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S.M. di Licodia, “strappo” alla democrazia

Strappati da ignoti i manifesti affissi dalla minoranza attraverso i quali si informava la cittadinanza sulla mancata presentazione da parte del sindaco Buttò di alcuni progetti Fesr per 2,3 milioni di euro

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Che la democrazia – con tutte le sue forme di libertà di espressione – possa risultare indigesta ad alcuni, è cosa nota. Quando poi i temi toccano la sfera politica, scontro e insofferenza tendono ad acuirsi ulteriormente. Dimostrazione è quanto accaduto la scorsa notte a Santa Maria di Licodia, dove i manifesti affissi dai consiglieri di opposizione e rivolti al sindaco Giovanni Buttò attraverso i quali veniva contestata la mancata presentazione di progetti per un finanziamento da 2,3 milioni di euro (legato al programma FESR 2021-2027), sono stati strappati e danneggiati.  Un argomento, quello dei progetti Europei, che negli scorsi giorni aveva tenuto banco ed acceso un caldo botta e risposta tra opposizione e sindaco, proprio sulle pagine della nostra testata giornalistica.

Ad agire, sarebbero state mani al momento ignote. Un gesto che, comunque, solleva diversi interrogativi. Si tratta di un atto intimidatorio volto a cancellare un messaggio scomodo? Un tentativo mirato a ridurre la visibilità della protesta dell’opposizione? Oppure una semplice bravata da parte di qualche buontempone? Al momento non è possibile definirlo con certezza. L’episodio accaduto potrebbe però buttare ulteriore benzina sul fuoco, accendendo ulteriormente un clima politico già segnato da forti tensioni.

“Non ci fermeremo davanti a chi prova a censurare la nostra voce”, ha commentato il consigliere Enrico Caruso, esprimendo il pensiero di tutto il gruppo di opposizione. “Siamo rimasti sbalorditi da quanto accaduto e questo ci preoccupa non poco. Il nostro intento era quello di informare la cittadinanza sulle occasioni di finanziamento mancate, smontando le argomentazioni del sindaco che cercava di giustificarsi attraverso le sue dichiarazioni”. Caruso ha poi aggiunto: “Se non siamo davanti a una bravata di qualche buontempone, siamo costretti  a leggere questo gesto come un tentativo di mettere il bavaglio a un’opposizione che ha il solo scopo di informare i cittadini su ciò che non funziona a Santa Maria di Licodia. Auspichiamo – conclude Caruso  che il sindaco e la sua maggioranza prendano le distanze da questo vile gesto”.

Nel frattempo, la cittadinanza assiste ancora una volta ad un conflitto che dai documenti ufficiali e dalle aule del palazzo comunale si sposta sui muri del paese. Lo strappo dei manifesti rappresenta un gesto che rischia di minare ulteriormente un confronto democratico già particolarmente precario. La vicenda, al momento, rimane aperta nell’attesa di eventuali sviluppi, mentre il dibattito sui finanziamenti europei mancati – e non solo – continua a dividere maggioranza e opposizione nel comune etneo.

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