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Catania, condannato all’ergastolo l’infermiere che uccise due pazienti

Secondo l’accusa, a causare il loro decesso sarebbe stata la somministrazione di forti dosi di sedativi da parte dell’imputato

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foto WEB

A Catania la Corte d’assise di Catania ha condannato all’ergastolo l’infermiere Vincenzo Villani Conti, 52 anni, accusato dell’omicidio di due pazienti mentre erano ricoverate nell’ospedale Cannizzaro. Le vittime sono una ultrasessantenne e una ottantenne che morirono il 2 dicembre 2020 e il 16 gennaio del 2021.

Secondo l’accusa, a causare il loro decesso sarebbe stata la somministrazione di forti dosi di sedativi da parte dell’imputato.  L’inchiesta era stata avviata dopo una segnalazione alla Procura di due medici, uno psichiatra e uno psicologo, che lo avevano in cura e che, dopo aver raccolto le sue “confidenze”, hanno avuto dei sospetti che fosse accaduto qualcosa di grave, raccontando tutto in Procura.

L’infermiere avrebbe detto loro di essere “mosso da uno stato di preoccupante distacco emotivo maturato nei confronti dei pazienti a causa del comportamento vessatorio dei superiori”. er un collegio di consulenti nominati dalla Corte non ci sarebbe certezza sulla correlazione di causa ed effetto tra la somministrazione dei farmaci e il decesso, ma neppure del contrario.

Sul caso ha indagato la squadra mobile della Questura. Nel processo si erano costituiti come parte civile i familiari delle vittime, l’ospedale Cannizzaro e l’associazione Codici. I difensori dell’infermiere, gli avvocati Salvatore Liotta e Francesco Calabrese, attendono il deposito delle motivazioni per presentare il ricorso.

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Paternò, inchiesta “Athena”, anche per l’ex assessore Comis la Cassazione annulla con rinvio i domiciliari

A disporli alla fine dello scorso mese di settembre il Tribunale del Riesame, ma il provvedimento era stato sospeso, in attesa della sentenza definitiva della Corte Suprema

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Come per il sindaco di Paternò Nino Naso, anche per l’ex assessore Salvatore Comis la  Cassazione ha annullato con rinvio la decisione del Tribunale del Riesame che aveva disposto gli arresti domiciliari per l’ex amministratore paternese indagato, come il primo cittadino, nell’ambito dell’inchiesta “Athena” e accusato di voto di scambio politico mafioso.

In pratica la Cassazione ha accolto il ricorso della difesa di Salvatore Comis, l’avvocato Turi Liotta. La decisione della Corte Suprema è arrivata nel pomeriggio di oggi. Il tutto ritorna nelle mani del Tribunale di Catania, che dovrà fissare una nuova udienza davanti ad un’altra sezione del Tribunale della Libertà. Il sindaco Naso e Comis, su richiesta degli stessi indagati, affronteranno il processo con giudizio immediato. Ricordiamo che alla fine dello scorso mese di settembre il Tribunale del Riesame aveva disposto i domiciliari per Comis e Naso, ma sospesi, in attesa della sentenza definitiva da parte della Cassazione.

Sulla vicenda c’è da registrare un post dell’ex assessore Salvatore Comis sulla propria pagina social. “Sono stato sempre fiducioso sapendo della mia estraneità ai fatti. Mi sono sempre speso per il bene del mio paese con tanto impegno,dedizione e soprattutto onestà. Ringrazio immensamente le persone che mi sono state vicine in questi giorni difficili,la mia famiglia,i miei amici più cari e un importante ringraziamento va ai miei avvocati Salvatore Liotta e Mario Brancato che sin dal primo giorno hanno sempre riposto la loro fiducia in me. Purtroppo la vita a volte gioca brutti scherzi. L’importante è andare avanti con forza e caparbietà sapendo che tutto quello che è successo non ti appartiene” ha concluso Comis.

 

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Paternò, Cassazione ha annullato con rinvio la decisione sui domiciliari al sindaco Naso

Il primo cittadino è rimasto coinvolto nell’inchiesta “Athena” e il Tribunale del Riesame aveva disposto gli arresti domiciliari, adesso il Tribunale di Catania dovrà fissare una nuova udienza davanti a un’altra sezione del Tribunale della Libertà

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La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la decisione del Tribunale del Riesame che aveva disposto gli arresti domiciliari del sindaco di Paternò Nino Naso indagato nell’inchiesta “Athena” con l’accusa di voto di scambio politico mafioso.

In pratica la Cassazione ha accolto il ricorso della difesa del sindaco paternese rappresentata dagli avvocati Maria Donata Licata e Vincenzo Maiello. La decisione  della Cassazione è arrivata questa sera poco prima delle ore 20.

“Il sindaco si è detto soddisfatto- ha detto l’avvocato Licata- ha sempre avuto fiducia nella giustizia e nell’operato dei giudici. La Cassazione ha accolto il nostro ricorso che si basava sui gravi indizi di colpevolezza e non sulle esigenze cautelari. Adesso aspettiamo che vengano depositate le motivazioni”.

Il tutto quindi ritorna nelle mani del Tribunale di Catania, che dovrà fissare una nuova udienza davanti a un’altra sezione del Tribunale della Libertà. Domani è prevista la decisione sulla posizione dell’ex assessore comunale Salvatore Comis. Il sindaco Naso e Comis, su richiesta degli stessi indagati, affronteranno il processo con giudizio immediato.

Il Tribunale del riesame, presieduto da Giuliana Sammartino, aveva rilevato che “risulta ricostruibile in via induttiva e con la consistenza dei gravi indizi il raggiungimento di un patto illecito fra il sindaco Naso e, tramite il Cirino, la consorteria dei Morabito -Benvegna”.

L’accordo, aveva ricostruito il Tribunale, prevedeva “un sostegno elettorale” in cambio dell’interessamento del Naso per “l’assunzione di congiunti mafiosi locali” e di “destinare a Comis un assessorato di interesse economico”.

L’appello contro la decisione del gip era stato presentato dal procuratore  aggiunto Ignazio Fonzo e dai sostituti Tiziana Laudani e Alessandra Tasciotti. La decisione del Tribunale del riesame non era esecutiva. L’inchiesta Athena si basa su indagini dei carabinieri della compagnia di Paternò e avrebbe fatto emergere gli interessi del clan Morabito sulle aste giudiziarie di immobili nelle province di Catania e Siracusa.

Per 49 degli indagati la Procura di Catania ha chiesto il rinvio a giudizio. Il processo si aprirà il prossimo 6 marzo. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono associazione mafiosa, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, turbata libertà degli incanti aggravata dal metodo mafioso e corruzione.

Sulla vicenda c’è da registrare una nota del sindaco Nino Naso : “La Cassazione, accogliendo il ricorso proposto dai miei avvocati, Professore Vincenzo Maiello e Avvocato Maria Donata Licata, ha annullato con rinvio l’ordinanza del Tribunale del Riesame che aveva accolto l’appello della Procura. Consapevole di avere sempre agito nel rispetto della legge e dell’istituzione che rappresento, lontano da logiche mafiose, attendo, dunque, con immutata fiducia nel sistema giudiziario che la mia vicenda venga finalmente chiarita, restituendo serenità oltre che alla mia famiglia, all’amministrazione cittadina. Ringrazio quanti in queste ore numerosi mi hanno manifestato affetto e solidarietà ed anche i miei avvocati per l’impegno e la grande professionalità con cui hanno sostenuto la mia difesa”.

 

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