Se si è viaggiatori abituali, lo si sa bene: l’aeroporto è un luogo dove le leggi del mercato sembrano sospendersi. Ed è quello che ha vissuto sulla propria pelle, suo malgrado, una nostra lettrice al terminal partenze dell’Aeroporto “Vincenzo Bellini” di Catania, dove si è vista presentare un conto salatissimo – e non per via delle patatine acquistate – presso uno dei tanti bar presenti nell’aerea imbarchi.
Al centro della vicenda, un acquisto che, in altre circostanze ed in altri luoghi, sarebbe passato inosservato. Il costo per una semplice bottiglietta d’acqua da 500 ml e un pacchetto di patatine da 50 grammi? Ben 4,70 euro. Il dettaglio che fa più scalpore, però, sono i singoli prezzi immortalati nello scontrino postato sui social: 1,90 euro per l’acqua e 2,80 euro per le patatine. Cifre che farebbero sbiancare chiunque, soprattutto considerando che, fuori dalle mura dell’aeroporto, quei prodotti avrebbero un prezzo significativamente inferiore. Lo stesso pacchetto di patatine potrebbe essere acquistato per poco più di un euro, e una bottiglietta d’acqua raramente supererebbe il costo di 50 centesimi nei supermercati. Ma negli aeroporti, dove la concorrenza è limitata e le persone sono spesso obbligate a fare acquisti all’ultimo minuto, i prezzi lievitano alle stelle. “Mi sarei aspettata prezzi del genere in aeroporti come Parigi o Dubai. Tra l’altro nel bar in questione non erano nemmeno esposti i prezzi” ha commentato alla nostra redazione la viaggiatrice.
Questo episodio non è comunque un caso isolato, visto che poco tempo fa era scoppiato un altro caso mediatico su arancini venduti ad oltre 6 euro l’uno che aveva visto l’intervento anche del Codacons. Anche se i viaggiatori sono abituati a sopportare il “rincaro da aeroporto”, è sempre bene tenere gli occhi aperti, e, magari, fare una sosta per comprare snack prima di attraversare le porte di un terminal e sperare in un rapido “via libera” agli scanner di nuova generazione che permetteranno ai viaggiatori di poter introdurre dall’estero liquidi senza dover essere obbligati ad acquistare beni di prima necessità come l’acqua a prezzi esorbitanti.