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Associazionismo

Paternò, parte “Off’Art&Hub”, un progetto per i giovani per rivivere gli antichi mestieri

Sei laboratori che riguardano artigianato digitale, ceramica e pietra lavica, pupi siciliani, cartapesta, riuso creativo e cantastorie.

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È partito a Paternò con grande entusiasmo di tutto il partenariato e dei suoi docenti (Andrea Conti Bellocchi, Vincenzo Messina, Antonino Viola, Salvatore Raguna, Ignazio Vitali e Alessandro Nicolosi) il progetto  “Off’Art&Hub”  che si inquadra nella cornice più ampia di recupero funzionale e riuso dell’area dell’Ex-Macello promosso dal comune di Paternò.  Presso la struttura, che ospita anche un’area espositiva e il museo della civiltà contadina, è stato realizzato un centro polifunzionale, per recuperare le tradizioni artistiche/artigianali della comunità e promuovere un ambiente favorevole alla cultura, allo sviluppo dell’impresa e alla facilitazione di accesso dei giovani al mondo del lavoro e alla cultura dell’innovazione, dove riscoprire le proprie radici e imparare le tradizioni tipiche della comunità simetina e nuove forme di artigianato alla ricerca del proprio futuro.

Sei i laboratori attivati, tenuti da esperti che il Comune di Paternò, in collaborazione con il Presidio Partecipativo del Patto di fiume Simeto, ha coinvolto nel progetto didattico: artigianato digitale, ceramica e pietra lavica, pupi siciliani, cartapesta, riuso creativo e cantastorie. Tutti gratuiti e aperti ai giovani dai 14 ai 18 anni che vogliono acquisire nuove competenze.  Si è partito ieri con il laboratorio di cantastorie, coordinato dal docente Alessandro Nicolosi, ma le iscrizioni restano aperte per chiunque voglia aggiungersi “in corsa”. Un’officina artistica che rende l’artigianato un volano in grado di riabitare lo spazio creando ambienti di co- working e al contempo un hub culturale che pratica e restituisce saperi e competenze alla comunità. Per iscriversi ai laboratori è necessario compilare il form su www.officineartistiche-paterno.ct.it

Associazionismo

Paternò, 1 Maggio a Ciappe Bianche

Le associazioni di volontariato incontrano e dialogano con i migranti della tendopoli

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E’ stato un primo maggio, “Festa dei Lavoratori”, differente quello di ieri a Paternò, dove le associazioni Penelope, Voce, Caritas- Bisaccia del Pellegino, Anpas e il Presidio Partecipativo del Fiume Simeto, hanno incontrato, nel tardo pomeriggio di ieri, alla tendopoli di Ciappe Bianche i braccianti agricoli (oltre una quarantina quelli presenti al suo interno) quasi tutti di nazionalità tunisina e marocchina.

L’iniziativa, dal titolo “Testimoni di (in)giustizia”, si è rivolto ai lavoratori migranti e a tutte le persone che credono in un’idea di lavoro come strumento di riscatto, e non come forma moderna di schiavitù. L’obiettivo è duplice: da un lato, offrire un punto di ascolto e supporto concreto a chi vive in condizioni di marginalità e sfruttamento, dall’altro promuovere informazione e consapevolezza sui diritti previsti dall’ordinamento italiano.

A spiegare, nel dettaglio, le finalità dell’iniziativa, Salvo Pappalardo (ANPAS), don Salvatore Mazzamuto (Caritas- Bisaccia del Pellegrino), Federico Scavo (Gruppo Voce), Marianna Nicolosi (Presidio Partecipativo Patto Fiume Simeto), Giuseppe Bucalo (Penelope)

L’incontro si è concluso con un momento di socialità e condivisione: una cena multietnica aperta a tutti, per favorire conoscenza reciproca e convivialità in un clima di solidarietà.

 

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Associazionismo

Paternò, Primo Maggio a Ciappe Bianche: Lavoro, dignità, giustizia sociale

L’iniziativa, dal titolo “Testimoni di (in)giustizia” è rivolta ai lavoratori migranti e a tutte le persone che credono in un’idea di lavoro come strumento di riscatto

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In occasione della Festa dei Lavoratori, le realtà associative Penelope, Voce, Caritas, Anpas e il Presidio Partecipativo del Fiume Simeto daranno vita, domani,  1° maggio, a partire dalle ore 18:00, ad un incontro speciale in contrada Ciappe Bianche, a Paternò.

L’iniziativa, dal titolo “Testimoni di (in)giustizia”, si rivolge in particolare ai lavoratori migranti e a tutte le persone che credono in un’idea di lavoro come strumento di riscatto, e non come forma moderna di schiavitù.

L’obiettivo è duplice: da un lato, offrire un punto di ascolto e supporto concreto a chi vive in condizioni di marginalità e sfruttamento, dall’altro promuovere informazione e consapevolezza sui diritti previsti dall’ordinamento italiano.

Durante la giornata, i volontari forniranno materiali informativi e guide pratiche di autodifesa, nonché contatti utili attivi 24 ore su 24 per ricevere aiuto. Saranno presenti anche operatori pronti a raccogliere testimonianze e denunce da parte di chi è vittima di caporalato o condizioni lavorative inique.

Un’unità mobile sarà inoltre disponibile per effettuare controlli gratuiti dei parametri vitali, offrendo un servizio medico di base a chi ne ha più bisogno.

L’incontro si concluderà con un momento di socialità e condivisione: una cena multietnica aperta a tutti, per favorire conoscenza reciproca e convivialità in un clima di solidarietà.

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