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Cultura

Catania, concerto per il “Bellini International Context”: in scena “Adelson e Salvini”

Si è trattato di un evento, svoltosi nell’auditorium del Conservatorio, a conclusione del ciclo di studi promosso dalla Fondazione Bellini – Centro Studi Belliniani e dal Conservatorio Vincenzo Bellini

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In occasione della quinta edizione del Bellini International Context, un concerto nell’auditorium del Conservatorio, tenutosi ieri sera,  ha concluso il ciclo di studi promosso dalla Fondazione Bellini – Centro Studi Belliniani e dal Conservatorio Vincenzo Bellini di Catania, con il sostegno del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania. A duecento anni dalla prima rappresentazione, non poteva che essere il Conservatorio belliniano di Catania a rendere omaggio al suo compositore più illustre.

Sebbene la critica dell’epoca riconoscesse una forte influenza del più anziano Rossini, Adelson e Salvini rivela già un giovane Bellini nel pieno sviluppo del suo stile originale e ieri sera lo si è potuto apprezzare.

Candida Billie Mantica, per la Casa Ricordi (Milano), e il Maestro Giuseppe Montemagno, docente di Storia della Musica presso il Conservatorio etneo, hanno introdotto l’opera raccontandone a pillole la trama, sono stati una guida esaustiva per il pubblico, utile a meglio apprezzare la selezione dei brani.

L’Italia, con la sua ricca tradizione musicale, è da sempre un punto di riferimento per la formazione di musicisti di alto livello. Da secoli, le istituzioni musicali italiane producono talenti che si affermano sulla scena internazionale. Nell’eseguo spazio della cappella ormai auditorium, stracolmo per lo più appassionati e tifosi del Bellini, arrivati per assistere alle esibizioni di Melania Marchese nel ruolo di Fanny (contralto), Haruna Nagai nel ruolo di Nelly (mezzosoprano) Dario Russo nel ruolo di Struley (basso). Francesco Verna nel ruolo di Bonifacio (baritono) e Giuseppe Distefano nel ruolo del pittore Salvini (tenore). Tutti di passaggio presso il prestigioso Liceo musicale oggi Conservatorio.

Un florilegio di pagine scelte ha impegnato per giorni allievi e docenti del Conservatorio, che – tra rinunce ai pasti e prove sotto il caldo – si sono dedicati alla preparazione di un’opera che è attualmente in fase di edizione proprio presso la Casa Ricordi (Milano). L’Italia, con la sua ricca tradizione musicale, è da sempre un punto di riferimento per la formazione di musicisti di alto livello. Da secoli, le istituzioni musicali italiane producono talenti capaci di affermarsi sulla scena internazionale.il Conservatorio Vincenzo Bellini di Catania vuole essere tra questi.

L’Orchestra giovanile con l’apporto dei maestri tra cui Gabriele Rapisarda, Carmelo Crinò, Giovanni Anastasio e il coro maschile del Conservatorio hanno rappresentato tutto il primo atto della sinfonia con l’introduzione “Immagine gradita – Vien gente! Ah, mi dispiace”, n.2, L’Aria di Struley “Geronio ancor non viene”, n.3, Aria di Bonifacio “Bonifacio Voccafrolla?”, n.4, Duetto di Salvini e Bonifacio “Speranza seduttrice”, n.5, Romanza di Nelly “Dopo l’oscuro nembo”, n.6, Finale primo atto “Noi qui l’attendiamo – Di piacer la voce echeggi”.

Il secondo atto, per ragioni sceniche e soprattutto per il tempo limitato, non è stato rappresentato: sebbene invece narrato, con maestria creando un pizzico di suspense, da Candida Billie Mantica e dal Maestro Giuseppe Montemagno. Con il tema variato dell’aria di Casta Diva, ci si è catapultati direttamente sul finale del terzo atto, che ha fatto da preludio all’Aria di Salvini con cori “Ebben, perché respira – Sì cadrò, ma estinto ancora”. Un’esecuzione intensa, riservata al tenore paternese (fame nomen) Giuseppe Distefano, interprete del pittore Salvini, alter ego ideale del “Cigno”. Appunto, genio e sregolatezza, annuisce il maestro Giuseppe Montemagno.  Il finale, con “Ah, Nelly! Tributo umile”, ha chiuso l’opera con il lieto fine.

Tutto è avvenuto sotto la direzione del Maestro Giuseppe Romeo, ormai una sicurezza per il Conservatorio Belliniano, che ambisce a primeggiare nel panorama nazionale, alla pari con i conservatori più antichi, ma con la stessa profonda tradizione musicale.

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