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Catania: azione di Polizia contro maltrattamento animali

Nel quartiere di S. Cristoforo, all’interno di un garage trasformato in stalla, una cavalla viveva l’inferno prima della probabile macellazione cui era destinata.

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Nuovo intervento della Polizia di Stato a tutela degli animali maltrattati: una cavalla, in condizioni sanitarie gravissime, è stata trovata e salvata, nelle scorse ore, dalle crudele sorte in cui era abbandonata all’interno di un garage fatiscente nel quartiere San Cristoforo, trasformato abusivamente in una stalla priva di ogni standard igienico e di ventilazione.

L’operazione, condotta dagli agenti della squadra a cavallo della Questura di Catania insieme ai medici veterinari dell’Asp locale, si inserisce nel più ampio piano di contrasto alla macellazione clandestina e alle corse illegali di cavalli.

A far scattare il controllo è stato il forte odore di letame proveniente da un box in via Garozzo, già noto alle autorità per un precedente vincolo sanitario. Già settimane fa, infatti, il proprietario era stato intimato a trasferire il cavallo in una struttura idonea, ma nulla era stato fatto.

Una volta rintracciato l’uomo, un catanese di 39 anni, i poliziotti sono entrati nel garage scoprendo un ambiente degradato, privo di areazione e inadatto a ospitare qualsiasi animale. Al suo interno, una cavalla visibilmente malnutrita, sofferente e immersa nei propri escrementi.

Le condizioni della cavalla facevano pensare a un possibile avvio verso la macellazione illegale. L’animale è stato immediatamente sequestrato e trasferito in una struttura specializzata nella provincia di Ragusa, dove potrà ricevere cure adeguate.

Il proprietario è stato denunciato per malgoverno di animali. Si ricorda che, come previsto dalla legge, per l’uomo vale la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva.

Un episodio che riporta l’attenzione sull’importanza del controllo delle condizioni del benessere animale e sulla necessità di combattere pratiche illecite che troppo spesso avvengono nel silenzio dei quartieri popolari.

 

amministrazione

Paternò, strisce blu in Piazza Vittorio Veneto riqualificata, polemiche

Il consigliere Michele Russo sostiene che essa sia stata deturpata e che sarebbe stato opportuno piazzare gli stalli in Piazza Nino La Russa. Replica dell’assessore Antonello Longo: “E’ stato restituito alla città un segno tangibile di decoro e funzionalità”

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foto Web- Facebook

A Paternò l’imminente avvio del servizio degli stalli a pagamento non parte sono i migliori auspici. Polemiche continue precedono la sua partenza e sono legate principalmente alla loro collocazione. Strisce blu agli incroci (vedi il caso di via Emanuele Bellia), nei pressi di un tratto di strada di Via Vittorio Emanuele “deformata” dalla presenza delle radici degli alberi. Non solo. L’ultimo caso di strallo “piazzato” in una postazione alquanto “anomala” è quello relativo a Piazza Vittorio Veneto peraltro riqualificata da poco e i cui lavori sono in fase di ultimazione: strisce blu disegnate in una curva.

Insomma si presuppone che ci sia poca attenzione su dove collocare le strisce . Sui social si moltiplica l’ironia : stalli a pagamento  con tanto di strisce blu sulla facciata esterna del Castello Normanno.

La presenza degli stalli a pagamento in Piazza Vittorio Veneto, oggetto di lavori di riqualificazione,  ha provocato la presa di posizione del capogruppo consiliare di Forza Italia Michele Russo. “C’è qualcosa di profondamente stonato nel vedere una piazza appena riqualificata, e non ancora consegnata ufficialmente alla città, già deturpata da strisce blu tracciate senza alcun rispetto per il contesto-scrive Michele Russo sui social- Piazza Vittorio Veneto andava preservata, valorizzata come spazio identitario e simbolico, non banalizzata con scelte frettolose e poco lungimiranti. Eppure, a pochi metri di distanza, giace in totale abbandono Piazza Nino La Russa, un’area già degradata, trascurata da tempo, che sarebbe stata, per logica e coerenza, ben più idonea ad accogliere eventuali posteggi. Ma qui sembra che le decisioni seguano percorsi inversi alla ragione”.

