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Cronaca

Zafferana Etnea, controllo del territorio, denunce e segnalazione in Prefettura

Denunciato un 21enne trovato in possesso di un proiettile, mentre un 22enne è stato segnalato come consumatore di droga

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A Zafferana Etnea i carabinieri del locale comando stazione, in collaborazione con il Nucleo Cinofili di Nicolosi, hanno denunciato a piede libero un 21enne per detenzione illegale di munizionamento. I militari avevano notato movimenti sospetti da parte di un giovane, già noto alle forze dell’ordine, che si aggirava con fare guardingo in alcune aree del centro cittadino.

Ritenendo, dunque, che potesse essere nuovamente coinvolto in attività illecite, i carabinieri hanno deciso di seguirlo con discrezione e, dopo aver raccolto ulteriori elementi ritenuti utili alle indagini, hanno deciso di effettuare una perquisizione presso la sua abitazione di Zafferana Etnea.

Assieme al cane “Ciro”, specializzato nella ricerca di armi ed esplosivi, i militari dell’Arma sono perciò entrati nel suo appartamento dove, il collega “a quattro zampe” ha subito fiutato qualcosa, indicando al suo conducente la strada da seguire.

Il cane anti esplosivo ha puntato, infatti, un cassetto della scrivania posizionata nella cameretta del giovane, che è stato subito ispezionato dai carabinieri che hanno scovato una cartuccia da caccia, calibro 12, nascosta tra gli indumenti, detenuta senza alcuna giustificazione. Il 21enne è stato pertanto denunciato mentre il proiettile è stato sequestrato.

I controlli sono poi proseguiti per strada, nei luoghi di maggior aggregazione, e nei pressi di un parco pubblico, dove i militari dell’Arma hanno sottoposto a verifiche un 22enne del posto che, accortosi delle pattuglie, aveva cercato di allontanarsi. Fermato, è stato perquisito e nelle sue tasche i militari dell’Arma hanno recuperato 3 grammi di marijuana skunk, che gli sono valsi una segnalazione amministrativa alla Prefettura quale consumatore di droghe.

 

Cronaca

Misterbianco, l’ultimo saluto alla piccola Maria Rosa

A celebrare le esequie in forma privata Don Nino Vitanza

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Hanno avuto inizio, all’interno della Chiesa di Santa Maria delle Grazie di Misterbianco, le esequie in forma privata per dare l’ultimo saluto alla piccola Maria Rosa, la bambina di soli sette mesi lanciata dal balcone della propria abitazione dalla madre. Un corteo commosso e composto, quello che ha accompagnato pochi minuti prima il corpo della piccola dalla sua abitazione alla parrocchia dove ha celebrato l’eucarestia Don Nino Vitanza.

Il corpo della piccola, aveva fatto ritorno nella sua casa di via Marchese dopo che era stata eseguita l’autopsia presso l’Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Catania. Ad accoglierla era stata l’intera comunità di Misterbianco, profondamente scossa da quanto accaduto. Una città sconvolta da una tragedia che ha colpito nel profondo di tutti. A dare l’ultimo saluto, oggi, una piazza gremita di cittadini, che si sono comunque voluti stringere attorno alla famiglia della vittima. “Conosco bene i miei concittadini e posso dire che Misterbianco è rimasta senza parole. Siamo tutti sconvolti. Come sindaco e come padre, provo un dolore difficile da descrivere. È una sofferenza enorme per la famiglia coinvolta”, ha dichiarato il sindaco Marco Corsaro.

Nel frattempo, è stato convalidato l’arresto della madre della piccola da parte del GIP Simona Ragazzi, accusata di omicidio volontario. Il giudice ha inoltre richiesto alla Procura ulteriori accertamenti per verificare se vi siano responsabilità di terze parti, in particolare da parte di enti pubblici che erano informati delle condizioni psichiche precarie della donna. La quarantenne era infatti in carico al Dipartimento di Salute Mentale dell’ASP di Catania ed era seguita da un amministratore di sostegno – il padre, medico operante fuori dalla Sicilia – nominato dal Tribunale di Catania lo scorso febbraio.

Attualmente la donna si trova detenuta nel carcere di Piazza Lanza. Tuttavia, come ha precisato il suo legale, l’avvocato Alfio Grasso, qualora la struttura penitenziaria non fosse in grado di garantirle un’adeguata assistenza sanitaria, si potrebbe prendere in considerazione il trasferimento in un istituto più attrezzato per gestire casi psichiatrici complessi. Durante l’udienza di convalida, la donna avrebbe mostrato segni di pentimento e avrebbe ammesso le proprie responsabilità. Ora si attende la valutazione delle sue condizioni mentali. Non è escluso che la Procura di Catania, guidata in questo caso dal sostituto procuratore Francesco Rio, possa nominare uno specialista per stabilire se la madre della bambina fosse in grado di intendere e volere al momento dei fatti. Anche la difesa potrebbe decidere di avvalersi di una perizia psichiatrica.

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Cronaca

Paternò, Fiamme e degrado al plesso scolastico “Falconieri”

L’incendio è divampato all’interno della zona vandalizzata, da tempo rifugio di fortuna per senzatetto e migranti.

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Stamani, intorno alle 9:30 nell’istituto comprensivo “G.Marconi” del plesso di via Falconieri di Paternò,  un incendio è divampato all’interno della zona vandalizzata dell’edificio, da tempo rifugio di fortuna per senzatetto e migranti. Secondo le prime ricostruzioni, le fiamme sarebbero scaturite da un fuoco acceso da uno degli occupanti, probabilmente intento a cucinare.

L’allarme è stato immediato. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco che, con grande tempestività, sono riusciti a domare il rogo ed evitare il peggio, mentre, l’uomo, alla vista dei soccorritori, si sarebbe dato alla fuga. La situazione resta critica. La parte dell’edificio interessata, già ampiamente compromessa da atti vandalici e da precedenti incendi, versa in condizioni disastrose. Una vera e propria minaccia, come hanno avuto modo di constatare i vigili del fuoco intervenuti sul posto poiché l’edificio è esposto al serio rischio di crollo, troppi incendi nel tempo e, l’accumulo di rifiuti, legna e vecchi mobili, potrebbero favorire nuovi episodi di grande pericolosità.

A rendere ancora più inquietante il quadro è la vicinanza con le sezioni regolarmente attive della scuola, frequentate ogni giorno da bambini della materna e delle elementari. Solo una parete separa infatti le aule scolastiche dall’area fatiscente.Insegnanti, genitori e la dirigente scolastica hanno più volte segnalato il problema alle autorità competenti e anche alla Procura, senza però ottenere interventi risolutivi. Nonostante i numerosi blitz della Polizia Municipale e i sigilli apposti per impedire l’accesso all’edificio vandalizzato, gli occupanti sono tornati a più riprese, abbattendo reti e barricate.

La vicenda riaccende l’attenzione su un’emergenza che appare sempre più urgente, tra rischi per la sicurezza e il degrado di un’area che continua a rappresentare una minaccia concreta per l’intera comunità scolastica.

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