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Cronaca

Catania, Guardia Costiera in azione contro la pesca illegale di “Tonno Rosso”

Sono state sottoposte a sequestro oltre 10 tonnellate di esemplari privi di idonea documentazione che ne certificasse la tracciabilità e la legale cattura. A carico dei contravventori sono state elevate sanzioni per oltre 13 mila euro

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Lotta a 360 gradi alla pesca illegale di tonno rosso da parte della Guardia Costiera di Catania.  Il Centro Controllo Area Pesca della Direzione Marittima Guardia Costiera di Catania, in coincidenza con la corrente campagna di pesca del pregiato “Tonno Rosso”, concentrata prevalentemente durante questo periodo dell’anno, ha coordinato l’azione dei Comandi Compartimentali della Sicilia Orientale.

A seguito di determinati controlli sono emersi diversi illeciti connessi sia alla cattura che alle successive fasi di tentata commercializzazione di ingenti quantitativi di esemplari di tonno rosso, derivanti da catture illegali di unità da pesca prive di specifiche autorizzazioni a tale tipologia di pesca o di specifica ed obbligatoria documentazione idonea ad attestarne la corretta tracciabilità e la legittima provenienza.

Il “Tonno Rosso” è una specie ittica sottoposta a specifici regolamenti comunitari e normative nazionali che contemplano stringenti obblighi per la pesca e la commercializzazione.   Di particolare rilevanza l’attività condotta da “Team Ispettivi” composti da qualificati Ispettori Pesca della Guardia Costiera di Catania e Siracusa che a seguito di mirate attività di intelligence, in mare, nei porti di approdo e presso punti di sbarco delle unità da pesca, nonché al controllo di mezzi adibiti al trasporto di prodotti ittici, hanno sottoposto a sequestro  oltre 10 tonnellate di tonno rosso privo di idonea documentazione che ne certificasse la tracciabilità e la legale cattura.

A carico dei contravventori sono state elevate sanzioni per oltre 13.000 euro.  A seguito di accertamento sanitario da parte dei medici veterinari delle competenti Aziende Sanitarie Provinciali, la maggior parte del prodotto ittico sequestrato è stato donato per la distribuzione ad associazioni caritatevoli e di beneficenza. Il prodotto valutato non idoneo al consumo umano è stato avviato a distruzione come da vigenti normative.

Cronaca

Santa Venerina, arrestato cassiere infedele di un supermercato

L’indagine è scaturita dalla denuncia presentata dal legale rappresentante della società che gestisce il punto vendita, il quale si era accorto di diversi ammanchi di cassa, stimati per oltre 10.000 euro, registrati nel corso di diversi mesi.

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Avrebbe rubato dalla cassa del supermercato di Santa Venerina nel quale lavora. A scoprirlo i carabinieri. Il modus operandi del 48enne incensurato era stato studiato in maniera certosina: approfittando della sua mansione avrebbe effettuato operazioni di storno e annullamento degli scontrini fiscali, intascando il denaro contante che qualche ignaro cliente del punto vendita aveva regolarmente pagato alla cassa.

L’indagine è scaturita dalla denuncia presentata dal legale rappresentante della società che gestisce il punto vendita, il quale si era accorto di diversi ammanchi di cassa, stimati per oltre 10.000 euro, registrati nel corso di diversi mesi.

Avviata l’attività investigativa, i carabinieri hanno predisposto mirati monitoraggi del punto vendita mediante le telecamere di sorveglianza interne, oltre a servizi di osservazione e controllo per individuare presso quale registratore di cassa avvenissero gli ammanchi.

E proprio in uno di questi controlli, i militari hanno beccato l’uomo in flagranza di reato mentre, dopo aver passato regolarmente i prodotti alla cassa, avrebbe distratto i clienti con vari stratagemmi per non emettere lo scontrino, il cui valore sarebbe stato successivamente stornato e incassato. Ma non solo, nella stessa giornata i carabinieri hanno appurato che l’uomo avrebbe utilizzato anche un secondo “metodo” per intascare la somma di denaro, annullando direttamente gli scontrini fiscali appena emessi e appropriandosi della somma corrispondente.

In un solo turno di lavoro, il 48enne sarebbe riuscito ad appropriarsi di ben 673,85 euro in contanti, che aveva nascosto in tasca. Alla fine del turno i carabinieri lo hanno fermato e perquisito recuperando appunto quasi 700 euro.

La perquisizione è stata poi estesa anche all’abitazione dell’impiegato, dove i militari dell’Arma hanno recuperato altri 3.000,00 euro, che erano stati nascosti in un comodino e per i quali non ha saputo giustificare la provenienza. Tutto il denaro trovato è stato ovviamente sequestrato ed il 48enne arrestato con l’accusa di furto aggravato.

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Cronaca

Catania, arrestati due sudanesi per favoreggiamento di immigrazione clandestina

I fatti risalgono al mese di aprile allorquando, presso il porto etneo, attraccava la nave ONG “Aita Mari”,  con a bordo 125 migranti di varie nazionalità.

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Agenti della Squadra mobile di Catania hanno arrestato due presunti scafisti di origini sudanesi, accusati di favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina.

I fatti risalgono al mese di aprile allorquando, presso l’ambito portuale di Catania, attraccava la nave ONG “Aita Mari”, battente bandiera spagnola, con a bordo 125 migranti di varie nazionalità. Le operazioni di soccorso dei migranti, iniziate in acque internazionali libiche ed ultimate in acque maltesi, avevano riguardato due distinti eventi, ovvero un gommone con a bordo 84 migranti ed un secondo natante con a bordo 41 migranti.

Successivamente dal Porto di Catania, assegnato quale sito di sbarco, ultimate le preliminari procedure di accoglienza, i migranti sono stati trasferiti presso la struttura di via Forcile dove poteva proseguire l’azione d’indagine già avviata in banchina dagli uomini della Squadra Mobile.

L’attività della polizia si è concentrata sul gommone con a bordo 84 migranti, partito dalle coste libiche e poi, dopo lunghe ore di navigazione, costretto a fermarsi a causa di un’avaria, prima di ricevere i soccorsi.

L’attenzione si è concentrata su due uomini, entrambi di origini sudanesi, rispettivamente di anni 19 e 20, facenti parte dello stesso gruppo che si trovava sul gommone. Dalle indagini è emerso che i due uomini avrebbero avuto a vario titolo, e con diverse mansioni, il comando dell’imbarcazione, collaborando tra di loro sin dalla partenza in Libia e fino all’arrivo dei soccorsi.

La Procura tenuto conto che potessero sottrarsi alle loro responsabilità e darsi alla fuga anche al di fuori dal territorio nazionale, rendendosi di fatto irreperibili, ha posto in stato di fermo i due giovani stranieri con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, aggravato dall’aver riguardato l’ingresso illegale nello Stato di più di cinque persone e dall’aver posto in pericolo la vita e l’incolumità dei trasportati. I due si trovano rinchiusi nel carcere di Catania Piazza Lanza.

 

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