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Cronaca

Santa Maria di Licodia, incidente stradale: ferita una 65enne che finisce in ospedale

E’ sotto osservazione all’ospedale di Biancavilla la donna che, alla guida di una Fiat 500, ha sbattuto contro il muretto della SP 4/II

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E’ sotto osservazione all’ospedale <Maria Santissima Addolorata> di Biancavilla la donna, di circa 65 anni , rimasta ferita , questa mattina, in un incidente stradale autonomo, verificatosi, poco dopo le 7.30, lungo la SP 4/II (Santa Maria di Licodia – Belpasso), a pochi passi dal cavalcavia di Currone. La ricostruzione del sinistro è stata affidata ai carabinieri della compagnia di Paternò, intervenuti sul luogo dell’incidente con un pattuglia del nucleo radiomobile.

Analizzando l’accaduto la donna, probabilmente abbagliata dal sole ma si tratta comunque di una ipotesi, mentre era alla guida della sua Fiat 500, sarebbe andata a sbattere contro il muretto che costeggia la strada. L’impatto sarebbe stato piuttosto violento: l’auto si è capottata adagiandosi su una fiancata. Ad intervenire sul posto uomini del 115 del distaccamento di Paternò e due ambulanze del 118.

I soccorritori, allertati da automobilisti in transito nella zona, hanno messo in sicurezza l’auto incidentata e prestato i necessari aiuti alla ferita. I pompieri, una volta estratta  dall’abitacolo la donna rimasta incastrata tra le lamiere del mezzo, è stata successivamente affidata alla cure dei medici del 118, i quali l’hanno trasportato al nosocomio biancavillese per le cure del caso. Il traffico veicolare sulla provinciale ha subito notevoli rallentamenti.  

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Cronaca

Giarre, Ispettori del lavoro scoprono lavoratori in nero in cantiere

Sanzioni salate per l’azienda, compresa la sospensione del cantiere

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Nei giorni scorsi, gli Ispettori INL del Contingente Sicilia hanno effettuato a Giarre un accesso in un cantiere edile. La verifica ha consentito di accertare che tutti e 3 i lavoratori presenti erano in nero. Essendo stata superata la soglia del 10% di irregolari, è stata imposta la sospensione dei lavori. Nel corso dell’accertamento è stata altresì appurata la mancata effettuazione della visita medica dei lavoratori. Gli ispettori hanno irrogato sanzioni amministrative di sospensione per 2.500 euro, oltre alla maxi-sanzione fino ad un massimo di 14.200 euro, alle quali si aggiungono le sanzioni in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, fino ad un massimo di 5.695,36 euro.

 

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Cronaca

Aci S.Antonio, Finanza fa luce su sistema di distrazione di beni aziendali e frode fiscale

Disposto il sequestro preventivo della società “Arcaplast S.r.l.”, comprensivo delle quote societarie, dei conti correnti e dei beni strumentali per un valore complessivo di quasi 400 mila euro, reato contestato bancarotta fraudolenta

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I Finanzieri del comando provinciale di Catania hanno dato esecuzione ad un’ordinanza con cui il Giudice per le indagini preliminari presso il locale Tribunale ha disposto il sequestro preventivo d’urgenza dell’intero compendio aziendale della società “Arcaplast S.r.l.” con sede legale in Aci Sant’Antonio, comprensivo delle quote societarie, dei conti correnti e dei beni strumentali per un valore complessivo di quasi 400 mila euro; reato contestato bancarotta fraudolenta.

È stata, inoltre, disposta la nomina di un amministratore giudiziario per la gestione della società sequestrata. Le indagini, condotte dalla compagnia di Acireale avrebbero consentito di far emergere un sistema di frode a danno dei creditori, in particolare dell’erario. Le indagini hanno preso avvio a seguito di una indagine avviata dalla Procura con l’obiettivo di esaminare le dinamiche relative al dissesto finanziario della società fallita. Dalle indagini sarebbe emerso un disegno fraudolento che avrebbe visto il coinvolgimento del rappresentante della società fallita, Orazio Mattia Bella, con precedenti per concorso esterno in associazione mafiosa.

Il meccanismo di frode si sarebbe basato su uno schema operativo finalizzato a sottrarre beni e risorse dalla società fallita per trasferirli a una nuova entità giuridica, a prezzo irrisorio rispetto al loro valore, con l’obiettivo di eludere le responsabilità patrimoniali e fiscali.

L’illecita alienazione avrebbe riguardato il patrimonio aziendale della società fallita, comprendente know-how, dipendenti, fornitori e clienti, trasferito integralmente alla nuova impresa. In tal modo, la “New Company” avrebbe potuto proseguire l’attività imprenditoriale con i beni della fallita senza tuttavia farsi carico dei rilevanti debiti e passività accumulati. Tale cessione sarebbe stata quantificata in quasi 3 milioni di euro, con un danno patrimoniale complessivo di circa 1,5 milioni di euro a carico dei creditori, in particolare dell’Erario.

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