Non si è fatta attendere la replica dell’assessore alle attività produttive Antonello Longo: “Le dichiarazioni di Michele Russo, consigliere comunale e presidente dell’Ottava Commissione Consiliare Attività Produttive, denotano uno stato confusionale che non può passare inosservato. È necessario essere onesti nei confronti della città e dei suoi cittadini, evitando atteggiamenti contraddittori e strumentali. Questa Amministrazione ha completamente riqualificato Piazza Vittorio Veneto, restituendo alla città un segno tangibile di decoro e funzionalità- ha scritto Longo- Lo stesso consigliere Russo, paradossalmente, ha confermato le quattro aree e tutte le aree mercatali definite e approvate dal Consiglio Comunale. Eppure il rappresentante di Forza Italia sembra rinnegare il proprio operato, alimentando polemiche sterili e prive di qualsiasi fondamento.

L’Amministrazione opera nel pieno rispetto delle delibere approvate e continua a lavorare con dedizione per migliorare ogni angolo della città, inclusa Piazza Nino La Russa. Le aree destinate alla sosta a pagamento (strisce blu) sono state individuate in conformità alle linee guida approvate dal Consiglio Comunale che ha approvato le aree di sosta mercatali. Invitiamo il consigliere Russo a usare il proprio ruolo istituzionale con responsabilità e coerenza, invece di confondere i cittadini con dichiarazioni contraddittorie e speculative” ha concluso Longo.

Il consigliere Russo a sua volta controreplicando evidenziando che in un momento in cui la città “avrebbe bisogno di impegno costante, visione amministrativa e risposte puntuali, sorprende assistere a tentativi di attacco personale da parte di chi, nei fatti, non ha ancora prodotto nulla di concreto.

Dall’inizio del suo mandato, l’Assessore non ha presentato alcuna iniziativa degna di nota, nessuna strategia di rilancio per il commercio locale, nessuna proposta strutturata per sostenere le imprese o regolamentare il commercio su area pubblica, che oggi si muove in totale assenza di regole certe. Il SUAP, sportello fondamentale per chi vuole fare impresa- prosegue Russo- continua a non garantire neppure i servizi essenziali. Gli operatori economici sono disorientati, abbandonati, e privi di interlocutori competenti. C’è un vuoto amministrativo preoccupante”  ha concluso Michele Russo

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Cronaca

Catania, indagato il rapper “Baby Gang”, per 4 anni non potrà tornare in città

E’ accusato di concorso per accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti, aggravato dall’avere favorito la mafia, e per avere violato la misura di prevenzione della sorveglianza speciale, che gli impediva di essere presente nel capoluogo etneo

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E’ indagato per concorso per accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti, aggravato dall’avere favorito la mafia, e per avere violato la misura di prevenzione della sorveglianza speciale, che gli impediva di essere presente nel capoluogo etneo il rapper Zaccaria Mouhib, 24 anni, in arte Baby Gang.

In particolare agenti della squadra mobile della Questura di Lecco, in raccordo con quelli di Catania, hanno eseguito a Calolziocorte (Lecco) un decreto di perquisizione e hanno sequestrato lo smartphone dell’artista che nei prossimi giorni verrà sottoposto ad accertamenti forensi. All’indagato la polizia ha anche notificato un foglio di via obbligatorio emesso dal Questore di Catania che vieta a Baby Gang di potere dimorare nel capoluogo etneo per quattro anni. Iniziativa che farà saltare il suo concerto previsto per l’8 agosto prossimo alla Villa Bellini.

Al centro dell’inchiesta della Procura di Catania la sua partecipazione, lo scorso 1 maggio, sul palco della Plaia, all’One day music festival, dove, prima di esibirsi con la canzone ‘Italiano’, scritta con Niko Pandetta, fa vedere un video sul suo smartphone in cui sembra assistere a una videochiamata con il nipote dello storico capomafia Turi Cappello. Il trapper però è detenuto nel carcere di Rossano  in Calabria dall’ottobre del 2024 per spaccio di sostanze stupefacenti. “È mio fratello, un c… di casino per Niko Pandetta”, ha incitato il pubblico dal palco l’artista mostrando il telefonino in cui si è visto il volto di Pandetta.

Il gesto è stato ripreso da molti dei presenti che hanno poi postato i video sui social, diventati virali. Non è ancora chiaro se la videochiamata fosse in diretta o registrata, o fosse un antico video memorizzato. Per chiarire cosa fosse realmente accaduto e verificare se Pandetta abbia avuto la possibilità, dal carcere, di mandare un video o, addirittura, di partecipare in diretta al concerto del 1 maggio sulla spiaggia della Plaia la Procura di Catania ha avviato degli accertamenti, delegando le indagini alla squadra mobile della Questura. E da una perquisizione nella cella del carcere di Rossano, dove Pandetta è detenuto, eseguita il 3 maggio scorso, la polizia penitenziaria ha trovato e sequestrato un telefonino. Per questo motivo è stato indagato per accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti.

 

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