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Cronaca

Aci Castello, pompieri intervengono per salvare una persona in mare ad Acitrezza

Un uomo di 62 anni è caduto con la propria auto nello specchio d’acqua antistante il porticciolo

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La squadra dei vigili del fuoco del distaccamento di Acireale del comando provinciale di Catania è intervenuta, poco dopo le ore 14, al Porto Nuovo di Acitrezza per soccorrere una persona caduta in mare con la propria auto, nello specchio d’acqua antistante il porticciolo.  La squadra giunta sul posto ha trovato l’uomo di 62 anni già sulla banchina, poiché testimoni hanno riferito che un operatore, turistico presente al momento dell’accaduto, si era gettato in acqua ed era riuscito a portarlo fuori dell’abitacolo della vettura mentre che questa affondava.

Accertato che la persona era priva di battito cardiaco e non respirava autonomamente, i vigili del fuoco intervenuti, hanno inziato le manovre di rito per la rianimazione cardiopolmonare e utilizzato il DAE (defibrillatore semiautomatico) presente sul mezzo di soccorso.  Le manovre combinate all’uso del DAE, effettuate nell’attesa dell’arrivo dei sanitari, hanno riattivato i parametri vitali della persona che è stata, dunque, affidata al personale del Servizio 118 intervenuto e trasportato in ospedale.

Sul posto è stato impiegato anche personale del Nucleo Sommozzatori VVF di Catania per verificare che non ci fossero altre persone all’interno dell’abitacolo dell’auto o, comunque, cadute nello specchio d’acqua antistante il porto.  Si è, dunque, provveduto al recupero della vettura tramite un’autogrù inviata dalla Sede Centrale del Comando Provinciale.

Cronaca

Paternò, un museo a scuola, al via al “De Sanctis” la mostra “Memorie ritrovate”

Si tratta di un evento in cui sono esposti ben 55 reperti archeologici (tra cui un biberon), pezzi antichi di provenienza incerta, restituiti allo Stato grazie al lavoro delle forze dell’ordine e custoditi nei magazzini della Soprintendenza di Catania

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Inaugurata a Paternò, da meno di 24 ore, la mostra dal titolo “ Memorie ritrovate”; un evento unico nel suo genere visto ad ospitarla è il liceo statale “F. De Sanctis”. Una mostra in cui sono espositi ben 55 reperti archeologici (tra cui un biberon), pezzi antichi di provenienza incerta, restituiti allo Stato grazie al lavoro delle forze dell’ordine, e custoditi nei magazzini della Soprintendenza di Catania.  In esposizione oggetti di vita quotidiana di epoca greca tra cui vasi e guttus, usati per far bere il latte ai piccoli, ma anche monili e oggetti di bronzo come lo strigile usato dagli atleti per detergere sudore e sabbia dal corpo dopo le gare. Ancora, una “vetrina di falsi” cioè una silloge di pezzi mal assemblati e, appunto, falsi ma didatticamente utili.  La mostra “Memorie ritrovate” è stata resa possibile grazie all’applicazione delle norme prevista dalla Carta di Catania che permette di dare in concessione, sotto la vigilanza della Soprintendenza, oggetti custoditi nei depositi.

L’iniziativa è finanziata dall’assessorato regionale ai Beni culturali, dall’Ars e dalla fondazione Federico II e messa in atto grazie alla sinergia tra il liceo De Sanctis, la Soprintendenza etnea e l’Archeoclub d’Italia. Obiettivo è quello di restituire al territorio e alla collettività il patrimonio disseminato nelle tante raccolte private o nei depositi dei musei evidenziando la necessità di rendere fruibili questi beni e continuare a sostenere il lavoro delle forze dell’ordine, impegnate ogni giorno nella lotta contro i ladri di memoria.

