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Chiesa

Paternò, momento di preghiera dopo l’atto sacrilego, due le croci danneggiate

Ieri sera circa 500 persone si sono raccolte in preghiera proprio nel piazzale della Chiesa Santa Maria dell’Alto per dire no all’inciviltà. Una delle due croci danneggiate è stata già “riparata” e ricollocata nel suo posto

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Immediata risposta della comunità di Paternò dopo l’atto sacrilego del danneggiamento di due delle tre croci presenti nel piazzale antistante la Chiesa San Maria dell’Alto con relativa sparizione del “lenzuolo bianco” presente nelle croci centrale. Ed ieri sera circa 500 persone si sono raccolte in preghiera proprio nel piazzale dinanzi alle Croci. Una delle due croci è stata già “riparata” e ricollocata nel suo posto. La croce centrale, quella che rappresenta la “Croce di Cristo” sarà riposizionata domani sera nel corso della processione penitenziale alla presenza dell’Arcivescovo di Catania Mons. Luigi Renna. Ed ieri sera erano presenti esponenti del il clero locale, l’amministrazione comunale, rappresentati di associazioni attive sul territorio ma anche semplici cittadini.

Un gesto quella del danneggiamento delle croci che ha suscitato indignazioni e condanne a tutti i livelli.  “Condanniamo con fermezza e sgomento quanto accaduto presso il piazzale antistante la nostra chiesa Matrice- scrive Forza Italia – La profanazione delle croci sulla nostra collina storica, rappresenta un attacco alla memoria storica e all’identità collettiva di una comunità. Si tratta dell’ennesimo episodio deplorevole che ha profondamente ferito la sensibilità della nostra comunità, per cui quel simbolo rappresenta i valori tramandati dai nostri Padri e le tradizioni della nostra Pasqua radicate nella nostra memoria collettiva.

Un gesto incivile e intollerabile che non deve limitarci all’indignazione e allo sdegno piuttosto deve spingere un’intera comunità a 𝐫𝐞-𝐚𝐠𝐢𝐫𝐞 unita e attivarsi nella ricerca di soluzioni da attuare per la tutela del nostro patrimonio artistico-architettonico e culturale. Ribadiamo con forza l’urgenza di istituire insieme alle autorità civili e militari, alle associazioni e tutte le forze politiche della città, un tavolo tecnico per la sicurezza.  Confidiamo nel lavoro delle autorità insieme alle forze dell’ordine per identificare i responsabili di questo vile gesto. E se dietro a questo gesto vi fosse un intento intimidatorio o un messaggio d’odio, la condanna è ancora più netta: la nostra comunità risponde con coesione e rigore, isolando chi vuole seminare paura o divisione” .

Intervento anche del Partito Democratico: “Condanniamo con forza l’atto vandalico che ha portato alla distruzione delle croci poste nel piazzale antistante la Chiesa Matrice di Paternò. Il PD auspica che venga fatta luce sui responsabili. Un gesto offensivo, non solo nei confronti di un sentimento religioso, ma dell’intera comunità civile. Chiede con risoluta fermezza che l’amministrazione intervenga — di concerto con il Prefetto e le forze dell’ordine — per aprire un tavolo che ponga in essere soluzioni concrete rispetto all’abbandono di intere zone della Città.

Abbandono che porta inevitabilmente a problemi di ordine pubblico e decoro urbano. Mette in guardia, con altrettanta fermezza, da eventuali ed inutili ‘guerre di religione’; da una inopportuna ‘caccia all’immigrato’, che ad altro non servirebbe se non ad imbarbarire ancora di più il clima. Invitiamo tutti, in primo luogo le istituzioni, ad evitare l’indignazione ’un tanto al chilo’.

È sacrosanto indignarsi, ma non solo quando vengono compiuti gesti lesivi dei nostri simboli. Sarebbe opportuno farlo tutti i giorni per le condizioni di degrado urbano, morale e civile che ormai da anni soffocano Paternò. Le responsabilità di queste condizioni vanno ricercate nel tessuto sociale della nostra città, nei sui ceti dirigenti, e non altrove” si chiude così la nota del PD.

 

Chiesa

Paternò, Festa della Madonna della Consolazione tra fede, preghiera e speranza

Dopo la mistica celebrazione Eucaristia dell’aurora, nella serata la processione con il fercolo e i simulacri, ha attraversato le strade del centro storico.

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All’alba di ieri, uomini, donne e bambini di Paternò si sono messi in cammino verso la collina storica per rinnovare un gesto di devozione che attraversa le generazioni: il pellegrinaggio alla Madonna della Consolazione. Un appuntamento sentito, scandito dal silenzio e dalla preghiera, come ha ricordato l’orionino don Giovanni Carollo, con le parole del Salmo che hanno aperto la liturgia eucaristica sul piazzale:

“O Dio, tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco, di te ha sete l’anima mia, a te anela la mia carne, come terra deserta, arida, senz’acqua”.

Dopo la mistica celebrazione Eucaristia dell’aurora, nella serata la processione con il fercolo e i simulacri, ha attraversato le strade del centro storico. Portatori e Confrati, con canti e preghiere, hanno testimoniato una fede che vuole anche essere segno di rinascita per una città che soffre.

