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Barbara Bellomo e la sua Casa del carrubo

L’autrice siciliana Barbara Bellomo chiacchiera del suo ultimo romanzo presso il salone della biblioteca comunale G.B. Nicolosi di Paterno’

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Un pomeriggio letterario quello del 18 maggio a Paterno’. Ad intrattenere la scrittrice, la prof. Lisa Grasso. Il libro, che ha già riconosciuto molti consensi, è la quinta fatica letteraria di una scrittrice appassionata di storia. Barbara Bellomo, docente di Lettere, infatti, subito dopo la laurea  ha fatto un dottorato e due assegni di ricerca presso la cattedra di Storia antica. Nel Natale del 2001 trova il diario del nonno, anch’egli docente di Lettere a Catania. Nel diario, giorno dopo giorno, il nonno, testimone dei fatti, riporta gli avvenimenti dello sbarco angloamericano. Dalla lettura di quelle pagine Barbara trae spunto per scrivere il suo romanzo che esplora la piccola storia della gente che passa attraverso i tempi, che vive e fa la storia, ma che i manuali scolastici non conoscono e la intreccia con la grande storia dei programmi ministeriali. Sullo stesso scenario, dunque, si muovono insieme personaggi della statura di Churchill, Roosevelt o Eisenhower e i componenti delle famiglie siciliane dei Floridia e Villalba che si ritrovano a vivere raccolti nella casa su cui veglia, simbolo di protezione e forza, un albero di carrubo.  I personaggi si muovono nello scenario della città di Acate e dei dintorni investiti dallo sbarco.

Protagonista è la Sicilia. Quell’isola, ombelico del mondo, che diventa, per gli angloamericani, il grimaldello prescelto per penetrare in quella poderosa macchina d’acciaio che fu il sistema nazi-fascista. Protagonista è il popolo siciliano, diviso tra coloro che videro i nuovi arrivati ora come liberatori, ora come ennesimi minacciosi invasori.

Protagonisti diventano i sentimenti, le paure e le speranze, le angosce, le perdite, i polveroni degli scoppi che lasciano ferite nei corpi, nelle anime e nei ricordi di ciò che è ormai cambiato e che non  sarà più.

Protagonista è la guerra, con la sua essenza di profonda sciagura che mette l’uomo contro l’uomo, la guerra, -come dice l’autrice- è tanto disumanizzante che alla fine non si capisce più chi è il cattivo e chi è il buono, non ci sono confini netti tra buoni e cattivi, perché la grande  verità è che la vera cosa cattiva è la guerra stessa che porta l’uomo a commettere cose atroci. 

Presente all’incontro anche anche il sindaco Naso che ha salutato e ringraziato l’autrice per la sua presenza.

Tra il pubblico, anche il paternese ultracentenario, commendatore Giovanni Sparpaglia, che ha preso la parola e che, come egli solo sa fare, ha saputo regalare ai presenti il suo spirito di osservatore disincantato davanti agli eventi di un  storia tanto travagliata, quello spirito disincantato che, ci viene da pensare, sarà forse stato la sua risorsa segreta capace di tirarlo fuori perfino dal campo di prigionia nazista.

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Paternò, Adele Bentivegna eletta baby sindaco metropolitano

Eletta Vicesindaco Baby Federica Castro, dell’Istituto Scolastico Don Milani, pronta a supportare la neo sindaco in questo importante percorso

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Adele Bentivegna, dell’Istituto Paritario Mamma Provvidenza è il  nuovo baby sindaco metropolitano di Paternò. Adele è stata scelta dai suoi coetanei attraverso un’elezione che ha coinvolto ragazzi e ragazze delle scuole del territorio “dimostrando quanto la partecipazione democratica sia un valore importante fin da giovani”.

Accanto a lei, è stata eletta Vicesindaco Baby, Federica Castro, dell’Istituto Scolastico Don Milani, pronta a supportarla in questo importante percorso. Alla cerimonia erano presenti il Sindaco Nino Naso, l’Assessore alla Pubblica Istruzione Francesca Coluccio, il Presidente del Consiglio Comunale Marco Tripoli, la Presidente della Commissione Istruzione Rosanna Lauria e la consigliera comunale Maria Barbara Benfatto, che hanno condiviso con i ragazzi questo significativo momento di crescita civica.

“Un ringraziamento speciale va alle scuole, ai dirigenti scolastici e ai docenti che hanno contribuito al successo di questa iniziativa, un esempio concreto di educazione civica e partecipazione democratica” dicono dall’amministrazione comunale.

 

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Rifiuti, sit-in di protesta dinanzi a Palazzo D’Orleans per dire no ai termovalorizzatori

Manifestazione organizzata dal Comitato promotore della Rete Sicilia Pulita, che riunisce associazioni ambientaliste, sindacati, partiti, associazioni di tutela dei consumatori, associazioni di volontariato e promozione sociale, Sindaci e cittadinanza

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foto Ansa

Sit-in di protesta ieri a Palermo dinanzi a Palazzo D’Orleans organizzato dal Comitato promotore della Rete Sicilia Pulita, che riunisce trasversalmente associazioni ambientaliste, sindacati, partiti politici, associazioni di tutela dei diritti dei consumatori, associazioni di volontariato e promozione sociale, Sindaci e cittadinanza contrari al nuovo Piano Rifiuti approvato meno di una settimana addietro dal governo Schifani. Piano che prevede due termovalorizzatori, uno a Palermo e uno a Catania, 31 impianti di compostaggio (14 nuovi, di cui 6 pubblici), 24 biodigestori (20 nuovi, di cui 11 pubblici), 16 piattaforme tutte pubbliche di selezione del recupero per la raffinazione (di cui 11 nuove) che sostituiranno e miglioreranno i vecchi impianti Tmb.