Ed ieri l’apertura della mostra; presenti amministrazione comunale, forze dell’ordine, esponenti della soprintendenza e altre figure che hanno reso possibile la realizzazione dell’evento. “Per la prima volta – dice l’architetto Francesco Finocchiaro, consigliere nazionale di Archeoclub d’Italia, docente e progettista della mostra – è l’archeologia che va verso i giovani. Si tratta di un esperimento nazionale, il cui precedente è stato solo al liceo Tasso di Roma. Il liceo di Paternò ha allestito, in sicurezza, una esposizione con reperti di grande valore che vanno dal VIII secolo avanti Cristo al IV a.C. Ci sono ceramiche, coroplastiche, monili scelti tra i 200 di una raccolta privata mai esposta al pubblico”.

 

Protagonisti dell’iniziativa sono gli studenti deli liceo De Sanctis come spiega la dirigente scolastica, Santa Di Mauro. I ragazzi delle III classi del liceo Linguistico e Scienze umane, con i loro tutor Santa Longo, Angela Di Salvo ed Enrico Santaniello, hanno curato ogni passo della mostra nel contesto di un Pcto promosso dalla scuola: hanno così studiato i reperti, descritto i pezzi in didascalie e pannelli tradotti in quattro lingue, curato brochure e saranno loro a fare da “ciceroni” all’interno della esposizione. La soprintendente di Catania, Donatella Aprile dice ha specificato che si tratta di un evento importante e di rilevante interesse didattico culturale che vede la scuola protagonista, che si trasforma, per un momento in museo”.   All’archeologa Rosalba Panvini, docente accademica e già soprintendente regionale e direttrice museale, è stata affidata la direzione scientifica dell’operazione culturale mentre il progetto museografico è dell’architetto Francesco Finocchiaro.

La mostra è visitabile previa prenotazione giovedì, venerdì, sabato dalle ore 9 alle ore 12 fino al prossimo 31 maggio.  Dopo il liceo De Sanctis la mostra andrà al liceo Eschilo di Gela e all’istituto Russo di Caltanissetta.

 

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Cronaca

Bronte, due persone arrestate per maltrattamenti e violenza ai danni di una moldava

In manette una donna di 39 anni e un uomo di 41, entrambi di nazionalità rumena; l’indagata avrebbe filmato gli abusi col cellulare

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A Bronte la Squadra Mobile di Catania ha arrestato una 39enne, finita ai domiciliari con braccialetto elettronico e un 41enne rinchiuso nel carcere di Piazza Lanza. I due sono accusati di maltrattamenti, lesioni personali e violenza sessuale di gruppo. I due arrestati sono di nazionalità rumena.  Le indagini hanno permesso di acquisire  elementi che dimostrerebbero come i due indagati sarebbero gli autori di gravi “condotte illecite” perpetrate nei confronti di una donna moldava giunta in Italia da qualche mese in cerca di lavoro.

In particolare le indagini sono partite dopo una segnalazione giunta alla Squadra Mobile lo scorso 4 aprile, proveniente dal Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, avente ad oggetto “possibili maltrattamenti nei confronti della cittadina moldava”. Il giorno successivo alla segnalazione  personale della III Sezione Investigativa – “Reati contro la persona, in pregiudizio di minori e reati sessuali” della locale Squadra Mobile, si sono recati a Bronte dove sono stati rintracciati i due arrestati  oltre che la cittadina moldava.  I poliziotti hanno avuto modo di ascoltare la vittima di tali violenze; gli investigatori hanno appurato i  presunti maltrattamenti e lesioni personali subite dalla donna, la quale ha subito, come accertato dai sanitari di un presidio ospedaliero del posto, una “frattura scomposta, pluriframmentaria estremità acromiale della clavicola sinistra”, con prognosi di 30 giorni.

Inoltre si sarebbe verificato un episodio di violenza sessuale: la 39enne  arrestata avrebbe un video che avrebbe ripreso talune fasi della violenza con il proprio telefono cellulare, posto sotto sequestro, nella cui memoria sarebbero stati rinvenuti tre brevi video relativi a tale reato. Lo scorso 6 aprile la donna moldava è stata condotta in una struttura protetta, mentre i due indagati nella mattinata di ieri sono stati arrestati dalla Squadra Mobile. La donna 39enne è stata sottoposta agli arresti domiciliari in ragione della presenza di prole di sei anni, mentre  è stato rinchiuso presso la Casa Circondariale di Piazza Lanza.

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