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Calcio serie D, il Paternò fa suo il derby, battuto 1 a 0 l’Acireale

Una punizione di Marino da oltre 20 metri regala i tre punti ai padroni di casa, mentre per gli acesi continua il momento negativo

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Il Paternò si aggiudica il tanto atteso derby dell’Etna contro l’Acireale grazie ad una rete su una punizione bomba di Marino con la sfera che si insacca alla sinistra di Zizzania. Da parte sua l’Acireale ha avuto le occasioni per pareggiare ma la bravura di Mileto e gli errori degli acesi sotto porta condannano gli ospiti ad una sconfitta che pesa sulla classifica e sul morale. Partita dal punto di vista tecnico non eccelsa ma agonistica valida con le due squadre che hanno pensato al sodo e poco allo spettacolo.

La cronaca. Parte forte il Paternò. Al 3’ padroni di casa pericolosi con Guida il cui tiro al volo e deviato provvidenzialmente da un difensore. Al 22’ Asero, su angolo di Sanseverino, calcia al volo ma la sfera finisce sopra la traversa. Alla mezz’ora ancora Paternò in avanti: cross dalla sinistra di Sinatra per Retucci che controlla di petto e poi calcia in mezza rovesciata con la palla che sorvola la traversa. Allo scadere della prima frazione si vede l’Acireale con Marchionni bravo in dribbling dentro l’area di rigore che defilato sulla sinistra calcia da buona posizione ma un difensore devia in angolo.

La ripresa si apre con il Paternò che appare deciso a sbloccare il risultato; dopo meno 30 secondi dall’avvio della gara Guida defilato sulla destra tira ma spara alto. Al 5’ ci prova Viglianisi dalla distanza ma il tiro finisce fuori. Un minuto dopo Acireale pericoloso in area di rigore con un tiro ravvicinato ma bravo Mileto che mette una pezza e poi un difensore devia in angolo. Al 9’ azione sulla destra dell’Acireale con Dampha autore di un crosso tagliato ma è bravo Mileto a tuffarsi e a bloccare la sfera. Al 15’ si rivede il Paternò con Asero, il quale lanciato sul filo del fuorigioco si invola sulla sinistra, si accentra  ma calcia debole con il portiere che para.

Al 25’ Paterno in vantaggio: Marino da oltre 20 metri su calcio di punizione, concesso per atterramento di Asero, spara un bolide che si insacca alla sinistra di Zizzania Al 35’ ancora Paterno con Asero il quale, lanciato sul filo dl fuorigioco, dalla sinistra  si accentra e lascia partire un tiro che Zizzania para, Un minuto dopo Acireale pericoloso: cross dalla destra di Marcianò sul secondo palo si avventa Marchionni che da buona posizione calcia con la sfera che finisce di poco alto sulla traversa. Al 40’ ospiti acesi vicino al pari ma  Mileto salva il risultato: dapprima un tiro ravvicinato di Dampha esalta i riflessi del portiere  rossazzurro che devia il tiro, ma la sfera arriva a Sueva che calcia di prima intenzione ma ancora una volta Mileto è attento e respinge la minaccia,  E al termine di un lungo recupero esplode la gioia in campo e sugli spalti da parte dei supporters  rossazzurri.

 

Paternò 1

Acireale 0

 

Marcatore: St 25’ Marino

 

Paternò (3-5-2): Mileto 7,5; Panarello 6,5, Porcaro 6,5, Marino 7; Sinatra 6,5, Carmelo Greco 6 (22’st Bertella 6), Sanseverino 6,5 (11’st Marin 6), Viglianisi 7 (11′ st Marin 6), Asero 7 (47’st Marco Greco sv); Retucci 6 (11′ st Pinotti 6), Guida 6,5 (43’ st Puglisi sv). A disp. Tosoni, Papito De Jesus, Catania, Pappalardo. All. Catalano 7

 

