Avrebbero le ore contate gli autori del furto del basolato lavico che, in varie fasi, hanno portato via oltre una quarantina di basole trafugate dinanzi all’ex convento di San Francesco alla Collina a Paternò. La razzia sarebbe avvenuta in modo lento ma costante.
“Pur sapendo che la collina fosse videosorvegliata questi “simpaticoni” hanno voluto provare l’emozione di essere filmati mentre, con fare davvero meschino, asportavano il lastricato lavico- scrive l’assessore alla cultura Giovanbattista Caruso- Sebbene sia grande la soddisfazione di averli ripresi più volte, purtroppo le immagini che ritraggono questi benefattori della Città, durante il loro onesto lavoro, non possono essere rese pubbliche, per i soliti motivi di privacy (ahimè guai a mostrare i volti di chi ruba o vandalizza), ma sono state acquisite tutte per identificarli e sanzionarli a dovere. Chissà se si inizierà a capire che la città è di tutti e quando si danneggia un bene pubblico si offende una intera comunità”. In una nota l’Amministrazione comunale ha invitato la “cittadinanza a collaborare fornendo eventuali informazioni utili e ha già avviato le procedure per il ripristino delle pietre sottratte”.
Da Francesco Finocchiaro, componente del Direttivo nazionale Archeoclub d’Italia, da Angelo Perri Presidente della sezione Ibla Major di Paternò e da vice presidente Paolo Di Caro è giunta una proposta alle autorità competenti: “In mancanza di un progetto di valorizzazione complessivo, con molti monumenti abbandonati e privi di un programma di eventi culturali, il rischio è che l’acropoli di Hybla diventa una cava a cielo aperto per chiunque. Serve avviare subito un piano che coinvolga tutti gli attori che lavorano da anni alla sua valorizzazione. Senza un programma specifico e non occasionale difficilmente si risolveranno queste criticità. Ma servono investimenti e incentivi alle associazioni. Forse bisognerebbe dare in gestione alle associazioni: Archeoclub Ibla major, SiciliAntica, Archeoclub Paternò e Proloco il convento di San Francesco per usarlo e renderlo vivo e abitato. Sebbene sia grande la soddisfazione di averli ripresi più volte, purtroppo le immagini che ritraggono questi benefattori della Città, durante il loro onesto lavoro, non possono essere rese pubbliche, per i soliti motivi di privacy (ahimè guai a mostrare i volti di chi ruba o vandalizza), ma sono state acquisite tutte per identificarli e sanzionarli a dovere. Chissà se si inizierà a capire che la città è di tutti e quando si danneggia un bene pubblico si offende una intera comunità”. In una nota l’Amministrazione comunale ha invitato la “cittadinanza a collaborare fornendo eventuali informazioni utili e ha già avviato le procedure per il ripristino delle pietre sottratte”.