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Belpasso, due incidenti su Sp14 e via Papa Giovanni Paolo II

Forti rallentamenti in diverse zone della città

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Due incidenti quasi in contemporanea, in altrettante zone di Belpasso, hanno mandato in tilt questa mattina il traffico veicolare sulla Sp14 e nella circonvallazione nuova meglio nota come via Giovanni Paolo II. In quest’ultima arteria, a scontrarsi, almeno 3 auto. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri del Nucleo Radiomobile e si registrerebbero dei feriti. Notizie frammentarie, al momento, per quanto riguarda l’impatto sulla Sp14. Pesanti rallentamenti si registrano in diverse zone della città.

 

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Catania, l’ultimo saluto a Santo Re

L’arcivescovo di Catania, mons. Luigi Renna: “Tutta Catania oggi soffre”. La morte di Santo non cadrà nel vuoto, Insegnerà a tutta la città come si vive, come si ama

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Si sono svolti nel pomeriggio di oggi, alle ore 16:30, nella Basilica Cattedrale di Sant’Agata a Catania, i funerali di Santo Salvatore Giambattista Re, il giovane pasticcere trentenne del bar Quaranta, tragicamente ucciso a coltellate lo scorso 30 maggio sul lungomare di Ognina. A presiedere la celebrazione delle esequie è stato l’Arcivescovo di Catania, S.E.R. Mons. Luigi Renna, che ha rivolto parole di conforto ai familiari, agli amici e alla comunità cittadina profondamente colpita dalla drammatica scomparsa del giovane.

La città si è stretta attorno al dolore della famiglia, partecipando numerosa al rito funebre, in un clima di commozione e raccoglimento.

Le parole dell’arcivescovo di Catania, Renna:

Accanto al sepolcro di Sant’Agata, la nostra città soffre e riflette, ma non vuole perdere la speranza. Perché ogni volta che varchiamo la soglia di una chiesa, testimoniamo di averne ancora.

Soffriamo con chi soffre: con te, cara moglie di Santo, con voi, cari genitori. Preghiamo affinché la sofferenza resti lontana dalla bambina nata dal vostro amore. Con la grazia di Dio, sono certo che troverete la forza di colmare questo grande vuoto. Il Borgo è un quartiere laborioso e accogliente, tra le parti più belle di Catania. Oggi è stato ferito profondamente. La sofferenza è grande, perché questa morte è diversa dalle altre. Non è la fine naturale di chi ha raggiunto una veneranda età o quella segnata da una lunga malattia. È la morte causata da una mano che più volte era stata da lui nutrita. È un monito per tutti: quando la giustizia trionfa, contribuiamo a evitare che simili tragedie si ripetano.

La sofferenza è quella di Cristo sulla croce: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Non sappiamo quali parole siano uscite dalla bocca di Santo negli ultimi istanti, forse si è affidato a Dio. Nel Vangelo, è il centurione, colpito dal modo in cui Gesù è morto, a riconoscerlo come Figlio di Dio. Così anche noi possiamo riconoscere la grandezza dell’uomo Santo nel modo in cui ha vissuto e, purtroppo, anche nel modo in cui è morto. Vorrei che il Cristo crocifisso non scompaia dai vostri cuori. Chi muore per mano violenta ci dona una speranza che va oltre questa vita.

Tutta Catania oggi soffre, ma riflette anche. Perché la sofferenza, quando è autentica, non ci toglie la ragione, ma ci fa ritrovare i sentimenti veri. Abbiamo il dono della fede, ma anche quello dell’intelletto. La morte di Santo è la morte di un uomo onesto, che tornava a casa dopo una giornata di lavoro, con il desiderio di incontrare la sua famiglia. Una vita laboriosa è una vita degna e per questo possiamo dire: “Ecco, era un uomo buono”. Era generoso, aiutava anche chi, alla fine, lo ha tradito. Una storia che si ripete, come quella di Gesù che spezza il pane con Giuda.

Santo era un uomo disarmato – come dovrebbero essere tutti. Un uomo onesto non ha bisogno di portare un’arma in tasca. Questo ci invita a tante riflessioni. Il nostro sguardo va da Santo a colui che l’ha ucciso. E ci chiediamo: come si può trasformare un uomo, da essere nutrito e accolto, in assassino?

Dietro questi episodi si nasconde un degrado profondo, che genera altro degrado. Ma noi, come popolo, non possiamo smettere di sperare. Nessuno vive o muore per sé: siamo del Signore. E nel Signore, un giorno, i suoi cari potranno riabbracciare Santo.

Catania vuole risorgere, vuole dire basta a certe formule come quella dei parcheggiatori abusivi che non sono attività legali. Catania vuole risorgere con gesti concreti, come il rifiuto delle armi, anche nelle mani dei più piccoli. Quanta violenza è nata là dove le armi erano già in casa.

