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Etna, ticket per accesso Crateri Silvestri, svolte audizioni in Commissione Ambiente all’ARS

“Dalle audizioni sono emerse le criticità nella gestione di un patrimonio naturalistico straordinario a cui purtroppo fa da contraltare il mancato aggiornamento del Piano territoriale” ha detto la deputata Jose Marano, componente della commissione

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foto da "Etnamap"

Nella IV commissione all’Assemblea regionale siciliana si sono svolte le audizioni sulla decisione di istituire il biglietto di ingresso da 5 euro per l’accesso ai Crateri Silvestri sull’Etna. Sono stati invitati i sindaci di Adrano, Belpasso, Biancavilla, Bronte, Castiglione di Sicilia, Giarre, Linguaglossa, Maletto, Mascali Milo, Nicolosi, Pedara e altri amministratori comunali.

Invitati anche l’assessore regionale per l’ambiente Giusy Savarino, il dirigente del dipartimento regionale dell’ambiente Calogero Beringheli, il sindaco della Città Metropolitana di Catania Enrico Trantino e il rettore dell’Università di Catania Enrico Foti.

“La vicenda relativa al ticket per l’accesso ai Crateri Silvestri sull’Etna ha scoperchiato il cosiddetto vaso di Pandora. Le audizioni in IV Commissione all’Ars lo confermano perché hanno fatto emergere tutte le criticità nella gestione di un patrimonio naturalistico straordinario a cui purtroppo, però, fa da contraltare il mancato aggiornamento di uno strumento fondamentale quale è il Piano territoriale. Mancato aggiornamento da cui derivano gravi carenze sotto il profilo della manutenzione, dell’organizzazione degli spazi, dei servizi ai visitatori e della tutela stessa del Vulcano”.

Così Jose Marano, deputata regionale M5s a conclusione dei lavori che si sono svolti in commissione Ambiente, Territorio e Mobilità all’Assemblea regionale siciliana.

“Le audizioni – aggiunge Marano – sono state un momento fondamentale di ascolto di tutte le parti in causa, dalle istituzioni locali fino alle associazioni di categoria. La decisione di istituire un biglietto di ingresso ai Crateri Silvestri ha imposto una riflessione doverosa sulla necessità di rimettere innanzitutto in piedi l’Ente Parco che oggi, con una pianta organica di 60 unità ne conta solo 21. Con questi numeri non è nelle condizioni di garantire neppure la gestione ordinaria. La Regione siciliana non può restare a guardare, deve dotare l’Ente Parco di mezzi e risorse adeguate a svolgere la sua importantissima funzione ma soprattutto deve venire a capo di questa situazione. In tal senso, accogliamo con favore la volontà da parte della Regione di procedere all’esproprio dei beni per pubblica utilità”.

“Nessuna volontà di demonizzare i privati – ribadisce la parlamentare regionale – ma da una mia richiesta di accesso agli atti emerge che l’Ente Parco non ha concesso alcun nulla osta che invece è indispensabile per l’avvio di qualunque attività all’interno del Parco. Dopo la chiusura della sessione di bilancio bisognerà lavorare tutti insieme per mettere ordine e creare le migliori condizioni per sostenere l’industria del turismo ma al contempo tutelare l’unicità dell’Etna garantendo ai cittadini la piena fruizione di un sito di pregio vulcanico e morfologico”.

 

 

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