Il 3 dicembre del 1981 le Nazioni Unite proclamavano la “Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità”. Inizialmente, la giornata era celebrata maggiormente in Europa, ma con il trascorrere degli anni ha assunto una risonanza mondiale. Tavole rotonde, convegni, riflessioni, mostre, hanno accompagnato nel tempo questo appuntamento, alla cui base vi è la consapevolezza verso la comprensione dei problemi connessi alla disabilità e l’impegno per garantire la dignità, i diritti e il benessere delle persone con disabilità. Oggi, purtroppo, si registra un clamoroso calo ed impegno da parte dei mass media, perlomeno quelli classici come televisione e radio, nel dare voce ed importanza a noi persone handicappate con i nostri tantissimi problemi che ogni giorno ci tocca affrontare, e con le famiglie che si sentono sempre più sole. Anche le manifestazioni scemano, con l’indifferenza che sembra appropriarsi di ogni spazio.
Non credo affatto che le date imposte dai calendari, come quella del 3 dicembre, oppure il Venticinque novembre per memorare il dramma del femmicidio, possano risolvere le vicende. Però, penso fermamente che quella ricorrenza dettata su un calendario possa lanciare l’input per ribadire i problemi di questo pianeta troppo eclissato da molteplici altre vicende. Così non si parla del supporto che manca da parte delle autorità competenti alle famiglie con un figlio disabile, non si dialoga con il disabile e non si bussa mai a quella porta dove vi è un handicappato, spesso dipendente da una macchina che lo aiuta a parlare o a respirare.
Non si ha modo, e ribadisco, non si vuol dare il giusto supporto per individuare una soluzione che sia risolutiva e che permetta al disabile di avere facoltà un giorno di condurre una vita autonoma, per quel che le sue capacità comunicative e quindi cognitive gli permettano. La legge 112 varata dal governo nel 2012 c’è, ma non viene applicata in tutto il territorio nazionale alla stessa maniera. Resta da capire perché e di chi è la colpa? Chi non vuole rassicurare i nostri cari che un domani da persona non sola è possibile grazie al “Dopo di noi”? E ancora, perché non realizzare degli incontri progettuali durante l’anno che rendono consapevole la persona handicappata della “ricchezza” che potrebbe dare all’interno della nostra società, per poi sviluppare un dibattito costruttivo riguardante la ricorrenza del tre dicembre?
La vita sentimentale della persona handicappata è ancora un tabù soprattutto per la donna. Ad onor del vero, si è un pizzico messa in luce la sessualità rispetto alle persone con sindrome di Down, anche se attorno a ciò si è spettacolarizzato troppo e non si è data seria ed adeguata informazione: ma facciamo finta che è stato svolto un ottimo lavoro sotto quest’aspetto. Vi è invece una carenza sostanziale quando si tratta della sessualità nei soggetti handicappati gravi e non gravi. Indistintamente tutte le persone con handicap da qualsiasi gravità lo si veda, fortunatamente abbiamo istinti sessuali. Dico che è un bene questo perché stimolando certe aree è fondamentale comprendere che il corpo risponde nonostante il deficit: è un fatto importante e fortemente terapeutico. Però mancano assolutamente le modalità per operare, per poter ricevere determinati stimoli.
È c’è ancora molto da fare e da lavorare se solo si andasse ad osservare dietro ad ogni peculiarità di ogni singola persona handicappata. Per esempio accade oggi che si facciano condividere gli stessi spazi alle persone con gravi problemi intellettivi, alle persone iperattive e a soggetti intaccati solo a livello motorio, circostanza questa incompatibile per ottenere buoni e possibili risultati riabilitativi. Realtà, purtroppo, che sta prendendo sempre più spesso ripieghi di soluzione dentro la sanità pubblica e privata nel nostro Sud Italia ed è un dato di fatto altamente negativo per i disabili. Alle elementari ho imparato una regola fondamentale in matematica: non esiste nessuna operazione che moltiplichi, sottragga, raddoppi o divida le mele dalle pere. È obbligatorio ragionare fra elementi della stessa natura. Perché non ripartire ragionando su questi temi irrisolti per riconsegnare la validità e l’enorme importanza che ha oggi la data del tre dicembre?