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Cronaca

Catania, i 4 arrestati nell’inchiesta sulla sanità etnea non rispondono al GIP

Gli indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere al Giudice per le indagini preliminari Simona Ragazzi. 

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Interrogatori di garanzia questa mattina a Catania per i 4 arrestati, tre medici e un amministrativo che si trovano ai domiciliari, nell’ambito dell’inchiesta giudiziaria che ha coinvolto la sanità catanese. I quattro indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere dinanzi al GIP del Tribunale di Catania Simona Ragazzi.  Al centro delle indagini incarichi nell’ambito di progetti finanziati e approvati dall’assessorato alla Salute della Regione Siciliana attribuiti a “predestinati” o a congiunti attraverso bandi predisposti ad hoc ed esami pilotati nel concorso per la nomina a direttore amministrativo dell’Ordine dei medici di Catania.

La linea dei difensori, gli avvocati Giampiero Torrisi, Salvatore Di Dio, Piergiuseppe De Luca, Pietro Ivan Maravigna e del professore Giovanni Grasso, è di valutare attentamente il grande volume di documenti che fanno parte del fascicolo. Gli indagati sono Giuseppe Arcidiacono, 65 anni, dirigente medico dell’Arnas Garibaldi di Catania, esponente di FdI che si era candidato a sindaco di Catania, poi ritiratosi per appoggiare Enrico Trantino, sostenuto da tutto il centrodestra; Nunzio Ezio Campagna, 61 anni; Sebastiano Felice Agatino Ferlito, di 69, e un ex funzionario amministrativo dell’università di Catania, Gesualdo Antonino Missale, di 52.

Sono indagati per turbata libertà degli incanti e del procedimento di scelta del contraente e corruzione per atti contrari al proprio dovere. Nell’inchiesta sono indagate altre 13 persone, per otto delle quali la Procura ha chiesto l’emissione di una misura interdittiva che sarà decisa dal Gip dopo il loro interrogatorio, fissato per il 5 maggio. Tra loro anche due ex assessori regionali, Ruggero Razza (FdI) e Antonio Scavone (Mpa), indagati per turbata libertà di scelta del contraente per la nomina di due professionisti per altrettanti progetti, e il presidente dell’Ordine dei medici di Catania Ignazio La Mantia, che è accusato di turbata libertà degli incanti per aver favorito un candidato a un concorso a dirigente all’Ordine etneo. Al centro dell’inchiesta un’indagine dei militari del nucleo investigativo del comando provinciale dei carabinieri di Catania

 

Cronaca

Catania, getta droga nel water ma la Polizia la recupera tra i liquami, 43enne arrestato

Si tratta di 450 grammi di marijuana e 15 grammi di cocaina, mentre è stata ritrovata a seguito di una perquisizione domiciliare una somma pari a circa 27 mila euro

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Avrebbe escogitato un piano per sbarazzarsi della droga attraverso il water per poi recuperarla tramite un pozzo nero realizzato direttamente in casa. L’ideatore sarebbe stato un 43enne catanese che è stato arrestato dalla polizia. Nel corso di un servizio di controllo di Picanello, centro storico di Catania,  i poliziotti hanno notato strani movimenti proprio dinnanzi l’abitazione dell’uomo noto alle forze dell’ordine.

Da qui è scattato il controllo nella casa del 43enne. Non appena hanno bussato al portone di casa, i poliziotti hanno sentito il rumore dello scarico del water in azione e, non appena il proprietario ha aperto la porta è stato avvertito un fortissimo odore di marijuana. Grazie alle tracce d’acqua presenti sul pavimento i poliziotti sono arrivati nella lavanderia, luogo in cui è stata scoperta una botola piazzata proprio al centro della stanza. Una volta sollevato il coperchio è stato possibile scoprire il pozzetto nero, congegnato proprio per disfarsi della droga in modo rapido nel caso di visite indesiderate delle forze dell’ordine.

Infatti, una volta tirato lo sciacquone, la droga gettata nel water passava nel pozzetto dove l’uomo avrebbe potuto recuperarla, individuandola tra i liquami. Recuperati dalla polizia ben 450 grammi di marijuana e 15 grammi di cocaina. La perquisizione è stata estesa all’intero appartamento e ha consentito di ritrovare un’ingente somma di denaro, pari a circa 27 mila euro, ritenuta palesemente provento dell’intenso traffico di droga, considerato che, oltre a non essere occupato in alcuna attività lavorativa, il 43enne ha precedenti di polizia giudiziaria legati al mondo della droga.

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Cronaca

Catania, coniugi nascondevano armi e droga, arrestati dai carabinieri

Durante una perquisizione nella loro abitazione i militari hanno trovato 1.100 grammi di marijuana amnesia, 90 grammi di cocaina nonche due pistole scacciacani modificate, un proiettile calibro 7,65 e due giubbotti anti proiettili

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A Catania una coppia di coniugi, di 59 e 46 anni, è stata arrestata dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale per detenzione abusiva di armi clandestine e per spaccio di sostanze stupefacenti. Durante una perquisizione nella loro abitazione i militari dell’Arma hanno trovato 1.100 grammi di marijuana amnesia, 90 grammi di cocaina e una macchina per la preparazione di confezioni di sottovuoto.

In uno scantinato in uso alla coppia i carabinieri hanno sequestrato due pistole scacciacani modificate e rese offensive e letali considerate pertanto clandestine, un proiettile calibro 7,65 e due giubbotti antiproiettili. La coppia è stata arrestata e messa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, che ha convalidato il provvedimento e disposto per entrambi la misura della custodia cautelare in carcere.

 

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