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Cronaca

Riposto, accolto dalla ex per scontare i domiciliari, si ubriaca e si scaglia contro la donna

L’uomo alla vista dei carabinieri è andato in escandescenze, pronunciando frasi offensive e minacciose, sia in lingua italiana che araba, cercando di aggredire fisicamente i militari

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I carabinieri del comando stazione di Riposto hanno arrestato un cittadino nordafricano di 35 anni, già sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari per aver accoltellato un connazionale la scorsa estate, in quanto si è reso responsabile di evasione e di aggressione nei confronti dei militari intervenuti per sedare un grave episodio di disturbo e disordine.

L’intervento, scaturito a seguito di una segnalazione per rumori molesti provenienti da un’abitazione del centro di Riposto, ha visto l’immediata attivazione della pattuglia della locale Stazione, supportata successivamente da una squadra della Sezione Radiomobile di Giarre, allertata in considerazione della nota pericolosità del soggetto coinvolto.

Giunti sul posto, i Carabinieri hanno sorpreso l’uomo mentre si trovava all’interno dell’appartamento dei vicini, intento ad inveire contro di loro, e quindi fuori dal luogo cui era ristretto per ordine dell’Autorità Giudiziaria.

Alla vista dei militari, il 35enne ha dato in escandescenze, rifiutandosi di seguirli, pronunciando frasi offensive e minacciose, sia in lingua italiana che araba, cercando poi di aggredire fisicamente i carabinieri.

I carabinieri, dopo aver bloccato l’uomo, hanno ricostruito l’accaduto: l’arrestato era stato ospitato dalla ex compagna ma, invece di esserle grato, avrebbe accampato sempre pretesti per litigare con lei e con i suoi familiari. E quella sera, probabilmente dopo aver alzato troppo il gomito, sarebbe arbitrariamente uscito dall’appartamento per poi aggredire verbalmente la donna e suo figlio.  L’uomo è finito in carcere.

 

Cronaca

Biancavilla, lunga colonna di camion disturba la quiete pubblica

L’episodio di disturbo notturno lungo la circonvallazione cittadina solleva interrogativi sulla sicurezza stradale e il rispetto delle norme

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Mai più attuale fu il detto che “i camionisti sono i padroni della strada”. In questo caso, anche dell’inciviltà, aggiungiamo noi. Ovviamente, non è nostra intenzione racchiudere in questa descrizione tutta la categoria, ma corre l’obbligo raccontare quanto accaduto nella serata di oggi, intorno alle ore 23:00 in viale Cristoforo Colombo a Biancavilla, dove una lunga colonna di mezzi pesanti ha attraversato questa arteria stradale creando un grave disturbo alla quiete pubblica e potenziali pericoli per la circolazione stradale.

Come documentato da un video da noi stessi ripreso – che farebbe pensare erroneamente ai caroselli successivi alla vittoria di un mondiale o dello scudetto della propria squadra del cuore – i mezzi pesanti hanno percorso la circonvallazione cittadina suonando ripetutamente le trombe e utilizzando luci abbaglianti. Il comportamento dei conducenti ha generato una doppia problematica: da un lato il clamoroso disturbo acustico in orario notturno, dall’altro una situazione di pericolo per gli altri utenti della strada. Le automobili provenienti dal senso opposto di marcia sono state infatti costrette a fermarsi completamente, attendendo il passaggio dell’intera colonna, prima di poter riprendere la normale circolazione. Tale situazione avrebbe potuto facilmente degenerare in incidenti, considerando l’uso improprio delle luci abbaglianti e il comportamento poco rispettoso del codice della strada.

I camion coinvolti nell’episodio, probabilmente stavano facendo rientro dal “7° Truck Festival” – evento dedicato agli autoarticolati – che si è svolto in questi giorni presso il centro commerciale Etnapolis. Tuttavia, la partecipazione a un evento ludico, non può in alcun modo giustificare comportamenti che violano le norme sulla circolazione stradale e il rispetto della quiete.
Questo episodio solleva ancora una volta interrogativi importanti sul controllo del territorio e sull’applicazione delle norme del Codice della Strada. Certamente, sarebbe opportuno che le autorità competenti intervengano per identificare i responsabili, attraverso l’analisi delle riprese video. Una volta accertati i responsabili, i cittadini si attendono che vengano applicate le sanzioni previste per il disturbo della quiete pubblica e le violazioni del Codice della Strada.

