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In Primo Piano

Catania, a Librino, maxi operazione di contrasto alla diffusa illegalità

Oltre 60mila euro di multe in un’operazione congiunta contro irregolarità di ogni genere, cavalli tenuti in stalle abusive e furti di elettricità

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Una vasta operazione interforze ha passato al setaccio, lo scorso mercoledì, il quartiere di Librino, portando alla luce gravi irregolarità in esercizi commerciali, attività ambulanti e abitazioni private. Il blitz, coordinato dalla Polizia di Stato con il supporto di Polizia Locale, ASP, Corpo Forestale e altri enti, ha portato a multe per oltre 60.000 euro, chiusure immediate, sequestri alimentari e 70 allacci abusivi alla rete elettrica.

Controllati due bar-tavola calda del quartiere, dove gli agenti hanno riscontrato gravi carenze igienico-sanitarie e violazioni delle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Per uno dei due locali è scattata la sospensione immediata dell’attività. Tra farmaci scaduti, segnaletica assente e luci di emergenza non funzionanti, sono state elevate multe per oltre 15.000 euro.

Il Corpo Forestale ha inoltre sequestrato 28 chili di alimenti e 4 litri di sciroppi privi di tracciabilità. Non mancavano neanche infrazioni legate alla somministrazione di alcolici senza licenza, insegne abusive e occupazione irregolare del suolo pubblico.

Nel mirino degli agenti anche gli ambulanti, sugli 8 controllati, sono state elevate 25 multe per un totale di 26.000 euro. Le sanzioni hanno riguardato la mancanza di autorizzazioni, la trasformazione irregolare della vendita in postazione fissa, e la totale assenza di tracciabilità dei prodotti. Anche in questo caso i forestali hanno dovuto sequestrare 620 kg di alimenti non tracciati, successivamente donati alla Caritas dopo le verifiche sanitarie. Confiscati anche tavoli, sedie, rotoloni e cosmetici esposti abusivamente in strada.

In seno ai controlli nel quartiere, in uno spazio condominiale, gli agenti della squadra a cavallo e i veterinari dell’ASP hanno scoperto una stalla improvvisata con un cavallo privo di microchip. L’animale, non sottoposto ai controlli per l’anemia infettiva, è stato microchippato e trasferito in fermo sanitario. Il proprietario è stato sanzionato per oltre 6.500 euro.

Sono stati istituiti, inoltre, più posti di controllo nei punti più trafficati del quartiere. Il bilancio: 17 sanzioni per violazioni al Codice della Strada, di cui 8 per mancanza di assicurazione e 9 per guida senza casco.

A completare il quadro di illegalità diffusa nel quartiere la scoperta in viale Moncada, dove nei vani contatori di quattro edifici sono state trovate 70 utenze allacciate illegalmente alla rete elettrica. Di queste, 60 sono già state ricondotte ad altrettanti utenti, tutti denunciati per furto. In corso le indagini per identificare gli altri 10.

È emerso che anche ascensori e luci condominiali erano alimentati illegalmente, senza alcun contratto con il fornitore.

L’operazione, descritta dagli investigatori come “ampia, articolata e mirata”, ha messo in luce un quadro preoccupante di illegalità diffusa, ma ha anche permesso di attuare interventi tempestivi a tutela dei cittadini, della salute pubblica e della legalità.

Cronaca

Catania, ruba 6 mila euro di biancheria e chiede soldi per restituirla, denunciato

Si tratta di un 26enne di origini nordafricane, ritenuto responsabile di una serie di furti aggravati e di un episodio di tentata estorsione ai danni del titolare di una struttura ricettiva situata in Corso Sicilia

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I carabinieri della stazione di Catania Piazza Dante hanno denunciato a piede libero un 26enne di origini nordafricane, ritenuto responsabile di una serie di furti aggravati e di un episodio di tentata estorsione ai danni del titolare di una struttura ricettiva situata in Corso Sicilia.

Le indagini hanno avuto origine dalla denuncia presentata dalla vittima, la quale ha raccontato di aver subito il furto di ben otto sacchi di lenzuola e biancheria per uso alberghiero, per un valore complessivo di oltre 6.000 euro, nonché di essere stata vittima di un tentativo di estorsione da parte del ladro, che avrebbe chiesto il pagamento di 200 euro per la restituzione della merce sottratta.

