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Cronaca

Catania, in atto la rimozione della cenere vulcanica dopo il parossismo dell’Etna

In città previsti quattro centri di raccolta presso le isole ecologiche di viale Tirreno e di via Gianni nonche altri due centri di raccolta mobile a Canalicchio in via Mario Berardo Cetrone e Nesima Inferiore nello slargo davanti all’istituto Gemmellaro di Corso Indipendenza

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A Catania, dopo l’ultimo parossismo dell’Etna che ha prodotto una considerazione ricaduta di cenere vulcanica non solo sul capoluogo etneo ma sui comuni della fascia sud- orientale del vulcano, per agevolare il più rapido conferimento nelle piattaforme di raccolta l’amministrazione comunale, d’intesa con le ditte appaltatrici, ha stabilito due specifici centri di raccolta presso le isole ecologiche di viale Tirreno a Trappeto Nord e di via Gianni a Picanello.

Lunedì 8 e Martedì 9 luglio prossimi, inoltre, in via straordinaria dalle ore 07:00 alle ore 17:00, altri due centri di raccolta mobile verranno posizionati a Canalicchio in via Mario Berardo Cetrone (già Largo Merola) e a Nesima Inferiore, nello slargo davanti all’istituto Gemmellaro di Corso Indipendenza.

Pertanto, si invitano i cittadini a utilizzare i centri di raccolti fissi e mobili che sono stati realizzati. La cenere vulcanica esposta davanti alle abitazioni, infatti, potrà essere ritirata solo quando verranno confermate le disponibilità delle piattaforme speciali negli impianti di conferimento. In tutta la città, intanto, dalla giornata di ieri sono all’opera le spazzatrici e gli operatori manuali per eliminare la cenere la cenere vulcanica da strade e marciapiedi, lavoro che verrà completato entro lunedì, ristabilendo le condizioni di sicurezza alla viabilità.

La rimozione della cenere vulcanica è in corso anche nei territori dei comuni interessati dall’attività parossistica delle scorse ore.

Cronaca

Giarre, Ispettori del lavoro scoprono lavoratori in nero in cantiere

Sanzioni salate per l’azienda, compresa la sospensione del cantiere

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Nei giorni scorsi, gli Ispettori INL del Contingente Sicilia hanno effettuato a Giarre un accesso in un cantiere edile. La verifica ha consentito di accertare che tutti e 3 i lavoratori presenti erano in nero. Essendo stata superata la soglia del 10% di irregolari, è stata imposta la sospensione dei lavori. Nel corso dell’accertamento è stata altresì appurata la mancata effettuazione della visita medica dei lavoratori. Gli ispettori hanno irrogato sanzioni amministrative di sospensione per 2.500 euro, oltre alla maxi-sanzione fino ad un massimo di 14.200 euro, alle quali si aggiungono le sanzioni in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, fino ad un massimo di 5.695,36 euro.

 

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Cronaca

Aci S.Antonio, Finanza fa luce su sistema di distrazione di beni aziendali e frode fiscale

Disposto il sequestro preventivo della società “Arcaplast S.r.l.”, comprensivo delle quote societarie, dei conti correnti e dei beni strumentali per un valore complessivo di quasi 400 mila euro, reato contestato bancarotta fraudolenta

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I Finanzieri del comando provinciale di Catania hanno dato esecuzione ad un’ordinanza con cui il Giudice per le indagini preliminari presso il locale Tribunale ha disposto il sequestro preventivo d’urgenza dell’intero compendio aziendale della società “Arcaplast S.r.l.” con sede legale in Aci Sant’Antonio, comprensivo delle quote societarie, dei conti correnti e dei beni strumentali per un valore complessivo di quasi 400 mila euro; reato contestato bancarotta fraudolenta.

È stata, inoltre, disposta la nomina di un amministratore giudiziario per la gestione della società sequestrata. Le indagini, condotte dalla compagnia di Acireale avrebbero consentito di far emergere un sistema di frode a danno dei creditori, in particolare dell’erario. Le indagini hanno preso avvio a seguito di una indagine avviata dalla Procura con l’obiettivo di esaminare le dinamiche relative al dissesto finanziario della società fallita. Dalle indagini sarebbe emerso un disegno fraudolento che avrebbe visto il coinvolgimento del rappresentante della società fallita, Orazio Mattia Bella, con precedenti per concorso esterno in associazione mafiosa.

Il meccanismo di frode si sarebbe basato su uno schema operativo finalizzato a sottrarre beni e risorse dalla società fallita per trasferirli a una nuova entità giuridica, a prezzo irrisorio rispetto al loro valore, con l’obiettivo di eludere le responsabilità patrimoniali e fiscali.

L’illecita alienazione avrebbe riguardato il patrimonio aziendale della società fallita, comprendente know-how, dipendenti, fornitori e clienti, trasferito integralmente alla nuova impresa. In tal modo, la “New Company” avrebbe potuto proseguire l’attività imprenditoriale con i beni della fallita senza tuttavia farsi carico dei rilevanti debiti e passività accumulati. Tale cessione sarebbe stata quantificata in quasi 3 milioni di euro, con un danno patrimoniale complessivo di circa 1,5 milioni di euro a carico dei creditori, in particolare dell’Erario.

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