Il rispetto delle regole di convivenza civile e delle norme sulla circolazione stradale non possono essere subordinato all’ilarità postuma ad eventi ricreativi o manifestazioni dimostrative. La sicurezza dei cittadini e il loro diritto alla quiete devono essere sempre tutelati, indipendentemente dalle circostanze. Da parte nostra non possiamo far altro che rendere disponibile alle autorità competenti la documentazione video dell’episodio, per gli eventuali accertamenti del caso, con la speranza che l’inciviltà non riesca – ancora una volta – a farla franca.

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Cronaca

Paternò, l’avvocato Rosanna Natoli si dimette dal CSM: era consigliera laica in quota FdI

Dallo scorso mese di settembre era stata sospesa dal Plenum del Consiglio Superiore Magistratura. E’ accusata di aver rivelato al giudice Maria Fascetto Sivillo (deceduta da qualche settimana) atti dell’inchiesta a cui, quest’ultima, era sottoposta

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Rosanna Natoli, l’avvocato di Paternò consigliera laica al Consiglio superiore della magistratura in quota Fratelli D’Italia, si è dimessa dal CSM. La Natoli dallo scorso mese di settembre era stata comunque sospesa dal Plenum del CSM.  La Natoli è accusata di aver rivelato, nel corso di un incontro avvenuto nel novembre del 2023, atti dell’inchiesta alla magistrata Maria Fascetto Sivillo (deceduta da qualche settimana) condannata dal tribunale di Messina e sottoposta a procedimenti disciplinari e penali.

Quel colloquio fu registrato e portato alla luce dal legale della Fascetto Sivillo l’avvocato Carlo Taormina; quest’ultimo durante un’udienza a Palazzo Bachelet, sede del CSM, consegnò alla sezione disciplinare una registrazione del colloquio avvenuto nello studio di Rosanna Natoli davanti ai giudici.

“La Natoli- come riporta il sito on -line di informazione “Il Dubbio” – nella sua lettera di dimissioni parla di una decisone presa perché “obbligata” e non dipendente dalla propria volontà. “L’adozione del provvedimento di sospensione mantenendomi lo status di consigliere (seppur sospeso) – scrive la Natoli nella sua lettera e comi riporta il sito on-line “Il Dubbio” – mi priva di uno dei diritti costituzionalmente garantiti: il diritto al lavoro. Invero, i doveri imposti dalla carica, non sospesi, mi impediscono di esercitare alcuna attività professionale e/o lavorativa, e, tale situazione, oltre alle intuibili conseguenze economiche, sta ledendo la mia immagine di professionista, la mia dignità personale e sta arrecando grave danno all’equilibrio psico-fisico mio e della mia famiglia. Il provvedimento di sospensione, adottato senza la contestuale sospensione del divieto di esercizio della professione forense, di fatto equivale a un provvedimento espulsivo, in quanto mi costringe ad assumere l’odierna decisione di dimettermi, non potendo più attendere i tempi dell’iter giudiziario”.

A decidere la sospensione della Natoli ricordiamo fu il plenum del Consiglio superiore della Magistratura con 22 voti a favore della sospensione, sei voti contrari e due schede bianche.

La ex consigliera laica del CSM continua comunque nella sua azione giudiziaria : “Sono certa che dimostrerò la mia estraneità ai fatti e, conseguenzialmente, l’illegittimità della mia sospensione ed indiretta espulsione dal Consiglio superiore della magistratura, riservandomi di tutelare, in tutte le competenti sedi, i miei diritti- come scrive la Natali nella lettera e come riportats il sito on-line “Il Dubbio”-  Le mie dimissioni porranno, altresì, fine alle difficoltà con cui il Consiglio superiore si trova ad operare, non potendo svolgere le proprie funzioni con il contributo di tutti i componenti eletti dal Parlamento”.

La registrazione che l’avvocato Taormina portò a conoscenza del CSM fu successivamente trasmessa dal vicepresidente del Consiglio superiore della Magistratura Fabio Pinelli alla procura di Roma, che determinò l’iscrizione di Natoli nel registro degli indagati per abuso d’ufficio e rivelazione di segreto. L’inchiesta è stata poi trasferita per competenza alla procura di Catania

Dopo l’avviso di conclusione indagini ricevuto lo scorso febbraio (per il solo reato di rivelazione, a seguito dell’abolizione dell’abuso d’ufficio), Natoli ha depositato delle memorie difensive, ma da allora non ci sono stati sviluppi ulteriori fino alle scorse ore con la Natoli che ha rassegnato le dimissioni dal CSM.

 

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