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Cronaca

Catania, lascia il figlio dal barbiere e va a spacciare: 34enne arrestato dalla Polizia

Mentre era ancora in atto il controllo da parte dei poliziotti l’uomo è stato raggiunto dal figlio minore, il quale, non vedendo più il padre tornare per riprenderlo, è andato alla sua ricerca, trovandolo con gli che nel frattempo lo avevano fermato

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Ha lasciato il figlio minore dal barbiere ed è andato a spacciare a bordo del suo scooter, ma è stato fermato ed arrestato dalla Polizia di Stato. Il fatto è successo a Catania in via Luigi Sturzo.

In particolare durante il pattugliamento nella zona del centro storico, i poliziotti di una volante hanno notato un uomo a bordo di un motociclo che consegnava ad un altro soggetto un involucro in plastica in cambio di una somma di denaro. Avendo intuito che si potesse trattare di una compravendita di droga, i poliziotti sono intervenuti tempestivamente, fermando lo spacciatore e sottoponendolo a perquisizione.

All’interno del marsupio che indossava sono stati trovati undici involucri contenenti marijuana, che sono stati sequestrati unitamente alla somma in contanti di 650 euro, ritenuta provento dell’attività di spaccio.

Mentre era ancora in atto il controllo, l’uomo è stato raggiunto dal figlio minore, il quale, dopo essere stato accompagnato da un barbiere nelle vicinanze, non vedendo più il padre tornare per riprenderlo, è andato alla sua ricerca, trovandolo con i poliziotti che nel frattempo lo avevano fermato.  Per quanto accaduto il 34enne è stato arrestato e, sentito il Pubblico Ministero di turno presso il tribunale, è stato posto in libertà in attesa dell’udienza di convalida.

Cronaca

Paternò, l’avvocato Rosanna Natoli si dimette dal CSM: era consigliera laica in quota FdI

Dallo scorso mese di settembre era stata sospesa dal Plenum del Consiglio Superiore Magistratura. E’ accusata di aver rivelato al giudice Maria Fascetto Sivillo (deceduta da qualche settimana) atti dell’inchiesta a cui, quest’ultima, era sottoposta

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Rosanna Natoli, l’avvocato di Paternò consigliera laica al Consiglio superiore della magistratura in quota Fratelli D’Italia, si è dimessa dal CSM. La Natoli dallo scorso mese di settembre era stata comunque sospesa dal Plenum del CSM.  La Natoli è accusata di aver rivelato, nel corso di un incontro avvenuto nel novembre del 2023, atti dell’inchiesta alla magistrata Maria Fascetto Sivillo (deceduta da qualche settimana) condannata dal tribunale di Messina e sottoposta a procedimenti disciplinari e penali.

Quel colloquio fu registrato e portato alla luce dal legale della Fascetto Sivillo l’avvocato Carlo Taormina; quest’ultimo durante un’udienza a Palazzo Bachelet, sede del CSM, consegnò alla sezione disciplinare una registrazione del colloquio avvenuto nello studio di Rosanna Natoli davanti ai giudici.

“La Natoli- come riporta il sito on -line di informazione “Il Dubbio” – nella sua lettera di dimissioni parla di una decisone presa perché “obbligata” e non dipendente dalla propria volontà. “L’adozione del provvedimento di sospensione mantenendomi lo status di consigliere (seppur sospeso) – scrive la Natoli nella sua lettera e comi riporta il sito on-line “Il Dubbio” – mi priva di uno dei diritti costituzionalmente garantiti: il diritto al lavoro. Invero, i doveri imposti dalla carica, non sospesi, mi impediscono di esercitare alcuna attività professionale e/o lavorativa, e, tale situazione, oltre alle intuibili conseguenze economiche, sta ledendo la mia immagine di professionista, la mia dignità personale e sta arrecando grave danno all’equilibrio psico-fisico mio e della mia famiglia. Il provvedimento di sospensione, adottato senza la contestuale sospensione del divieto di esercizio della professione forense, di fatto equivale a un provvedimento espulsivo, in quanto mi costringe ad assumere l’odierna decisione di dimettermi, non potendo più attendere i tempi dell’iter giudiziario”.