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“Riprendere gli spazi presi da altri, ciò che ci appartiene è benedetto da Dio”, ha detto il rettore don Juan Miguel Sanchez. Guardando con amarezza ma anche con speranza a un centro storico oggi quasi deserto, con attività commerciali ridotte al minimo e una disoccupazione che pesa sulle famiglie.

La festa della Madonna della Consolazione si è chiusa nel giorno dell’Ascensione, un momento che ha rafforzato il significato spirituale dell’intera celebrazione: “Il Cristo patirà e risorgerà dai morti”, ricordano le letture liturgiche.

Oggi, al calare della sera, la comunità si è ritrovata ancora una volta per la Santa Messa, presieduta da don Giovanni Carollo (direttore Provinciale della Piccola Opera della Divina Provvidenza), nuovamente sul piazzale dove tutto ha avuto inizio. Presenti anche esponenti dell’amministrazione comunale e delle Forze dell’ordine.

Un appuntamento speciale anche perché darà l’appuntamento al ritorno del nuovo Santuario. Per ora inagibile ma presto sarà riaperto alla folla dopo i lunghi lavori di restauro. Pronto ad accogliere i fedeli, si prepara a celebrare il suo 71° anniversario, il prossimo 26 giugno. Un segno di continuità e speranza per un popolo che nella fede trova forza e identità.

 

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Chiesa

Catania, Giubileo dei politici e dei sindaci, arcivescovo Renna:”Politica è servizio, carità, inclusione sociale”

“Tutte le società che escludono – ha detto monsignor Renna – prima o poi pagano le conseguenze dell’esclusione di persone dal loro interesse, sia perché si impoveriscono, sia perché creano un conflitto sociale, invece di prevenirlo”.

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Servizio, amore politico, opzione preferenziale per i poveri sono i tre messaggi consegnati dall’arcivescovo di Catania Luigi Renna ai politici e agli amministratori locali presenti oggi in Cattedrale per il Giubileo che li riguardava.

All’evento erano presenti il nuovo prefetto di Catania, Pietro Signoriello, il sindaco della città etnea Enrico Trantino, sindaci e amministratori di molti comuni della diocesi e della provincia, deputati nazionali e regionali.

La cerimonia del Giubileo dei politici e degli amministratori locali è stata curata dall’Ufficio Problemi sociali e Lavoro dell’arcidiocesi diretto da don Alfio Carbonaro, e dall’Istituto di formazione all’Impegno sociale e politico “Sant’Agata per Catania”, presieduto dall’ex prefetto Claudio Sammartino.

“Il potere per un cristiano – ha detto l’arcivescovo nell’omelia – è servizio, ed ha la sua icona ispiratrice nel gesto della lavanda dei piedi, con il quale Cristo ha voluto dire che regnare, custodire, salvare, è servire umilmente. Nel servire si ha cura di tutti, anche degli avversari. La sfida di Gesù è quella di non avere avversari, di non considerarli tali, ma di lavare i piedi anche a colui che lo avrebbe tradito”.

Per questo la politica si trasforma in atto di carità. “È carità – ha specificato mons. Renna – stare vicino a una persona che soffre, ed è pure carità tutto ciò che si fa, anche senza avere un contatto diretto con quella persona, per modificare le condizioni sociali che provocano la sua sofferenza. Se qualcuno aiuta un anziano ad attraversare un fiume – e questo è squisita carità –, il politico gli costruisce un ponte, e anche questo è carità.

Se qualcuno aiuta un altro dandogli da mangiare, il politico crea per lui un posto di lavoro, ed esercita una forma altissima di carità che nobilita la sua azione politica». In terzo luogo, l’arcivescovo ha insistito sull’opzione preferenziale per i poveri, che nell’azione politica tende a includere.

“Tutte le società che escludono – ha detto monsignor Renna – prima o poi pagano le conseguenze dell’esclusione di persone dal loro interesse, sia perché si impoveriscono, sia perché creano un conflitto sociale, invece di prevenirlo. Prendersi cura dei quartieri poveri ad esempio quando si redige un PUG, prendersi cura delle condizioni di lavoro, di tutto ciò che permette uno sviluppo che sia non solo la crescita economica di pochi, fa sì, che in una città regni il buon governo”.

“Nel passato – ha anche detto l’arcivescovo Renna – la Chiesa in Italia sembrava rivolgersi solo a quei cattolici che vivono un impegno in un partito di ispirazione cattolica. Ma la Chiesa, comunità dei credenti, non può privilegiare un movimento o un partito rispetto ad altri, bensì chiede di testimoniare nella vita politica e nell’amministrazione, l’adesione ai valori che la fede cristiana ci ispira”.

L’arcivescovo ha concluso la sua omelia consegnando ai politici e agli amministratori presenti in Cattedrale una frase di un grande politico di origine siciliana, Giorgio La Pira, il sindaco santo di Firenze. «…Io devo intervenire – scriveva La Pira -perché quelle disuguaglianze siano eliminate e perché la fraternità, alla quale io credo, sia trascritta nelle istituzioni sociali, diventi fraternità di fatto. La conclusione, dunque è questa: è anticristiana l’affermazione secondo cui il cristianesimo dovrebbe restare indifferente ai regimi sociali. La concezione cattolica è “interventista”: mira a trasformare la totalità dell’ordine umano -individuale e sociale- per adattarlo tutto alle supreme finalità dell’uomo».

 

 

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