“Non accettiamo le provocazioni del presidente del Consiglio. Oggi siamo in piazza non per allungare il weekend ma a difesa dei nostri valori costituzionali. Il genocidio a Gaza cessi, si consenta che gli aiuti arrivino. L’Italia riconosca lo stato di Palestina. No a un’economia di guerra di cui pagherà il prezzo più alto il Mezzogiorno”.
Così il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino, durante la manifestazione di Palermo perché cessi il genocidio a Gaza.”Grande partecipazione – dice Mannino – in tutta la Sicilia: oltre 150 mila manifestanti nelle principali città dell’isola. L’aggressione alla missione di Global Sumud Flotilla che puntava all’apertura di un varco umanitario – afferma il segretario generale Alfio Mannino – è un fatto di inaudita gravità. Questo per negare la possibilità di portare aiuti e sostegno a un popolo martoriato e vittima di un genocidio portato avanti con sistematicità dal governo israeliano. Questa barbarie deve finire. La Cgil proseguirà con le azioni di mobilitazione per segnalare che c’è un popolo che dice basta e chiede tutte le azioni possibili per fermare il massacro a Gaza”
“Una marea umana, tanti giovani, migliaia di studenti assieme a lavoratrici e lavoratori in piazza, oltre 40 mila in strada a Palermo ma sono stracolme anche quelle negli altri capoluoghi siciliani, per rilanciare la pace immediata a Gaza, dire stop al genocidio perpetrato da Israele e ribadire vicinanza a Global Sumud Flottila, fermata illegalmente dalle forze militari israeliane in acque internazionali con il suo carico di aiuti umanitari e generi di prima necessità per la popolazione di Gaza”.
Così Sergio Lima, responsabile Organizzazione della segreteria regionale del Pd Sicilia, che a Palermo sta partecipando al corteo sta sfilando nel centro storico della città con l’obiettivo di raggiungere palazzo d’Orleans, sede del governo regionale. In piazza anche diversi dirigenti e parlamentari regionali del Pd siciliano. “Questo Governo dovrebbe ascoltare la piazza – aggiunge – e i cittadini che pacificamente manifestano un sentimento che non può essere ignorato. Di fronte a questa marea umana Meloni smetta di insultare e di essere prona, allineata e coperta su Israele”.
E a Catania circa 200 persone hanno occupato la stazione centrale. Alcuni hanno bloccato la circolazione dei treni scendendo sui binari, altre 100 sono fuori dall’edificio e hanno bloccato la circolazione. Il corteo per lo sciopero generale è partito dal porto di Catania. Hanno sfilato anziani, famiglie, giovani e studenti, per fermarsi a Castello Ursino. Slogan e fischi contro il governo nazionale sotto il Comune di Catania. .
Quasi 20 mila persone, moltissime delle quali studenti delle scuole medie e dei licei, hanno riempito oggi le strade di Catania rispondendo all’appello di adesione allo sciopero generale della Cgil insieme alle altre sigle sindacali CUB, USB e Cobas, in sostegno della Global Sumud Flottilla e per chiedere Gaza libera. Una mobilitazione imponente partita dal porto per concludersi in piazza Federico di Svevia, che ha visto semplici lavoratrici, e lavoratori, cittadine e cittadini, pensionati, unirsi in una voce comune contro la guerra e l’indifferenza. Moltissime anche le associazioni, soprattutto quello che compongono “La via maestra”, attiva nei mesi scorsi per la promozione del referendum.
“Non scioperiamo per noi stessi – ha dichiarato il segretario della Cgil Catania, Carmelo De Caudo – ma per chi crede ancora che la pace non sia un’utopia, bensì un dovere. Senza pace non c’è lavoro, senza diritti non c’è futuro”.
Lo sciopero, che in città e provincia ha raggiunto punte dell’ 80% di adesioni, ha ribadito l’urgenza di sostenere la missione umanitaria della Flottilla, che ha cercato di portare aiuti a Gaza ed è stata respinta con le armi. Alcune delle flottiglie tuttora in viaggio sono partite dal porticciolo di Ognina trasformato in simbolo di solidarietà e coraggio.
“La nostra Costituzione non è carta morta – ha sottolineato De Caudo –. L’articolo 11 ripudia la guerra, l’articolo 10 ci lega al diritto internazionale, e l’articolo 117 ci impone di rispettare i trattati. Sono principi inderogabili che oggi difendiamo con lo strumento più potente che i lavoratori hanno conquistato: lo sciopero generale”.
La Cgil denuncia l’inerzia dell’Europa e del governo italiano, incapaci di alzare la voce contro la barbarie e di proteggere i cittadini italiani impegnati nella Flottilla.
Il 3 ottobre, data odierna, conclude De Caudo, “la ricorderemo non solo come una data di sciopero ma come un atto di dignità collettiva. È la voce dei lavoratori che dice ‘mai più silenzio davanti alla guerra’, ‘mai più indifferenza davanti alla violenza’, ‘mai più paura davanti alla difesa dei diritti’. Assurdo che il governo Meloni sbeffeggi ciò che sta accadendo. Tra i manifestanti ci sono moltissime persone che non hanno tessere e che scioperano in piena libertà di pensiero. Meno male che Catania dimostra tanta sensibilità civile e libera di pensiero”.