cura abbia generato una situazione tutt’altro che idilliaca dal punto di vista della sicurezza, della pubblica incolumità e della salute, aggravata dalla possibile presenza di amianto.

Alla luce delle continue segnalazioni dei residenti delle zone limitrofe – in particolare via Sardegna e Villetta  – e dei genitori degli alunni che frequentano l’Istituto scolastico di via Vulcano, il consigliere rilancia una proposta di rigenerazione urbana: demolire le strutture esistenti per realizzare spazi verdi, parcheggi, aree di sosta e una possibile base per la Protezione Civile da attivare in caso di emergenze o calamità naturali.Virgolini ricorda che la Protezione Civile locale, pur svolgendo un ruolo fondamentale nella gestione delle emergenze, opera senza un piano strategico aggiornato, scaduto intorno al 2012. Una lacuna che, a suo avviso, va colmata con urgenza.Per questo motivo, il consigliere ritiene “necessario che l’Amministrazione Comunale provveda a far elaborare un progetto esecutivo”, e chiede che gli enti regionali competenti valutino la cessione dell’area, al fine di individuare soluzioni concrete per la sua valorizzazione.

“È utile –  scrive ancora – il coinvolgimento della comunità locale nel processo di pianificazione, affinché l’utilizzo futuro dell’area sia coerente con le esigenze e le aspettative della popolazione”.

Nel dettaglio, il consigliere Virgolini interroga il Sindaco per sapere: Se siano stati avviati contatti con i responsabili dell’ex ESA per verificare la disponibilità alla cessione dei terreni; Se vi siano state interlocuzioni con l’Assessorato Regionale alla Protezione Civile per individuare finanziamenti da destinare alla riqualificazione dell’area; Quali interventil’Amministrazione Comunale intenda adottare.

Virgolini conclude auspicando l’apertura di un tavolo di concertazione, affinché l’Amministrazione possa cominciare a prospettare soluzioni idonee per restituire alla città un’area oggi inutilizzata, ma dal grande potenziale.

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Sicilia, dal governo regionale 26 milioni di euro per imprese danneggiate dal Covid-19

Agevolazioni previste per circa 500 nuovi beneficiari e che consistono in un finanziamento a tasso zero, compreso tra un minimo di 10 mila e un massimo di 100 mila euro

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Ammontano a quasi 26 milioni di euro le risorse che, su proposta del dipartimento della Programmazione, il governo regionale impiegherà per rifinanziare l’avviso pubblico del 2022 destinato alle piccole, medie e micro imprese danneggiate dalla pandemia di Covid-19.

“L’emergenza sanitaria – dice il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani – ha messo in ginocchio numerose aziende siciliane e sono molte le difficoltà che gli imprenditori sono costretti a fronteggiare ancora oggi. È volontà del mio governo, quindi, impiegare risorse che non sono state utilizzate per fornire liquidità immediata alle imprese che ne hanno bisogno, agevolando l’accesso al credito e incentivando investimenti in innovazione, digitalizzazione e sostenibilità”.

La giunta di governo, infatti, nella seduta odierna ha approvato la riprogrammazione di economie e mancati utilizzi di fondi provenienti da altre misure. Questo consentirà lo scorrimento della graduatoria, ferma perché a fronte di una dotazione finanziaria pari a 187 milioni di euro erano pervenute istanze per 274 milioni.

I 25.849.647 euro recuperati consentiranno di concedere le agevolazioni previste dall’avviso a circa 500 nuovi beneficiari. La misura, gestita dall’Irfis-FinSicilia, è rivolta a micro, piccole e medie imprese con sede legale o operativa in Sicilia, che avevano presentato domanda e che, a causa dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, hanno registrato nel 2020 una riduzione del fatturato di almeno il 30% rispetto al 2019. L’agevolazione consiste in un finanziamento a tasso zero, compreso tra un minimo di 10 mila e un massimo di 100 mila euro.

 

 

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