L’Arcidiocesi di Catania, in riferimento alle interpretazioni circolate dopo le celebrazioni di Santa Barbara a Paternò, ritiene opportuno offrire alcuni chiarimenti circa la decisione, da lui espressa, relativa alla lettura degli atti di affidamento durante le feste patronali.
«L’atto di affidamento – afferma l’Arcivescovo – è innanzitutto un gesto di preghiera e appartiene alla vita liturgica della Chiesa. Per questo motivo ho ritenuto opportuno che, d’ora in avanti, sia proclamato da un ministro della comunità ecclesiale».
Mons. Renna sottolinea che tale scelta «non è motivata da un giudizio sugli amministratori locali né da un desiderio di prendere le distanze dalla politica».
Il Vescovo precisa: «Conosco e apprezzo il lavoro di molti sindaci e amministratori che, con serietà e sacrificio, servono quotidianamente le loro comunità. Il loro contributo rimane prezioso e indispensabile per il bene comune».
L’Arcidiocesi evidenzia che questa indicazione ha una valenza esclusivamente pastorale e non va in alcun modo sovrapposta alla situazione particolare vissuta dal Comune di Paternò, che resta un caso specifico e non rappresentativo della realtà degli altri comuni del territorio.
La scelta intende piuttosto custodire il significato liturgico dell’atto d’affidamento e favorire una più chiara distinzione dei ruoli tra partecipazione religiosa e partecipazione civile, che rimane pienamente accolta e rispettata nelle celebrazioni patronali.
«La mia intenzione – conclude Mons. Renna – è promuovere serenità e chiarezza. La Chiesa e le istituzioni civili devono continuare a collaborare, ciascuna nella propria responsabilità, per il bene delle nostre comunità. Il dialogo con i sindaci e con gli amministratori rimane per me una priorità».