“L’Archeoclub d’Italia nazionale ringrazia per il lavoro svolto il comandante – Tenente Colonnello Gianluigi Marmora – del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale (TPC) dei Carabinieri di Palermo insieme agli uomini e le donne dell’arma che hanno lavorato in questi anni, alla più importante indagine sui ladri di memoria, individuando i tanti livelli dell’organizzazione, dai tombaroli ai ricettatori, fino alle strutture apicali compiacenti”.
A dirlo in una nota stampa l’Archeoclub d’Italia che cosi interviene sull’operazione condotta dal Nucleo Tutela Patrimonio Culturale (TPC) dei Carabinieri di Palermo che ha concluso una delle più importante indagine sul traffico illegale dei reperti archeologici in Sicilia. Più di 4000 pagine di informativa, 74 indagati, solo nel catanese. Scavi clandestini e tombaroli in azione in tante aree archeologiche della Sicilia. Sotto la lente d’ingrandimento anche le case d’asta, spesso ignare, tra Monaco di Baviera e Londra. Un lavoro della Procura di Catania e del TPC ed è per questo la Gip, Simona Ragazzi, sta valutando l’emissione di provvedimenti restrittivi nei confronti di 55 indagati su proposta del procuratore aggiunto della procura di Catania Fabio Scavone e del sostituto Giovanni Gullo. L’indagine si è sviluppata dal 2021 al 2023 in particolare nella Sicilia Orientale.
Sono oltre 20 i siti archeologici in Sicilia e uno in Calabria, a Roccelletta di Borgo, in provincia di Catanzaro, violati da tombaroli che piazzavano i beni archeologici trovati o trafugati ad appassionati tramite una “filiera” al centro dell’inchiesta della Procura di Catania con 74 indagati. Per 55 di loro è stata chiesta l’emissione di un provvedimento cautelare: 12 in carcere, 35 arresti domiciliari e otto obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria.
Due le organizzazioni “criminali” che avrebbero operato in aree geografiche affini, contemporaneamente e in periodi differenti. La prima a Paternò da giugno del 2021 a dicembre del 2021 sarebbe responsabile di scavi clandestini ad Augusta, Ragusa, Aidone, Assoro, Termini Imerese, Cattolica Eraclea e Roccelletta di Borgia. La seconda, tra Paternò, da giugno del 2021 all’ottobre 2022, con scavi ad Augusta, Siracusa, Lentini, Mineo, Ragusa, Termini Imerese, Mazzarino e Calatafimi-Segesta.
“La ricchezza di questa terra, la Sicilia, dipende dalla capacità di tutelare e proteggere le aree archeologiche, il patrimonio artistico e archeologico spesso dimenticato. In questo senso le forze dell’ordine giocano un ruolo centrale e l’associazionismo culturale deve molto alla loro professionalità e per questo lo sostengono con forza-scrive l’Archeoclub d’Italia-Complimenti per il risultato ottenuto e non possiamo che augurarci che si possa continuare in questa direzione. Crediamo che servono più risorse per questo reparto speciale dei Carabinieri (TPC) e una presenza più diffusa nel territorio”.
“Desidero esprimere il mio più vivo plauso agli uomini e alle donne impegnati nella maxi inchiesta condotta dai militari del nucleo tutela del patrimonio culturale di Palermo, coordinata dalla Procura di Catania, che ha portato alla denuncia di due organizzazioni di tombaroli”. Ad affermarlo l’assessore regionale ai Beni culturali e identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato. “Si tratta di un risultato importante, che conferma quanto sia fondamentale contrastare con fermezza chi trafuga beni archeologici e opere d’arte, alimentando un mercato illecito che depreda il nostro patrimonio e lo sottrae alla pubblica fruizione – aggiunge Scarpinato -. Ribadisco la mia ferma condanna per questi reati e sottolineo che la tutela del patrimonio culturale resta per noi una priorità assoluta. Per questo desidero ringraziare tutti coloro che, con professionalità e dedizione, si adoperano ogni giorno per difendere e preservare la nostra storia e la nostra identità”.