Catania deve vivere di lavoro onesto, come quello di Santo. Sperare vuol dire cambiare questa città. Farlo per i figli, come la bambina di Santo. Guardandoli negli occhi, possiamo dire: “Catania non deve essere questa”. Non dipende dal destino, ma da noi. Sono certo che il sacrificio di Santo non cadrà nel vuoto. Insegnerà a tutta la città come si vive, come si ama, come si difende la dignità. La memoria più bella sarà questa: Cristo sulla croce, che domina da questa cattedrale. Egli non chiede vendetta, ma dona amore. La vendetta appartiene a chi porta armi in tasca. Voleva forse qualcosa quell’uomo, ma saranno le indagini a chiarire. Non sarà la vendetta la risposta. Guardando questa bara, noi troviamo nella giustizia e nella legalità la via per risolvere i problemi di Catania, delle nostre famiglie, del nostro mondo. La croce di Cristo, deposta sulla bara di Santo, sia deposta anche sui vostri cuori, per darvi speranza. L’amore è più forte della morte, della violenza, di ogni paura. L’amore di Cristo ci doni la speranza. Guardando questa bara nella giustizia e legalità noi risolveremo i problemi di Catania, delle nostre famiglie, del mondo intero. La croce di Cristo deposta sulla bara di Santo sia deposta anche sul vostro cuore. L’ amore è più forte della morte, della violenza, di ogni paura. L’amore di Cristo ci doni speranza e uscendo  da questa chiesa con la bara di Santo, portiamo la speranza nei nostri cuori.

Le parole toccanti della sorella di Santo Re:

“Scusa se non siamo riuscito a salvarti. Quel giorno quando sei rientrato in pasticceria sanguinante e hai chiesto aiuto…scusa non siamo riusciti a salvarti.  Oggi siamo con te, siamo dalla tua amata sant’Agata, con il tuo sacco, certi che ti accoglierà. Desideriamo ringraziare tutti i medici del Cannizzaro, le forze dell’ordine ma, a nome di Santo, chiediamo giustizia, certezza delle pene e azioni immediate. Ciao Santo, ti amiamo tutti quanti”

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Misterbianco, dal 13 al 15 giugno il Carnevale d’Estate

Prima edizione di un evento che rende Misterbianco teatro delle principali maschere storiche del Belpaese. Il sindaco Corsaro: «Finalmente entriamo nell’élite dei Carnevali d’Italia»

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Tutto pronto per la prima Edizione estiva del Carnevale che farà di Misterbianco una passerella su cui sfileranno 150  maschere provenienti dai principali carnevali storici di tutta Italia. Un evento inedito, in programma nei giorni 13, 14 e 15 giugno, reso noto quest’oggi dall’Amministrazione.

Misterbianco si trasformerà così, in questi giorni di metà giugno, in un palcoscenico nazionale per le maschere più iconiche e suggestive d’Italia.

Con orgoglio e soddisfazione, il sindaco di Misterbianco Marco Corsaro, commenta la realizzazione di quella che si profila come una novità assoluta non solo per la città di Misterbianco, ma anche per tutto il territorio circostante.

«Ci accingiamo a scrivere una pagina di storia – afferma  – non solo per la nostra città, ma per l’intera tradizione carnascialesca italiana. Ai piedi dell’Etna, al primo battito dell’estate, giungeranno le principali rappresentanze dei grandi Carnevali d’Italia, per sancire lo spettacolare incontro tra le mille creazioni del Belpaese e l’originale cultura dell’artigianato locale dei nostri Costumi. Il nostro obiettivo – sottolinea Corsaro – era ed è di proiettare il Carnevale di Misterbianco nell’élite dei Carnevali d’Italia: lo facciamo abbracciando la storia, l’arte e la creatività da decine città italiane, lavorando per essere un punto di riferimento nazionale».

Negli ultimi decenni, d’altra parte, il Comune di Misterbianco, diversamente da altri centri vicini, -come non pensare a Paterno’ che vantava un carnevale tra i più invidiati nell’isola,-  ha lavorato e investito sulla tradizione carnascialesca fino a farne la città del Carnevale dei Costumi più belli di Sicilia: e oggi Misterbianco esce dal perimetro locale e si apre al resto d’Italia, guardando al panorama nazionale e, diremmo, facendosi da esso guardare.

Tra i protagonisti attesi a Misterbianco i gruppi e gli interpreti di maschere intramontabili come Pulcinella dalla Campania e Arlecchino dalla Lombardia, accanto fra gli altri ai Papà del Gnoco dal Veneto e ai Merdules Bezzos dalla Sardegna. Colorate sfilate e creazioni artistiche convergeranno a Misterbianco in rappresentanza dei carnevali storici italiani, da Aosta alla Calabria passando per Modena, Ravenna, Genova, Ascoli Piceno, Torino, Bari, Verona e così via.

Il programma dell’evento:

– Giovedì 13 giugno: serata inaugurale dedicata al folk siciliano: il Carnevale incontra suoni, danze e tradizioni dell’Isola.
– Sabato 14 giugno: Gran défilé dei Costumi più belli d’Italia: nel centro storico di Misterbianco la spettacolare sfilata con i celebri costumi locali, accanto alle maschere provenienti da tutta Italia.
– Domenica 15 giugno: serata finale in piazza Pertini: RCS in concerto.

Notevole lo sforzo logistico messo in campo dall’Amministrazione comunale, in sinergia con la Regione Sicilia, l’Unpli, il Centro Coordinamento Maschere Italiane. La Città di Misterbianco è pronta ad accogliere i migliaia di visitatori e appassionati del Carnevale.

Sul sito misterbiancoeventi.it, sui canali social della Città di Misterbianco e del Carnevale di Misterbianco tutti gli aggiornamenti e i contatti utili.

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