A decidere la sospensione della Natoli ricordiamo fu il plenum del Consiglio superiore della Magistratura con 22 voti a favore della sospensione, sei voti contrari e due schede bianche.

La ex consigliera laica del CSM continua comunque nella sua azione giudiziaria : “Sono certa che dimostrerò la mia estraneità ai fatti e, conseguenzialmente, l’illegittimità della mia sospensione ed indiretta espulsione dal Consiglio superiore della magistratura, riservandomi di tutelare, in tutte le competenti sedi, i miei diritti- come scrive la Natali nella lettera e come riportats il sito on-line “Il Dubbio”-  Le mie dimissioni porranno, altresì, fine alle difficoltà con cui il Consiglio superiore si trova ad operare, non potendo svolgere le proprie funzioni con il contributo di tutti i componenti eletti dal Parlamento”.

La registrazione che l’avvocato Taormina portò a conoscenza del CSM fu successivamente trasmessa dal vicepresidente del Consiglio superiore della Magistratura Fabio Pinelli alla procura di Roma, che determinò l’iscrizione di Natoli nel registro degli indagati per abuso d’ufficio e rivelazione di segreto. L’inchiesta è stata poi trasferita per competenza alla procura di Catania

Dopo l’avviso di conclusione indagini ricevuto lo scorso febbraio (per il solo reato di rivelazione, a seguito dell’abolizione dell’abuso d’ufficio), Natoli ha depositato delle memorie difensive, ma da allora non ci sono stati sviluppi ulteriori fino alle scorse ore con la Natoli che ha rassegnato le dimissioni dal CSM.

 

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Cronaca

Acireale, inscenano una falsa rapina per truffare l’assicurazione, denunciati

Risultano indagati per simulazione di reato in concorso, il 51enne, gestore di una stazione di servizio, e un dipendente di 33 anni. I carabinieri fanno chiarezza sul fatto portando alla luce il tentativo di truffa

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I carabinieri del comando stazione di Guardia Mangano, frazione di Acireale, hanno fatto luce su una finta rapina denunciata da un 51enne di Santa Venerina che, insieme ad un 33enne di Aci Catena.

I due uomini sono stati denunciati per simulazione di reato in concorso. In particolare, il 51enne, gestore di una stazione di servizio sita sulla SS 114, aveva denunciato, presso la caserma di Guardia Mangano, di essere stato vittima di una rapina a mano, mentre si trovava nell’ufficio del suo rifornimento, in compagnia del dipendente 33enne.

Il 51enne ha riferito ai carabinieri che, mentre erano entrambi intenti nel conteggio dell’incasso dell’impianto di distribuzione carburanti, un uomo, dall’apparente età di 30 anni circa, armato di una pistola semiautomatica, li avrebbe rapinati della somma di 1430,00 euro, fuggendo immediatamente dopo in direzione di Acireale.

La presunta vittima aveva poi specificato che nella stazione di servizio non è installato alcun sistema di videosorveglianza e che la sua attività era assicurata contro quel genere di reati da una specifica polizza assicurativa.

Acquisite, dunque, le dichiarazioni del 51enne, i carabinieri hanno avviato una attività di riscontro delle sue dichiarazioni, sentendo testimoni e cercando i filmati registrati da altri impianti di videosorveglianza presenti in quella zona.

Alla fine i carabinieri hanno accertato che, in realtà, non c’era stata alcuna rapina e che il presunto rapinatore non sarebbe mai esistito e che sarebbe stato il frutto della fantasia del titolare e del suo impiegato.

I militari hanno, dunque, ascoltato anche il dipendente che, vistosi ormai scoperto, ha confermato che quel denaro sarebbe stato prelevato dal suo capo proprio per inscenare la rapina e intascare il rimborso assicurativo.  Per questo motivo, i due sono stati denunciati a piede libero.

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