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Acireale: Polizia di Stato contro gioco illegale e ludopatia

Sanzioni amministrative e chiusura temporanea di un centro scommesse ad Acireale: il gestore aveva omesso di verificare l’età anagrafica di 6 clienti che sono risultati minorenni.

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Eseguita, negli scorsi giorni, una nuova azione di controllo sul territorio della Polizia di Stato per contrastare e reprimere il gioco illegale. In quest’ambito, l’attenzione degli agenti è volta a garantire, in particolare, la sicurezza dei minori dal rischio della ludopatia. Sarà utile ricordare che la normativa vigente disciplina il divieto di partecipazione ai giochi con vincite in denaro per i minori. I giochi che comportano vincite in denaro, infatti, espongono a rischi di difficile gestione che, specie nel caso di minori, possono portare il soggetto a maturare comportamenti di dipendenza dal gioco d’azzardo.

Nel mirino dell’attenzione dei poliziotti della squadra di Polizia Amministrativa del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Acireale, un centro per la raccolta scommesse di Acireale dove è stata constatata la presenza di sei minori. La permanenza dei minori all’interno del locale costituisce già de facto una grave violazione che è stata contestata al titolare del locale. Ai minori infatti non può essere consentita neppure la permanenza in un centro scommesse indipendentemente dal fatto che effettuino scommesse o meno. E’ necessario infatti che i gestori di questo tipo di locali procedano puntualmente all’identificazione dei minori mediante la richiesta del documento d’identità. Nel caso in questione, la negligenza del gestore, che ha determinato un illecito, sarà sanzionata con una multa da 5 a 20 mila euro, oltre alla sanzione accessoria della chiusura dell’esercizio da 10 a 30 giorni, come verrà determinato dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

Interventi di questo tipo della Polizia di Stato si inseriscono nel contesto delle costanti e sistematiche attività di controllo coordinate dal CO.PRe.G.I. – Comitato per la prevenzione e la repressione del gioco illegale, la sicurezza del gioco e la tutela dei minori.

ARS

Sicilia, ARS: si dimette la portavoce di Galvagno, indagata per corruzione l’assessore Amata

Al centro dell’indagine fondi pubblici per eventi culturali e presunti incarichi in cambio di finanziamenti

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L’assessore regionale allo Sport della Regione Siciliana, Elvira Amata, risulta indagata per corruzione per l’esercizio della funzione nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Procura di Palermo, la stessa in cui è coinvolto anche il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gaetano Galvagno.

I militari della Guardia di Finanza hanno notificato ad Amata un avviso di proroga delle indagini. La notizia è stata confermata dal suo legale, l’avvocato Sebastiano Campanella, che ha dichiarato: “Abbiamo ricevuto la richiesta nei mesi scorsi, che ora sarà stata accolta dal gip. In questa fase non abbiamo però ulteriori informazioni, né accesso ad atti dell’indagine. Non abbiamo ricevuto altre notifiche.”

L’inchiesta ruota attorno all’assegnazione di contributi per eventi culturali a fondazioni ed enti, che -secondo l’ipotesi accusatoria – sarebbero stati elargiti in cambio di incarichi e consulenze destinati allo staff del presidente Galvagno. Quest’ultimo è indagato per corruzione, insieme alla sua portavoce Sabrina De Capitani, che si è nel frattempo dimessa dall’incarico.

Coinvolti anche Caterina “Marcella” Cannariato, presidente della Fondazione Dragotto, Nuccio La Ferlita, imprenditore specializzato nell’organizzazione di eventi, e Marianna Amato, dipendente della Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana. Le indagini sono tuttora in corso.

Intanto il presidente dell’ARS, Galvagno, che aveva fatto sapere di riferire in aula entro l’8 luglio per esporre le proprie ragioni, ha fatto sapere che anticiperà a domani, 1 luglio,  alle 14:00, mettendo da parte altri impegni istituzionali. 

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Cronaca

S.M.di Licodia, Carabinieri salvano un cittadino: l’encomio del sindaco

l 18 maggio scorso, due militari hanno salvato un cittadino che stava per compiere un gesto estremo

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Un intervento rapido e determinante ha evitato il peggio a Santa Maria di Licodia. Il 18 maggio scorso, due Carabinieri della Compagnia di Paternò hanno salvato un cittadino che stava per compiere un gesto estremo. Protagonisti dell’operazione il Brigadiere Daniele Caserta e l’Appuntato Scelto con Qualifica Speciale Eugenio Catenazzo, in servizio presso la sezione radiomobile della compagnia carabinieri di Paternò.

Grazie alla loro prontezza e professionalità, i militari sono riusciti a sventare una tragedia, dimostrando ancora una volta il ruolo fondamentale dell’Arma sul territorio.

 Il gesto eroico ha ricevuto il plauso ufficiale del Sindaco di Santa Maria di Licodia, Giovanni Buttò, che ha espresso profonda gratitudine a nome dell’intera cittadinanza:

“All’Arma dei Carabinieri e ai due militari che hanno salvato la vita del nostro concittadino – ha dichiarato –  va il più sentito ringraziamento dell’amministrazione. Il loro intervento è la testimonianza concreta dello spirito di servizio che anima quotidianamente le nostre forze dell’ordine.”

Il Sindaco ha inoltre ribadito l’importanza di un sostegno costante e concreto all’Arma da parte delle istituzioni locali:

“Garantiremo sempre il massimo supporto logistico e operativo ai Carabinieri che lavorano ogni giorno per la sicurezza della nostra comunità. La collaborazione interistituzionale resta una priorità per costruire un territorio più sicuro e coeso.”

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