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A Paterno’, il call center Netith si appresta a passare in smart working

Sono circa 500 i lavoratori che potranno lavorare da casa. L’attivazione dovrebbe avvenire entro le prossime 24/48 ore.

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Il call center “Netith” di Paternò, si avvia verso lo smartworking, per permettere ai lavoratori di poter operare da casa. Una decisione che risponde alle richieste dai sindacati, per far fronte al grave momento che l’Italia sta vivendo, affrontando l’emergenza pandemica del Covid-19.

In una nota, diffusa questa sera, dal presidente ed amministratore delegato di Netith, Franz Di Bella, si legge: «Il momento che stiamo vivendo con tanta concitazione ha portato ad una pronta gestione da parte della macchina organizzativa di Netith. Abbiamo provveduto ad attivarci affinché tutti gli adempimenti previsti dai DPCM in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 fossero prontamente osservati; questo per garantire la massima tutela dei nostri lavoratori e delle nostre famiglie. Attraverso l’impegno profuso abbiamo garantito la massima sicurezza della salute di tutti noi e la continuità aziendale nel fornire i servizi ai nostri partners e clienti – si legge nella nota -. Pur tuttavia consapevoli di uno stato drammaticamente emergenziale che tra l’altro nella giornata di oggi registra un caso sospetto di Covid-19 in altra azienda di contact center presente nel nostro territorio, al fine di garantire una totale sicurezza della salute dei nostri lavoratori, da giorni stiamo contemporaneamente ed incessantemente lavorando per la migrazione delle nostre attività in modalità lavoro agile (smart working) attraverso investimenti tecnologici, revisione di processi, procedure e supporto alle persone. In attesa delle autorizzazioni e delle migrazioni tecniche da parte dei nostri Clienti, abbiamo deciso di iniziare le operazioni di migrazione in modalità remota dell’intera produzione, che coinvolge circa 500 persone nei vari progetti. Nelle prossime 24/48 ore contiamo di comunicare l’attivazione operativa della suddetta procedura. Ci sentiamo di voler profondamente ringraziare tutti i nostri lavoratori che in questo difficile momento hanno dimostrato grande spirito di appartenenza e di abnegazione.»

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Cronaca

Etna, attività stromboliana al cratere di sud-est, la nube si disperde verso est-sud-est

Dal punto di vista sismico dalle ore 15.30 di oggi  l’ampiezza media del tremore vulcanico ha mostrato un incremento, raggiungendo intorno alle 22  l’intervallo dei valori alti.

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Dopo qualche giorno di pausa l’Etna si risveglia.   L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha osservato che dalle immagini delle telecamere di sorveglianza,  a partire dalle ore 22 è visibile un’attività stromboliana al cratere di sud-est. Il modello previsionale indica che un’eventuale nube eruttiva si disperderebbe in direzione ESE.

Dal punto di vista sismico dalle ore 15:30 di oggi  l’ampiezza media del tremore vulcanico ha mostrato un incremento, raggiungendo intorno alle 22  l’intervallo dei valori alti. Attualmente i valori sono alti con tendenza ad un ulteriore aumento. La localizzazione del centroide delle sorgenti del tremore ricade nell’area del cratere di sud-est ad una quota di circa 2800 metri.

Anche l’attività infrasonica ha mostrato un incremento e dalle 21. 30 circa gli eventi risultano localizzati nell’area del cratere di sud-est con ampiezze che, attualmente, sono su valori alti.  Le reti di monitoraggio delle deformazioni del suolo non mostrano allo stato attuale variazioni significative.

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Cronaca

Messina, omicidio Sara Campanella, confessa Stefano Argentino

Il giovane non avrebbe accennato ad alcun pentimento. “Non so dire se nutra rimorso – ha aggiunto il legale dell’arrestato- E’ molto chiuso e d’altronde nessuno glielo ha chiesto”

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Cetty Zaccaria, mamma di Sara Campanella, la studentessa palermitana accoltellata e uccisa a Messina da Stefano Argentino, un collega universitario che la perseguitava con messaggi e attenzioni moleste chiede giustizia: “Sara voleva chiedere la tesi di laurea in oncologia, una ricerca sperimentale mi diceva, per poi specializzarsi e poi fare anatomia patologica per fare le autopsie. E invece adesso l’autopsia la faranno a te. Bisogna SEMPRE parlare per denunciare!!! Aiutatemi a dare voce a Sara”, ha scritto stamattina su Facebook. “Non sapevamo che fosse perseguitata da quel ragazzo, ma di certo lei non l’ha mai ricambiato”, racconta.

L’assassino a difendersi non ha nemmeno provato. Ha ammesso di aver ucciso Sara, ma sul perchè del gesto, sull’arma – il coltello mai ritrovato – e su chi l’abbia aiutato a fuggire non ha voluto rispondere. “Confuso, prostrato”, così lo definisce il suo legale, Stefano nelle due ore in cui si è trovato davanti al gip che ne ha convalidato il fermo ha accettato di rispondere solo ad alcune domande. E ossessivamente ha parlato di Sara, anche quando gli inquirenti gli chiedevano altro.

“Ha confessato il delitto, ha risposto in parte, ma non ha spiegato cosa lo ha spinto ad aggredire la ragazza. Si è certo reso conto della gravità dei fatti e sta male”, ha detto l’avvocato Raffaele Leone, legale di Argentino per meno di 24 ore. Il difensore, uscito dal carcere in cui il ragazzo è detenuto, ha rimesso il mandato. ” Io sono un civilista – ha spiegato ai giornalisti – e a lui serve un penalista. Resterò a disposizione solo fino a nuova nomina”.

Lo studente non avrebbe accennato ad alcun pentimento. “Non so dire se nutra rimorso – ha aggiunto Leone – E’ molto chiuso e d’altronde nessuno glielo ha chiesto”. Perchè dopo averla seguita abbia tagliato la gola a Sara davanti a decine di persone Stefano non l’ha detto. “E’ continuamente tornato sul suo rapporto con la vittima anche quando non era attinente alle domande. Era convinto che la ragazza ricambiasse in qualche modo il suo sentimento anche se ha ammesso che non erano mai stati fidanzati. Non ha parlato delle motivazioni del suo gesto però, né ha risposto sull’arma usata’, ha proseguito il legale.

Dei drammatici minuti che hanno preceduto l’omicidio, ripresi dalle videocamere di sorveglianza della zona che, passo passo hanno “seguito” tutti i movimenti dell’assassino, il ragazzo ha preferito non parlare. “Ha lasciato capire che a scatenare la sua ira è stata l’ultima discussione avuta con la vittima ma non ha dato particolari – ha detto Leone – Era lucido ma molto frastornato dalla vicenda’” Stefano non avrebbe risposto nemmeno alle domande sull’eventuale aiuto avuto nella fuga dopo l’omicidio. Un aspetto della vicenda su cui i carabinieri del comando provinciale di Messina continuano a indagare.

 

 

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