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Cronaca

Adrano, omicidio Maccarrone: confermata condanna a 30 anni per Antonio Magro

La vittima uccisa perché, ‘colpevole’, di avere avuto una presunta relazione (mai realmente accertata) con una ex fidanzata di Magro

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E’ stata confermata in Appello la condanna a 30 anni di carcere per Antonio Magro, accusato di essere il mandante di un omicidio a fondo passionale; lo stesso che qualche ora prima si era beccato l’ergastolo per l’omicidio di Turi Leanza. La Corte D’Assise di Catania ha accolto la  richiesta del Procuratore generale  Francesco Paolo Giordano. Secondo l’accusa Magro(legato ai Morabito- Rapisarda) avrebbe ordinato l’uccisione di Maurizio Maccarrone, 43 anni ,  assassinato il 14 novembre 2014 davanti casa sua, ad Adrano, con 5 colpi di pistola, uno dei quali sparato alla nuca, perché ‘colpevole’ di avere avuto una presunta relazione (non è mai stata realmente accertata) con una sua ex fidanzata. Ad eseguire l’omicidio, secondo la Procura, sarebbe stato Massimo Merlo(colui che avrebbe fatto fuoco)e  Massimo Di Maria, l’uomo che quella mattina sarebbe stato alla guida dello scooter su cui sono arrivati in via Cassarà i due killer. A dare la giusta direzione alle indagini le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia. Si tratta di Gaetano Di Marco, affiliato al clan Scalisi di Adrano (i due clan da una parte Morabito-Rapisarda e dall’altra i Scalisi hanno stretti legami con la famiglia mafiosa dei Laudani, i “Mussi di Ficurinia) che ha consentito di acquisire una serie di elementi molto precisi, concordanti sia con il movente dell’ omicidio che per quanto riguarda mandante ed esecutore.

Ci sono poi le immagini delle telecamere di videosorveglianza che hanno immortalato i momenti dell’agguato: Maccarrone, uscito da casa di buon mattino per andare a lavorare in una struttura sanitaria di Biancavilla,si dirigeva verso la propria auto, una Suzuki di colore grigio. Appena è arrivato vicino al mezzo è stato affiancato dai due killer a bordo di uno scooter e con il volto travisato dal casco. Con la moto ancora in movimento, il passeggero ha esploso alcuni colpi all’indirizzo della vittima che si è accasciato a terra. A questo punto, l’omicida è sceso dallo scooter e ha sparato, da distanza ravvicinata, altri due colpi di pistola per finire il lavoro. Le indagini sono state condotte dalla Squadra Mobile di Catania e dal commissariato di polizia di Adrano, coordinate dalla Procura di Catania.I  legali di Magro, gli avvocati Sergio Ziccone e Eugenio De Luca, hanno annunciato ricorso contro le due sentenze.

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Cronaca

Belpasso, due moto si scontrano sulla Ss121

Sul posto i soccorritori del 118, i Carabinieri del Norm e la Polizia Municipale di Belpasso

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Ennesimo incidente stradale questo pomeriggio sulla Ss121 poco distante dal centro commerciale Etnapolis in territorio di Belpasso sulla corsia di marcia direzione Paternò. Al momento non sono note le cause che hanno portato allo scontro di due moto di grossa cilindrata, una Bmw 1200 e una Honda 750. Secondo le prime ricostruzioni sembrerebbe che i due motociclisti si siano toccati durante la marcia, perdendo poi il controllo delle due moto. Sul posto sono intervenuti i soccorritori del 118 che hanno trasportato i due feriti, un 39 ed un 33 enne, al pronto soccorso dell’ospedale Maria Santissima Addolorata di Biancavilla. Secondo quanto appreso, le condizioni dei due centauri non dovrebbero essere gravi. Sul posto sono intervenuti gli uomini della Polizia Municipale di Belpasso e i Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Paternò. Il traffico ha subito pesanti rallentamenti per diverse ore.

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Associazionismo

Paternò, una fiaccolata per ricordare Mohamed Mouna, vittima del caporalato

L’evento, in programma domani pomeriggio alle ore 18 e organizzato dalla “Rete per l’accoglienza e il contrasto alle povertà”, partirà da Piazza Vittorio Veneto per giungere in Via Giovanni Verga.

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Si svolgerà domani pomeriggio a Paternò alle ore 18 la fiaccolata in ricordo di Mohamed Mouna, il cittadino marocchino di 27 anni ucciso nella cittadina paternese lo scorso 4 febbraio. Come accertato dai carabinieri della compagnia di Paternò Mohamed è stato accoltellato mortalmente dal suo “caporale” solo perché avrebbe chiesto a quest’ultimo di essere retribuito per il lavoro svolto nelle campagne.  La fiaccolata, organizzata dalla Rete per l’accoglienza e il contrasto alle povertà” che raccoglie diversi soggetti del terzo settore – la Comunità ecclesiale di Paternò, l’ANPAS, l’ANPI, 5 gruppi Scouts Agesci di Paternò, l’Associazione Italiana guide e scouts d’Europa cattolici, il Comitato Mamme in Comune, il Presidio Partecipativo del Patto di Fiume Simeto, l’Associazione Città Viva, la Comunità Islamica di Paternò, la Croce Rossa Italiana, l’Associazione Andiamo Avanti, il Centro promozione per la famiglia Don Luigi Luggisi – partirà da Piazza Vittorio Veneto per giungere alla fine di via Verga.

“I luoghi individuati dal passaggio della fiaccolata sono quelli maggiormente carichi di significato- dicono gli organizzatori della fiaccolata- Piazza Vittorio Veneto è il luogo da cui partono giornalmente i mezzi che accompagnano i lavoratori sui luoghi di lavoro e via Verga è la strada in cui Mohamed Mouna è stato assassinato. Tutto a poche centinaia di metri dalla baraccopoli di contrada Ciappe Bianche, luogo in cui molti lavoratori sono costretti a vivere in condizioni disumane e degradanti.

Per Salvatore Mazzamuto- referente della Rete e Responsabile del Servizio mensa della Caritas “La Bisaccia del Pellegrino”-  la  fiaccolata è stata organizzata “non solo per ricordare il sacrificio di un ragazzo che, in cerca di un lavoro dignitoso e di una condizione di vita migliore, ha pagato con la propria vita la giusta protesta per non essere stato retribuito, ma deve servire a ricordare a tutti che il caporalato e lo sfruttamento disumano del lavoro non è solo un flagello per questi lavoratori vessati e costretti a vivere in condizioni disperate sebbene siano ormai funzionali alla nostra economia, ma è una drammatica questione per tutta la nostra comunità, perché causa di pericolose tensioni sociali e soprattutto perché alimenta la criminalità organizzata, l’unica che ci guadagna da questa situazione”.

Alla fiaccolata commemorativa hanno aderito le sigle sindacali provinciali di CGIL, CISL e UIL.

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