A Paternò agenti del commissariato di Adrano hanno sospeso, su disposizione del Questore Giuseppe Bellassai, temporaneamente l’attività di un chiosco-bar sito nel quartiere Acque Grasse-Salinelle, in quanto, così come emerso “dai diversi controlli finalizzati a verificare il rispetto delle norme in materia di legislazione della pubblica sicurezza, diventato un ritrovo abituale di pregiudicati” scrivono dalla Questura.
Negli ultimi mesi, i poliziotti del commissariato, supportati dal Reparto Prevenzione Crimine, durante gli accertamenti finalizzati alla verifica del rispetto delle norme in materia di legislazione della pubblica sicurezza, hanno riscontrato “la costante presenza nel locale di diversi soggetti, noti alle forze di Polizia per diversi gravi precedenti, per reati di particolare allarme sociale e, in particolare, per furto, truffa, ricettazione ed estorsione, reati contro l’ordine pubblico, contro la persona, come lesioni personali, nonché reati contro la Pubblica Amministrazione e contro i beni culturali, ambientali e paesaggistici” si legge in una nota della Questura la quale ha evidenziato che la presenza di questi clienti “non è risultata sporadica, ma è stata riscontrata in molteplici verifiche al punto da rappresentare un rischio concreto per la sicurezza”.
Ultimata l’attività istruttoria da parte della Divisione Polizia Amministrativa e Sociale, è stata disposta la chiusura del chiosco-bar per 7 giorni, secondo quanto previsto dall’art. 100 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza che prevede “la possibilità per l’Autorità di Pubblica Sicurezza di sospendere temporaneamente le autorizzazioni e le licenze delle attività commerciali a tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza dei cittadini e per assicurare le legittime aspirazioni a vivere in una comunità sicura. La disposizione normativa costituisce una garanzia per tutte quelle attività economiche che rispettano le regole ed esercita anche una funzione con effetti dissuasivi nei confronti di quei soggetti ritenuti pericolosi che, privati di un luogo di aggregazione abituale, vengono avvertiti che la loro presenza in questi luoghi è oggetto di attenzione da parte delle autorità” si chiude cosi la nota della Questura etnea.
Sorpresa e incredulità, fra i residenti della zona, in quanto il chiosco è luogo di ritrovo per intere famiglie. Un fatto inaspettato per chi è solito frequentarlo. Intanto i proprietari del chiosco hanno scritto sui social un lungo commento: “Stando a ciò che dicono la nostra attività, che gestiamo da quasi 20 anni con passione, dedizione e sempre nella maniera più trasparente possibile, sarebbe frequentata da gente con precedenti penali- si legge sui social- Il tutto a fronte di più di 200 nominativi presi nei tre giorni di controlli a tappeto in tutto il paese. Ora noi ci chiediamo: come dovrebbe comportarsi un esercente, cosa dovremmo fare, chiedere la fedina penale ad ogni cliente prima di un caffè? Il nostro chiosco è un ambiente pulito e frequentato da famiglie, ci spacchiamo la schiena ogni giorno dalle 5:30 del mattino alle 23:00 la sera, veder chiudere la nostra attività, senza aver colpe, è una pugnalata al cuore. Siamo gente onesta e perbene non ci aspettavamo minimamente una mazzata del genere. Ovviamente in un paesello come l’Italia, è più facile penalizzare un’attività pulita anziché prendere provvedimenti con questi elementi. Comunque la gente sa chi siamo, la gente conosce la nostra famiglia che non ha mai trasgredito la legge e siamo fieri di esserlo”.
Solidarietà ai titolari del chiosco da parte del Movimento 5 stelle di Paternò: “Siamo certi che i funzionari hanno agito secondo quanto previsto dalla normativa e hanno avuto i loro buoni motivi per arrivare ad un provvedimento cosi penalizzante per degli esercenti che da anni rappresentano un presidio per quel quartiere molto spesso abbandonato dalle amministrazioni comunali- si legge in una nota stampa- Ma ci chiediamo se tutto questo abbia un senso in una città completamente allo sbando, dove l’anarchia regna e la delinquenza dilaga, dove fioccano gli ambulanti abusivi con alcuni di essi ormai a pieno titolo “saldati” su suolo pubblico. Che messaggio arriva alla popolazione?
Cosa dovrebbe fare il titolare del chiosco in questione, chiedere il casellario giudiziale ai propri clienti? Oppure mettere dei cartelli con su scritto “stai alla larga se hai precedenti penali”? Siamo sicuri che i delinquenti non frequentino anche altre attività che nel frattempo continuano a rimanere aperte? Sono tante le domande che ci poniamo ma la sola risposta che riusciamo a trarre è che tutto questo è assurdo!
Esprimiamo la nostra vicinanza e solidarietà ai titolari del chioschetto, persone professionali e disponibili che riteniamo di collocare a gran voce all’interno del sottoinsieme che rappresenta la parte buona di Paternò e con i quali negli anni abbiamo avuto il piacere di confrontarci anche su questioni di carattere politico e sociale” si chiude cosi la nota stampa dei pentastellati paternesi.