Acireale (3-5-2): Zizzania 6,5; Andreassi 5,5 (1’st Domenico Marcianò 5,5), Elia 6 (1’ st Kremenovic 5,5), Marchetti 6, Cassese 6,5 (26’st Capogna 5,5), Milo 5,5; Chironi 6, Iuliano 5,5 (32’st Tripicchio sv), Dampha 6; Marchionni 6,5, Kapnidis 5,5 (37’ pt Sueva 6). A disp: Grotta, Blando, De Mutiis, , Tortora. All. Epifani 5,5

 

Arbitro: Papi di Prato 6,5 (Manno di Milano – D’Amico di Lamezia T.).

 

Note: Spettatori oltre circa 1500. Ammoniti: Andreassi, Zizzania, Elia, Cassese per l’Acireale,  Mileto per il Paternò.  Recupero: PT 4′, ST ′. Angoli 6 a 3 per l’Acireale

Eventi

Paternò, ultimo giorno di scuola per una maestra: quello di Lilli Grasso

Dal primo settembre, ufficialmente, Lilli dirà addio alla campanella. Ma in verità, da oggi, quella campanella suona per lei un’ultima volta. A salutarla, oltre i colleghi del comprensivo “Don Milani”, anche ex alunni

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Ogni anno, con la chiusura dell’anno scolastico, si chiude anche un capitolo importante per alcuni insegnanti. E per qualcuno, arriva il momento più atteso – e forse anche il più temuto – di una vita: la pensione. Oggi è il turno della maestra Lilli Grasso, dell’Istituto Comprensivo “Don Milani” di Paternò.

Non è un addio che arriva per età, ma per traguardo raggiunto, dopo tanti, tantissimi anni di servizio. Una carriera fatta di dedizione, pazienza, amore per i bambini e passione autentica per l’insegnamento.

Dal primo settembre, ufficialmente, Lilli dirà addio alla campanella. Ma in verità, da oggi – 1 luglio – quella campanella suona per lei un’ultima volta. E non c’è suono più dolce o più malinconico.

Dopo l’ultimo collegio docenti del 30 giugno, lungo e partecipato, l’Istituto ha voluto sorprenderla: oltre ai colleghi, sono arrivati anche ex alunni, richiamati da una voce amica che ha fatto il giro del cuore.

Sono venuti a salutarla, a ringraziarla, a dirle che – anche se il tempo è passato – la “maestra Lilli” resta lì, nei loro ricordi, intatta. Sempre gentile, sempre curata, con i capelli ricci e lo sguardo attento. Quasi una bambola, qualcuno ha detto, ma viva di quella vita che solo chi ha vissuto tra i banchi sa trasmettere.

Di lei nessuno ricorda un rimprovero ad alta voce, mai un tono sgarbato. Solo gesti misurati, parole gentili, una presenza educata ma ferma. Per cinque anni, ogni suo alunno ha avuto accanto una seconda mamma. Oggi è commossa, ed è giusto così. Perché lasciare la scuola non è solo chiudere una porta. È lasciare un pezzo di sé.

A lei, con gratitudine e affetto, un sincero augurio: buona vita, maestra Lilli. Che la campanella ora suoni solo per ricordarti quanto bene hai fatto.

 

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ARS

Palermo, ARS: Galvagno rompe il silenzio, “Non mi dimetto”

Il presidente dell’ARS interviene dopo l’indagine per corruzione: “Rispetto la magistratura e attendo l’esito dell’inchiesta”

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Galvagno ha scelto di non rassegnare le dimissioni, rivendicando la propria correttezza istituzionale e sottolineando come una scelta diversa equivarrebbe, a suo dire, a piegarsi alla pressione dell’opinione pubblica veicolata dai media e dai social. “C’è chi mi chiede un passo indietro e chi due avanti  – ha detto –  ma io non posso accettare che un messaggio digitale conti più della Costituzione”.