La Rete Sicilia Pulita ha intenzione di impugnare la Deliberazione n. 391 del 21 novembre 2024, con la quale la Giunta Regionale ha adottato l’”Ordinanza del Commissario straordinario per la valorizzazione energetica e la gestione del ciclo dei rifiuti”, cioè il nuovo Piano che apre la strada agli inceneritori. Contestualmente partiranno iniziative di mobilitazione dal basso contro il nuovo Piano rifiuti: subito dopo l’iniziativa di mercoledì, la Rete avvierà un fitto programma di assemblee territoriali per parlare con i cittadini siciliani di incenerimento dei rifiuti, tutela della salute e dell’ambiente, valorizzazione del lavoro e transizione verso l’economia circolare.

“Queste assemblee daranno poi vita una grande manifestazione, con la quale la società civile esprimerà il suo dissenso e chiederà il ritiro del Piano di gestione dei rifiuti solidi urbani- dicono dal Comitato “Rete Sicilia Pulita- La Sicilia ha bisogno di cambiare il suo sistema dei rifiuti e di farlo guardando al futuro, non al passato. Per questo siamo tutti contro il nuovo Piano Rifiuti Regionale che punta su mega discariche e inceneritori e la Sicilia ha bisogno di impianti per il trattamento e il riciclo dei rifiuti, che creano lavoro e ricchezza. La Sicilia non ha bisogno di inceneritori, che creano spese, speculazione, inquinamento”.

Tra gli obiettivi del piano rifiuti ci sono il recupero del 65% dei rifiuti urbani, l’eliminazione dei trasferimenti dei rifiuti fuori Regione, la riduzione del 40% dei costi di trattamento rispetto a quelli attuali con un risparmio di circa 150 milioni annui, e la riduzione del conferimento in discarica depositando non oltre il 10% di tutti i rifiuti prodotti, rispettando così gli obblighi previsti dalla normativa europea. In particolare, i termovalorizzatori, le cui aree di realizzazione sono state già individuate nel sito di Bellolampo a Palermo e nell’area industriale di Catania dopo alcune conferenze di servizio con i principali enti coinvolti, saranno interamente pubblici e realizzati dalla Regione con i fondi già stanziati all’interno dell’Accordo di coesione siglato a maggio con la Presidenza del Consiglio dei Ministri. I due impianti avranno una capacità complessiva di 600 mila tonnellate annue e produrranno insieme una potenza energetica di 50 Megawatt.

“ Da 25 anni il centrodestra promette di risolvere la questione rifiuti in Sicilia. E la loro soluzione passa sempre da una sola soluzione: gli inceneritori. Lo hanno fatto Cuffaro, Lombardo, Musumeci. E ora anche Schifani, da palazzo d’Orleans, ripropone una ricetta vecchia e fuori dal tempo quando invece occorre incrementare decisamente la raccolta differenziata e realizzando gli oltre cento impianti che servirebbero tra TMB e compostaggio. Assieme ai deputati regionali Fabio Venezia, Ersilia Severino, Mario Giambona, Tiziano Spada, Valentina Chinnici e con Sergio Lima, componente della segreteria regionale e della Direzione nazionale e Franco Piro, responsabile del dipartimento Economia del Pd Sicilia, siamo stati a palazzo d’Orleans, a Palermo, alla manifestazione indetta per dire un NO deciso e netto ai termovalorizzatori”. Lo ha dichiarato il segretario regionale del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo.

Jose Marano, deputata regionale M5s, partecipando al sit-in di protesta della mattina, organizzato davanti a Palazzo d’Orléans ha specificato che “siamo scesi in piazza insieme ai cittadini per lanciare un grido d’allarme e il Movimento Cinquestelle è al loro fianco per dire no alla scelta folle di cercare negli inceneritori una soluzione all’annoso problema dei rifiuti. Uno di questi inceneritori dovrebbe sorgere a Catania, a pochi chilometri da Piazza Duomo– spiega Marano – e ciò è inaccettabile.

Catania già paga la Tari più alta d’Italia e ora dovrebbe pure subire la combustione dei rifiuti a pochi passi dalla città. Gli inceneritori sono un progetto anacronistico, antieconomico, ma non solo. A parlare di impatto sull’ambiente sono gli studi scientifici, quindi non sarebbero proprio così a impatto zero come dicono. I dati contenuti nel Piano Rifiuti, in primis il costo stimato di 800 milioni di euro per la realizzazione degli inceneritori – conclude la deputata – non sono frutto di un’analisi approfondita. In ogni caso tutti questi soldi non andrebbero sprecati così ma spesi in politiche di riduzione della produzione dei rifiuti, del riuso dei materiali, del riciclo e del riutilizzo, che è esattamente quello che ci chiede l’Europa e che esattamente la direzione opposta rispetto a quella imboccata con il Piano Rifiuti da questa maggioranza di governo”.

 

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