Hanno avuto inizio, all’interno della Chiesa di Santa Maria delle Grazie di Misterbianco, le esequie in forma privata per dare l’ultimo saluto alla piccola Maria Rosa, la bambina di soli sette mesi lanciata dal balcone della propria abitazione dalla madre. Un corteo commosso e composto, quello che ha accompagnato pochi minuti prima il corpo della piccola dalla sua abitazione alla parrocchia dove ha celebrato l’eucarestia Don Nino Vitanza.
Il corpo della piccola, aveva fatto ritorno nella sua casa di via Marchese dopo che era stata eseguita l’autopsia presso l’Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Catania. Ad accoglierla era stata l’intera comunità di Misterbianco, profondamente scossa da quanto accaduto. Una città sconvolta da una tragedia che ha colpito nel profondo di tutti. A dare l’ultimo saluto, oggi, una piazza gremita di cittadini, che si sono comunque voluti stringere attorno alla famiglia della vittima. “Conosco bene i miei concittadini e posso dire che Misterbianco è rimasta senza parole. Siamo tutti sconvolti. Come sindaco e come padre, provo un dolore difficile da descrivere. È una sofferenza enorme per la famiglia coinvolta”, ha dichiarato il sindaco Marco Corsaro.
Nel frattempo, è stato convalidato l’arresto della madre della piccola da parte del GIP Simona Ragazzi, accusata di omicidio volontario. Il giudice ha inoltre richiesto alla Procura ulteriori accertamenti per verificare se vi siano responsabilità di terze parti, in particolare da parte di enti pubblici che erano informati delle condizioni psichiche precarie della donna. La quarantenne era infatti in carico al Dipartimento di Salute Mentale dell’ASP di Catania ed era seguita da un amministratore di sostegno – il padre, medico operante fuori dalla Sicilia – nominato dal Tribunale di Catania lo scorso febbraio.
Attualmente la donna si trova detenuta nel carcere di Piazza Lanza. Tuttavia, come ha precisato il suo legale, l’avvocato Alfio Grasso, qualora la struttura penitenziaria non fosse in grado di garantirle un’adeguata assistenza sanitaria, si potrebbe prendere in considerazione il trasferimento in un istituto più attrezzato per gestire casi psichiatrici complessi. Durante l’udienza di convalida, la donna avrebbe mostrato segni di pentimento e avrebbe ammesso le proprie responsabilità. Ora si attende la valutazione delle sue condizioni mentali. Non è escluso che la Procura di Catania, guidata in questo caso dal sostituto procuratore Francesco Rio, possa nominare uno specialista per stabilire se la madre della bambina fosse in grado di intendere e volere al momento dei fatti. Anche la difesa potrebbe decidere di avvalersi di una perizia psichiatrica.