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In Primo Piano

Belpasso, viola gli arresti domiciliari e tenta un colpo in una villetta, arrestato

E’ accusato di furto aggravato ed evasione. Il Giudice ha disposto per l’uomo la misura cautelare in carcere.

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A Belpasso i carabinieri della locale stazione, impegnati in un servizio destinato al controllo del territorio, transitando in contrada Chiesa, in una zona rurale del paese, hanno notato un uomo che con fare guardingo si stava allontanando da una proprietà privata.

Un atteggiamento che ha spinto i militari a intervenire immediatamente per verificare la situazione, riuscendo a bloccare l’uomo poco distante dalla villetta dalla quale tentava di allontanarsi. Contestualmente, è giunta alla centrale operativa della compagnia di Paternò una segnalazione di un furto in atto proveniente dalla proprietaria della stessa abitazione, che grazie all’impianto di videosorveglianza installato presso l’immobile aveva ricevuto sul suo smartphone una notifica di intrusione all’interno della sua villa e aveva quindi immediatamente allertato il 112.

L’uomo, fermato prima dell’allarme lanciato dalla vittima, è stato condotto in caserma dove, contestualmente, la donna e il proprio compagno hanno consegnato il video nel quale si vedeva che, poco prima, il soggetto bloccato dai carabinieri si era introdotto in casa loro forzando una porta laterale e che, una volta all’interno, aveva rubato del denaro lasciato sul comò della camera da letto.

Ulteriori accertamenti effettuati dagli investigatori tramite la Banca Dati delle Forze dell’Ordine hanno anche fatto emergere che l’uomo, un 36enne residente a Catania con precedenti penali, doveva trovarsi a casa poiché sottoposto alla misura degli arresti domiciliari presso la propria abitazione, in esecuzione di un provvedimento emesso dal Tribunale di Siracusa nel marzo 2024.

Il 36enne è stato perciò arrestato dai carabinieri per furto aggravato ed evasione, quindi messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria che, dopo aver convalidato l’arresto, lo ha sottoposto alla misura cautelare in carcere.

In Primo Piano

Caltagirone: corteo di uomini contro la violenza di genere

Il Comitato #noncisonoscuse in corteo per le strade di Caltagirone per dire un forte no alla cultura della violenza di genere.

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Troppe donne, sono davvero troppe le donne vittime della furia omicida maschile. E’ davvero giunto il tempo di cambiare, nella relazione uomo-donna, metodo, basi, approccio, esiti. Si avverte l’urgenza di un cambiamento. Un cambiamento che deve coinvolgere entrambi i sessi, uniti verso un unico scopo. Nasce da qui, l’iniziativa, prevista per il prossimo 19 aprile a Caltagirone, unica e dal forte significato simbolico, organizzata dal comitato #noncisonoscuse. L’evento, pensato per sensibilizzare la società civile sulla piaga della violenza di genere e dei femminicidi, mira a promuovere un profondo cambiamento culturale attraverso un gesto collettivo. Un evento, quello di Caltagirone, che vuole affidare, ora, anche agli uomini un ruolo centrale.

La manifestazione, infatti, prevede due cortei distinti che convergeranno in un momento di unione simbolica. Alle 16:30, un gruppo di soli uomini partirà da Piazza Risorgimento, percorrendo le vie della città con un messaggio chiaro e deciso contro la cultura della sopraffazione e della violenza. Successivamente, alle 18, le donne si uniranno al corteo maschile sul Ponte di San Francesco, per completare insieme l’ultimo tratto del percorso fino a Piazza Municipio.

L’idea del comitato nasce dalla consapevolezza che la battaglia contro la violenza di genere appartiene tanto alle donne quanto agli uomini e che l’azione di contrasto per l’abbattimento di quella sottocultura di prevaricazione del maschile sul femminile che, stando alla cronaca, resiste ancora nella relazione uomo-donna, non debba essere una battaglia esclusivamente femminile, come spiegato dall’avvocato Luca Cultrera, promotore dell’evento. “La violenza di genere ha radici profonde, ma coinvolge entrambi i generi. È necessario che anche gli uomini si assumano la responsabilità e il dovere di agire concretamente per un cambiamento,” ha dichiarato Cultrera.

