Connect with us

Cronaca

A Catania il processo per istigazione a suicidio di Alessandra Giordano

L’insegnante paternese è morta in una clinica della Dignitas, in Svizzera. Non soffriva di una malattia terminale ma di depressione.

Pubblicato

il

Prima udienza oggi, in Tribunale a Catania, davanti al Giudice per l’udienza preliminare, Marina Rizza. Imputato il presidente di Exit Italia, Emilio Coveri. Il caso è quello di Alessandra Giordano, l’insegnante di 46 anni, di Paternò, morta in una clinica Svizzera il 27 marzo dello scorso anno, con la pratica del suicidio assistito.

Nel corso dell’udienza i fratelli, la sorella e la mamma di Alessandra si sono costituiti parte civile; gli avvocati di Emilio Coveri, Arianna Corcelli e Roberto Mordà, hanno, invece, presentato un’eccezione di competenza territoriale, secondo la quale Catania non può decidere sul caso con il procedimento che dovrebbe essere spostato presso il Tribunale di Torino.

Di parere opposto il Pubblico ministero, Ignazio Fonzo.

«Come responsabile scientifico di Exit – evidenzia Silvio Viale, presidente del Comitato nazionale di radicali Italiani e responsabile scientifico di Exit-Italia – ribadisco che è la prima volta che viene processata l’attività ordinaria di una associazione che si batte per l’eutanasia. Non si tratta di disobbedienza civile, ma dell’ordinario confronto tra i soci. Il processo a Emilio Coveri è il processo a EXIT-Italia.»

«La signora Alessandra – afferma il presidente di Exit, Emilio Coveri – era una nostra associata e le abbiamo semplicemente fornito, su sua richiesta, le informazioni che le servivano per prendere una decisione. Una procedura normale. Abbiamo 5000 iscritti, e ogni settimana riceviamo almeno 90 telefonate di gente disperata. Ma siamo rispettosi della legge italiana, e sappiamo che l’eutanasia nel nostro Paese non è ancora consentita”.»

Prossima udienza il 24 marzo, quando il Gup annuncerà la decisione sull’eccezione di compatibilità territoriale sollevata oggi.

Clicca per commentare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Chiesa

Mascali, sequestrate dai carabinieri discariche abusive, tre persone denunciate

Sono stati controllati 3 terreni nei quali i proprietari avrebbero lasciato scarti di materiali edili e rifiuti ferrosi

Pubblicato

il

Rimane alta l’attenzione del comando provinciale carabinieri di Catania per contrastare le varie forme di illegalità diffusa e garantire il rispetto delle norme dedicate alla tutela ambientale. Cosi a Mascali i militari della locale stazione Carabinieri hanno controllato i fondi agricoli situati nei pressi del torrente esondato “Salto del Corvo”, in località Nunziata, all’altezza dell’intersezione con la strada provinciale.

In particolare, sono stati controllati 3 terreni nei quali i proprietari avrebbero lasciato scarti di materiali edili e rifiuti ferrosi. L’accesso ispettivo al primo fondo, di proprietà di un 63enne di Calatabiano titolare di un negozio di ferramenta ed edilizia, ha consentito ai carabinieri di scoprire una vera e propria discarica abusiva di scarti di lavori edili e rifiuti ferrosi.

Nel terreno di un 42enne di Mascali, invece, oltre ai rifiuti provenienti da lavori edili, gli investigatori hanno accertato che sono stati accatastati anche pneumatici e tubi di gomma che poi sono stati  dati alle fiamme, con grave danno per l’ambiente e per la cittadinanza, visti i fumi tossici rilasciati dalla combustione. Infine, nella proprietà di un autotrasportatore 40enne, residente a Riposto, i militari dell’Arma hanno assistito ad un mutamento della destinazione d’uso del terreno agricolo, trasformato in una cava abusiva e riempito anche di rifiuti divario genere, da pezzi di ferro a parti in cemento.

Tutti e tre i terreni sono stati sequestrati e dovranno essere bonificati, eliminando i rifiuti secondo le modalità previste dalla normativa ambientale, mentre i proprietari sono stati denunciati penalmente per aver realizzato e gestito una discarica abusiva, e il 40enne anche per aver allestito una cava senza alcuna autorizzazione.

Continua a leggere

Chiesa

Catania, sullo scooter con un minore contromano per evitare controlli, arrestato

Alla vista degli agenti l’uomo ha cercato di dileguarsi, imboccando viale Ulisse a velocità sostenuta e in senso contrario a quello di marcia, fermandosi solo dopo scontro con un’auto

Pubblicato

il

Avrebbe cercato di sfuggire ai controlli della Polizia di Stato, scappando per le vie della città in scooter, mettendo a repentaglio la sicurezza sua, del figlio minorenne che viaggiava con lui e degli altri utenti della strada. A rendersi protagonista di un pomeriggio particolarmente movimentato è stato un catanese di 37 anni che, dopo un pericoloso inseguimento, è stato arrestato dagli agenti della “Squadra Moto Volanti” per resistenza a pubblico ufficiale.

In particolare i poliziotti hanno notato l’uomo che transitava in viale Ulisse, all’altezza di un fast food ivi ubicato, in sella al suo motociclo senza il prescritto casco protettivo; con lui vi era un passeggero, un ragazzo senza casco, che poi si è appurato essere figlio minorenne del conducente del mezzo a due ruote.  Alla vista degli agenti, l’uomo ha cercato immediatamente di dileguarsi, imboccando viale Ulisse a velocità sostenuta e in senso contrario a quello di marcia.

I poliziotti l’hanno tallonato durante la sua folle corsa senza mai perderlo di vista. L’uomo ha continuato a sfrecciare noncurante dell’intenso traffico veicolare, facendo accesso addirittura in un parco pubblico pieno di persone, nei pressi di via Colnago, cercando di dileguarsi tra i vicoli, particolarmente stretti, della zona per poi tornare su viale Ulisse nel senso contrario a quello di marcia.

Nonostante i ripetuti alt intimati dai poliziotti con i dispositivi sonori e luminosi, il 37enne è andato avanti fino a quando non si è scontrato contro un’autovettura che stava percorrendo regolarmente il tratto viario. L’uomo è stato cosi definitivamente bloccato, finendo successivamente ai domiciliari.

Continua a leggere

Trending