Il denunciante ha spiegato che la merce sarebbe stata rubata in due tranche. Durante il primo furto, avvenuto di notte, il malvivente si sarebbe introdotto nel condominio in cui ha sede il B&B approfittando della porta lasciata aperta da alcuni ospiti. In questa circostanza, dopo aver rovistato gli ambienti comuni della struttura, ha portato via due sacchi di biancheria oltre 70 pezzi tra lenzuola e asciugamani.

Visto che il primo colpo era andato a buon fine, il ladro ha ben pensato di effettuare un secondo raid, con le stesse modalità della prima volta. In questo caso, però, il bottino è stato di ben 4 sacchi. Il titolare del B&B, quando si è accorto dell’ammanco ha, naturalmente, visionato i sistemi di  video sorveglianza, individuando il responsabile.

Il caso ha voluto che il giovane sarebbe stato riconosciuto e fermato dall’imprenditore nei pressi di un supermercato e, nel corso di tale incontro, alle contestazioni della vittima, questi avrebbe ammesso di essere stato lui a rubare le lenzuola, per poi pretendere del denaro per la restituzione della merce, minacciando ulteriori furti in caso di mancato pagamento.

Acquisita la denuncia, i carabinieri hanno subito fatto scattare le indagini, acquisendo i filmati dei sistemi di videosorveglianza della struttura e facendo un identikit del ladro: un giovane dell’età apparente di 20-25 anni, con barba incolta e baffi folti, capelli neri, corporatura magra.

Sono stati poi svolti controlli capillari nella zona, e sentiti anche dei testimoni che avevano visto il ragazzo aggirarsi da quelle parti nei giorni antecedenti il furto. Alla fine il ladro è stato identificato nel 26enne straniero

 

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amministrazione

Mascalucia, Mosema: 13 indagati per bancarotta fraudolenta, fra questi sindaci ed ex amministratori

L’inchiesta ha fatto emergere gravi irregolarità nella gestione economico-finanziaria dell’azienda

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La Procura della Repubblica di Catania ha notificato un avviso di conclusione delle indagini a 13 persone, accusate di bancarotta fraudolenta nell’ambito dell’inchiesta sul fallimento della Mosema, la società che si occupava della gestione dei rifiuti nel Comune di Mascalucia, dichiarata fallita nel 2020. L’indagine, coordinata dai pubblici ministeri Fabio Saponara e Margherita Brianese, è nata da una relazione redatta dal curatore fallimentare nominato per la gestione della società. L’inchiesta ha fatto emergere gravi irregolarità nella gestione economico-finanziaria dell’azienda.

Tra gli indagati, come riportato dal quotidiano La Sicilia, figurano nomi di rilievo delle istituzioni locali: l’attuale sindaco di Mascalucia Vincenzo Antonio Magra, l’ex primo cittadino Giovanni Leonardi, l’attuale presidente di Kalatambiente Concetta Italia, e il commercialista Fabio Sciuto.

Le accuse

Le ipotesi di reato si articolano in due distinti capi d’imputazione: la Manipolazione dei bilanci che riguarda -scrive ancora il quotidiano “La Sicilia”- gli ultimi presidenti del consiglio di amministrazione della Mosema: Concetta Italia, Gaetano Antonino Belfiore, Fabio Sciuto, Angelo Spina. Coinvolti anche il liquidatore Maurizio Verona, in carica dal maggio 2019, e i consiglieri delegati Maria LombardoGiuseppe Finocchiaro e Salvatore Fazio. Secondo l’accusa, avrebbero deliberatamente fornito dati falsi o omesso informazioni rilevanti sulla reale situazione economica, patrimoniale e finanziaria dell’azienda, già in crisi dal 2013.

Il secondo capo d’imputazione- si legge ancora nel quotidiano “La Sicilia”- coinvolge gli amministratori e funzionari del Comune di Mascalucia, socio di maggioranza della Mosema. Oltre ai sindaci Leonardi (in carica dal 2013 al 2018) e Magra (dal 2018), risultano indagati: Danilo Ambra, ex responsabile dell’area finanziaria Alfio Raffaele Gibilisco, ex responsabile dell’area tecnico-urbanistica, Filippo Pesce.

Secondo i magistrati, le condotte dolose degli indagati avrebbero causato direttamente il dissesto finanziario della Mosema, compromettendo definitivamente l’operatività dell’azienda pubblica.

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