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Cronaca

Biancavilla, guida in stato di ebbrezza, carabinieri denunciano due adraniti

In particolare i militari hanno effettuato un servizio coordinato con posti di controllo lungo il Viale dei Fiori, l’arteria stradale che congiunge il territorio biancavillese con Adrano

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Controllo del territorio a Biancavilla ad opera dei carabinieri del locale comando stazione e dai colleghi di Adrano. In particolare i militari hanno effettuato un servizio coordinato con posti di controllo lungo il Viale dei Fiori, l’arteria stradale che congiunge i due paesi, per contrastare il fenomeno della guida in stato di ebbrezza.

Le pattuglie hanno controllato un 36enne residente ad Adrano che stava transitando a bordo di una moto di grossa cilindrata. Nonostante fosse mattina, l’uomo, sin dalle fasi iniziali del controllo, quando è stato invitato a scendere dal mezzo, avrebbe evidenziato i classici sintomi di chi abusa di alcolici, come un andamento incerto e barcollante e difficoltà ad esprimersi correttamente.

L’etilometro ha poi confermato ciò che i carabinieri avevano sospettato: il guidatore aveva un tasso alcolemico pari a 0,94 grammi per litro, ovvero superiore alla soglia di 0,8 g/l prevista dal Codice della Strada e, per questo motivo, è stato denunciato per “guida sotto l’influenza di alcool” e la moto è stata sequestrata. Al 36enne è stata anche ritirata la patente di guida per la sospensione provvisoria. Ed ancora un 45enne fermato alla guida di una Mercedes, che aveva ben 1,79 g/l nel sangue.

Durante il servizio, poi, sono stati segnalati amministrativamente alla Prefettura due 20enni che avevano nelle tasche 1 grammo di marijuana a testa. In totale, sono stati controllati 41 veicoli e 59 persone e contestate 20 sanzioni per violazioni al codice della strada, colpendo quelle condotte di guida più pericolose, come chi viaggia parlando al cellulare o non indossa cinture di sicurezza e casco, con sanzioni per quasi 17 mila euro .

 

Cronaca

Catania, truffa le sue “vittime” offrendo posti di lavoro, denunciato 33enne

La vittima del raggiro aveva denunciato quanto accadutole, raccontando che, navigando sulla pagina di annunci “Market Place” di “Facebook”, in cerca di offerte di lavoro, si era imbattuta in un annuncio per un posto di lavoro come aiutante pasticcere

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Gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato di Nesima hanno denunciato un 33enne catanese per truffa aggravata perpetrata nei confronti di un trentenne in cerca di lavoro. La vittima, pochi giorni prima, aveva denunciato quanto accadutole all’ufficio denunce della Questura, in piazza Santa Nicolella, raccontando che, navigando sulla pagina di annunci “Market Place” di “Facebook”, in cerca di offerte di lavoro, si era imbattuta in un annuncio che sembrava offrirle l’occasione agognata, proponendo, infatti, un posto di lavoro come aiutante pasticcere in una pasticceria cittadina.

Il giovane aveva, dunque, contattato l’inserzionista al numero indicato, a cui aveva risposto un uomo che, nel confermare l’offerta, gli aveva dapprima chiesto se fosse in possesso di certificazioni HACCP, rappresentandolo come un requisito essenziale e, poi, di fronte alla sua risposta negativa gli aveva proposto di fargliela ottenere dietro pagamento di una somma di denaro di circa 40 euro.

Raggiunto l’accordo, la giovane vittima e l’inserzionista avevano fissato un appuntamento, per il pomeriggio dell’indomani, in piazza Stesicoro, davanti l’ingresso di un esercizio pubblico noto ad entrambi, dove effettivamente si erano poi incontrati. Nella circostanza, l’uomo, presentatosi come il titolare della pasticceria, dopo aver incassato la somma pattuita, gli aveva dato appuntamento all’indomani per formalizzare l’assunzione ed iniziare a lavorare.  La mattina successiva l’aspirante pasticcere, però, presentandosi in pasticceria, ha conosciuto il vero proprietario dell’attività e, parlando con lui, ha capito di essere stato truffato. L’uomo ha presentato denuncia e i poliziotti del commissariato hanno avviato le indagini, partendo dall’utenza telefonica utilizzata per commettere il reato ed avvalendosi anche della seppur sommaria descrizione fisica fornita dalla vittima.

Così, in pochi giorni, eseguiti gli opportuni approfondimenti, gli agenti della squadra di polizia giudiziaria del Commissariato hanno individuato il truffatore, identificandolo in un uomo con precedenti analoghi, già denunciato per truffe compiute con il medesimo modus operandi, cioè adescando sui social ignare vittime in cerca di lavoro, blandite da fittizie opportunità lavorative, per le quali aveva proposto il preliminare rilascio di certificazioni previo pagamento di somme di denaro e, così facendo, si era appropriato indebitamente delle somme ricevute senza dare seguito alle promesse fatte alle vittime.

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Cronaca

Catania, arrestato 40enne per detenzione droga e armi da guerra

Trovata complessivamente circa 20 chili di sostanza stupefacente nonche fucile, mitraglietta, pistola e munizioni

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A Catania la Squadra Mobile ha arrestato un 40enne per detenzione illegale di armi da guerra e comune da sparo nonché per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Gli agenti hanno controllato due immobili nella disponibilità dell’uomo.

In quello in cui il 40enne risulta domiciliato, nel rione San Cristoforo, i poliziotti hanno rinvenuto due panetti di cocaina del peso di 2,3 chilogrammi e un borsone di armi contenente: una rivoltella con cinque cartucce calibro 38 special, un fucile semiautomatico con caricatore e 30 cartucce calibro 7.29×39, una pistola mitragliatrice Skorpion con caricatore e 19 cartucce calibro 7.65, un Kalashnikov con caricatore e 28 cartucce calibro 7.62×39 e un sacchetto in plastica con 43 cartucce.

Nell’abitazione in cui l’arrestato ha la residenza sono stati trovati ulteriori 7 panetti di cocaina, identici per confezionamento a quelli sequestrati nel domicilio, del peso di 8,052 kg ma anche dell’eroina suddivisa in vari involucri, del peso lordo complessivo di 9,380 kg. L’uomo è stato condotto nel carcere di Catania Piazza Lanza.

ll provvedimento è stato poi convalidato dal Giudice per le indagini preliminari che ha disposto nei confronti dell’indagato la misura cautelare della custodia in carcere.

 

 

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