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Cronaca

Biancavilla, Michele Gatto dedica un brano al padre vittima del Covid

Il signor Gatto, ben voluto da tutti e molto conosciuto in paese per la sua attività di autoricambi a soli 66 anni è stato stroncato dal Coronavirus in appena 45 giorni

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La musica può essere un cardine importante per far girare la porta del dolore nel verso giusto. Ce lo dimostra il giovane cantautore biancavillese, Michele Gatto con il suo nuovo singolo dal titolo “Quelli come te”, interamente dedicato al padre scomparso lo scorso 20 dicembre a causa del Covid. Michele aveva già manifestato sui social tutto lo smarrimento e il vuoto per la grave perdita: «Ringrazio tutti per l’affetto, la vicinanza e le bellissime parole che ho letto per il mio guerriero bellissimo e dolcissimo. Se posso, vorrei esprimere un pensiero, senza prediche, rimproveri né giudizi. Mi è capitato di sentire ancora qualcuno dire “a me questo Covid sembra una cazz**a”, “quelli che muoiono sono anziani con altre patologie”, mi è capitato di vedere adulti senza mascherina parlare e fare aperitivi in gruppo, mi è capitato di vedere gruppi di bambini senza mascherina passeggiare e giocare in maniera spensierata, mi è capitato di percepire preoccupazione/interesse generale quasi esclusivamente per l’acquisto dei regali di Natale o per i cenoni. Tutto lecito. Ripeto, non giudico.  Se posso, però, vi invito a pensare un po’ di più alla salute vostra, dei vostri cari e del prossimo, più in generale. Se potessi tornare indietro, metterei mio padre (che era già super attento di suo a seguire tutte le misure di sicurezza) dentro a una campana di vetro. Papà aveva 66 anni. Papà non soffriva di alcuna patologia grave. Papà mi è stato strappato via violentemente in 45 giorni circa. Pensateci, se potete». 

Con questo brano, già disponibile su tutte le piattaforme digitali e in rotazione radiofonica, Michele ha rivolta una vera e propria lettera d’amore ad un uomo e ad un padre meraviglioso per cui la famiglia era tutto.  Michele l’ha scritta e interpretata per mantenere saldi per sempre i ricordi di una vita insieme: “Quelli come te ti restano/ Nell’anima con un colore/ Che non si toglie”. I giorni felici passati insieme sono impressi nelle polaroid che vengono sfogliate nel videoclip, e da quelle immagini emerge tutto il legame con il padre. Una famiglia unita, quella dei Gatto, due fratelli, una sorella e l’amore di mamma e papà, che il virus ha spezzato. Non è stato, un percorso facile, come dimostra il ribollire di sentimenti del brano. Michele racconta con grande sincerità il percorso di dolore e sconforto che ha segnato improvvisamente tutta la sua famiglia: «Nessuno di noi poteva immaginare mai che mio padre non sarebbe riuscito a vincere contro il Coronavirus. Adesso quello che mi resta è il suo Amore».  Amore che si è riversato in una canzone che colpisce al cuore e che lascia intuire il potenziale artistico di questo giovane, capace attraverso l’arte, di combattere la fine e di creare nuovi mondi. Michele lavora come ricercatore in Ingegneria Geotecnica presso l’Università di Parma, ma al mondo scientifico ha sempre affiancato fin da piccolo la musica e tra i suoi più grandi sostenitori c’era proprio il suo papà. 

Link al videoclip ufficiale: https://www.youtube.com/watch?v=doEe7QZF1RE

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Cronaca

Belpasso, due moto si scontrano sulla Ss121

Sul posto i soccorritori del 118, i Carabinieri del Norm e la Polizia Municipale di Belpasso

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Ennesimo incidente stradale questo pomeriggio sulla Ss121 poco distante dal centro commerciale Etnapolis in territorio di Belpasso sulla corsia di marcia direzione Paternò. Al momento non sono note le cause che hanno portato allo scontro di due moto di grossa cilindrata, una Bmw 1200 e una Honda 750. Secondo le prime ricostruzioni sembrerebbe che i due motociclisti si siano toccati durante la marcia, perdendo poi il controllo delle due moto. Sul posto sono intervenuti i soccorritori del 118 che hanno trasportato i due feriti, un 39 ed un 33 enne, al pronto soccorso dell’ospedale Maria Santissima Addolorata di Biancavilla. Secondo quanto appreso, le condizioni dei due centauri non dovrebbero essere gravi. Sul posto sono intervenuti gli uomini della Polizia Municipale di Belpasso e i Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Paternò. Il traffico ha subito pesanti rallentamenti per diverse ore.

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Associazionismo

Paternò, una fiaccolata per ricordare Mohamed Mouna, vittima del caporalato

L’evento, in programma domani pomeriggio alle ore 18 e organizzato dalla “Rete per l’accoglienza e il contrasto alle povertà”, partirà da Piazza Vittorio Veneto per giungere in Via Giovanni Verga.

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Si svolgerà domani pomeriggio a Paternò alle ore 18 la fiaccolata in ricordo di Mohamed Mouna, il cittadino marocchino di 27 anni ucciso nella cittadina paternese lo scorso 4 febbraio. Come accertato dai carabinieri della compagnia di Paternò Mohamed è stato accoltellato mortalmente dal suo “caporale” solo perché avrebbe chiesto a quest’ultimo di essere retribuito per il lavoro svolto nelle campagne.  La fiaccolata, organizzata dalla Rete per l’accoglienza e il contrasto alle povertà” che raccoglie diversi soggetti del terzo settore – la Comunità ecclesiale di Paternò, l’ANPAS, l’ANPI, 5 gruppi Scouts Agesci di Paternò, l’Associazione Italiana guide e scouts d’Europa cattolici, il Comitato Mamme in Comune, il Presidio Partecipativo del Patto di Fiume Simeto, l’Associazione Città Viva, la Comunità Islamica di Paternò, la Croce Rossa Italiana, l’Associazione Andiamo Avanti, il Centro promozione per la famiglia Don Luigi Luggisi – partirà da Piazza Vittorio Veneto per giungere alla fine di via Verga.

“I luoghi individuati dal passaggio della fiaccolata sono quelli maggiormente carichi di significato- dicono gli organizzatori della fiaccolata- Piazza Vittorio Veneto è il luogo da cui partono giornalmente i mezzi che accompagnano i lavoratori sui luoghi di lavoro e via Verga è la strada in cui Mohamed Mouna è stato assassinato. Tutto a poche centinaia di metri dalla baraccopoli di contrada Ciappe Bianche, luogo in cui molti lavoratori sono costretti a vivere in condizioni disumane e degradanti.

Per Salvatore Mazzamuto- referente della Rete e Responsabile del Servizio mensa della Caritas “La Bisaccia del Pellegrino”-  la  fiaccolata è stata organizzata “non solo per ricordare il sacrificio di un ragazzo che, in cerca di un lavoro dignitoso e di una condizione di vita migliore, ha pagato con la propria vita la giusta protesta per non essere stato retribuito, ma deve servire a ricordare a tutti che il caporalato e lo sfruttamento disumano del lavoro non è solo un flagello per questi lavoratori vessati e costretti a vivere in condizioni disperate sebbene siano ormai funzionali alla nostra economia, ma è una drammatica questione per tutta la nostra comunità, perché causa di pericolose tensioni sociali e soprattutto perché alimenta la criminalità organizzata, l’unica che ci guadagna da questa situazione”.

Alla fiaccolata commemorativa hanno aderito le sigle sindacali provinciali di CGIL, CISL e UIL.

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