“Ho voluto rispondere presente” . Con  questa frase il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana,  ha aperto il suo intervento, oggi pomeriggio, davanti all’aula di Palazzo dei Normanni, a seguito della notizia dell’indagine per corruzione condotta dalla Procura di Palermo in cui risulta principale indagato.

“Non mi sento diverso da un qualsiasi cittadino”

Durante la seduta, il presidente dell’Ars ha illustrato le proprie ragioni, ascoltando anche gli interventi dei capigruppo parlamentari, e ribadendo la sua posizione: “In assenza di elementi conclusivi, parlare oggi potrebbe alterare il senso dell’indagine in corso. Non mi sento e non voglio sentirmi diverso da qualsiasi altro cittadino”. Ha poi aggiunto di essere venuto a conoscenza di molti dettagli dell’inchiesta solo tramite la stampa.

Cracolici (Antimafia): “Serve chiarezza”

Il presidente della Commissione Antimafia, Antonello Cracolici, ha sollevato dubbi sulla modalità scelta da Galvagno: “Senza comunicazioni concrete da parte sua, non è chiaro di cosa dovremmo discutere”. Galvagno ha replicato sottolineando la delicatezza dell’indagine in corso e la volontà di non trasformare il Parlamento in una sede impropria di autodifesa pubblica.Mentre le indagini proseguono, il presidente dell’Ars ha dichiarato di voler affrontare il percorso giudiziario con il supporto dei propri legali, escludendo ogni forma di autosospensione o passo indietro dall’incarico istituzionale.

Le tappe dell’indagine

Galvagno ha ripercorso brevemente le tappe della vicenda: a gennaio la proroga delle indagini preliminari, senza alcuna imputazione provvisoria. A maggio l’invito a comparire, e infine l’interrogatorio del 7 giugno. “Mi sono subito messo a disposizione dei magistrati per fornire tutte le spiegazioni necessarie. Ma oggi questa non è e non può essere un’aula di tribunale”.

Dopo l’intervento, Galvagno ha lasciato la presidenza dell’aula al vicepresidente Nuccio Di Paola, prendendo posto tra i deputati.

Il presunto sistema di favori

Sotto la lente della magistratura vi sarebbe un presunto accordo corruttivo tra Galvagno e Marcella Cannariato, moglie dell’imprenditore Tommaso Dragotto, vicepresidente della Fondazione “Sicily by Car”, entrambi indagati. I sospetti ruotano attorno a finanziamenti pubblici concessi per due eventi: uno dedicato alla lotta contro la violenza sulle donne, e il “Magico Natale”, tenutosi tra Palermo e Catania con un contributo da 100 mila euro da parte dell’Ars.

Figura centrale sarebbe quella di Sabrina De Capitani, da ieri ex portavoce di Galvagno – anche lei indagata che si sarebbe posta come intermediaria tra i protagonisti della vicenda. Secondo gli inquirenti, oggetto del presunto scambio illecito sarebbe stato anche un incarico legale  per una cugina del presidente presso una società assicurativa legata al gruppo Dragotto, e il coinvolgimento dell’imprenditore Alessandro Alessi nell’organizzazione del Magico Natale.

Soldi, incarichi e regali

Tra le accuse mosse a Galvagno anche l’interessamento per la festa di Capodanno 2024 a Catania, per la quale sarebbero stati stanziati 200 mila euro. De Capitani avrebbe pattuito con l’impresario Nuccio La Ferlita un compenso di 10 mila euro, rimanendo però formalmente fuori dalla documentazione per via del suo ruolo istituzionale. Benefici economici sarebbero stati ottenuti anche da Salvatore Pintaudi, giornalista e addetto stampa del presidente.

Infine, tra gli elementi contestati, vi sarebbero regali e favori ricevuti da Galvagno: auto a noleggio, abiti, biglietti omaggio per concerti ed eventi – richiesti, secondo l’accusa, numerose volte anche per familiari e collaboratori.

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