“Non ho sentito Giorgia Meloni, ma sento quotidianamente il coordinatore regionale Luca Sbardella, ho dato la massima disponibilità al collegio dei probiviri del partito dove sarò ascoltato, credo, nei prossimi giorni. Al momento non ho né una conclusione delle indagini né una richiesta di rinvio a giudizio, ripeto ‘richiesta’ che è cosa diversa dal rinvio a giudizio”.
A dirlo presidente dell’Ars Gaetano Galvagno nel corso della cerimonia del ventaglio a Palazzo dei Normanni, rispondendo ai giornalisti in merito all’indagine della procura di Palermo che riguarda nove persone, tra cui l’esponente di FdI. “Conoscete il mio rispetto per le istituzioni. Ma dimettermi prima del pronunciamento di un giudice su una richiesta del Pm che ancora non c’è? Al momento non posso dire cosa succederà” ha detto anche il presidente dell’Ars.
Sul lavoro nel Parlamento siciliano Galvagno ha detto che “ci sono leggi e riforme, come quella sui Consorzi di bonifica, che non sarebbero state approvate in aula neanche se a presiedere fosse stato Maradona. Il punto è che c’è un diffuso bipolarismo, ma non in senso politico, cioè due poli. C’è bipolarismo in qualche deputato al momento del voto”.
Lo stato di salute dell’Assemblea, per Galvagno, è positivo: in due anni e mezzo di legislatura sono state presentati, ha spiegato, 960 ddl contro gli 872 della passata legislatura; 809 parlamentari e 151 governativi; contro i 779 parlamentari e i 93 governativi dello stesso periodo della scorsa legislatura. Approvate 79 leggi più 6 leggi voto, a fronte di 65 leggi e 3 leggi voto, con un incremento del 20% dei testi legislativi varati; su 79 leggi approvate, quelle impugnate sono 6, rispetto alle 17 leggi impugnate su 65 del medesimo periodo della scorsa legislatura.
“In accordo con il presidente della Regione Renato Schifani – ha spiegato – ho una proposta di abolizione del voto segreto, questo Parlamento ha la possibilità di scrivere una pagina importante. Mi auguro che su questo si possa trovare un dialogo anche con le opposizioni e mi auguro soprattutto che nessuno chieda il voto segreto nel momento in cui si dovesse votare questa riforma”.