L’incontro con le donne, che attendono gli uomini quasi a fine corteo per poi percorrere l’ultimo tratto assieme – sottolinea Cultrera – è la metafora di un percorso che va fatto necessariamente assieme dopo il riconoscimento da parte dell’uomo che il cammino è lungo e che è rimasto indietro”.

L’evento non si limita alla denuncia, ma si propone come un momento di costruzione e impegno per il futuro. “L’educazione al rispetto, alla gentilezza, l’esempio e l’azione concreta devono diventare gli strumenti per un autentico cambiamento culturale,” ha sottolineato Cultrera. La piazza, dunque, ritorna a essere un luogo di riflessione e progettualità, un punto di partenza per un nuovo modo di stare insieme, non solo uomini e donne, ma anche bambini e ragazzi, coinvolgendo tutte le generazioni.

Il comitato #noncisonoscuse invita tutti a partecipare per testimoniare l’impegno comune nella lotta contro la violenza e per ribadire che la società può e deve fare la sua parte, con uomini e donne che sfilano fianco a fianco per costruire una cultura fondata sul rispetto reciproco e la solidarietà.

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giudiziaria

Paternò, inchiesta “Athena”, depositate le motivazioni dell’annullamento domiciliari al sindaco Naso

“Riesame rimotivi su domiciliari del sindaco paternese” scrivono i giudici della Suprema Corte”

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Sono state depositate  le motivazioni  con cui i giudici della sesta sezione penale della Cassazione hanno annullato con rinvio la decisione del Tribunale del Riesame  di Catania che lo scorso  30 settembre  aveva accolto l’appello della procura di Catania e disposto gli domiciliari per il sindaco di Paternò Nino Naso coinvolto nell’inchiesta Athena per voto di scambio politico-mafioso.

“La generica e indeterminata promessa da parte dell’esponente politico ‘di interessarsi’ all’assunzione di lavoratori, direttamente evocata dal Tribunale in alcuni punti dell’ordinanza impugnata, non può integrare la promessa di altra utilità” scrivono i giudici della Cassazione. Sul  “momento dell’effettiva stipulazione del patto politico elettorale e al suo contenuto”, la suprema Corte ha evidenziato  come per il Tribunale etneo il patto “non si sarebbe formalizzato in un unico momento preciso, ma dall’aprile 2021 al giugno 2022″.

Sarebbero state riportate “intercettazioni ritenute indizianti”, ma senza una “compiuta definizione dell’accordo”. Secondo la Cassazione  il Tribunale del riesame “non ha motivato in ordine alle specifiche censure mosse dai difensori nelle memorie e non si sono confrontati con le dichiarazioni di Nino Naso nell’interrogatorio reso all’esito delle indagini preliminari”. Per la Suprema Corte “l’omessa valutazione di memorie difensive non determina la nullità, ma può influire sulla congruità e correttezza logico-giuridica della decisione”.

“Alla luce di questi rilievi – conclude la Corte di Cassazione – l’ordinanza impugnata deve essere annullata e deve essere disposto il rinvio per un nuovo giudizio sul punto al Tribunale di Catania che dovrà nuovamente motivare sull’appello proposto dal Pubblico ministero, uniformandosi ai principi stabiliti da questa Suprema Corte”.

L’inchiesta antimafia “Athena” si basa su indagini dei carabinieri della compagnia di Paternò, coordinate dal procuratore aggiunto di Catania, Ignazio Fonzo, e sostituti Tiziana Laudani e Alessandra Tasciotti, e avrebbe fatto emergere gli interessi del clan Morabito sulle aste giudiziarie di immobili nelle province di Catania e Siracusa e un presunto voto di scambio.

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