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Cronaca

Catania, rimozione cenere vulcanica, il PD critica Musumeci e Schifani

Il Partito Democratico ha evidenziato che “lo Stato non ha stanziato un solo euro per i comuni” interessati dalla sabbia per la sua rimazione, mentre la Regione Siciliana ha destinato agli enti comunali “solo 3 milioni di euro”

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“Piogge, caditoie, tombini e sabbia vulcanica, le parole sono belle ma contano i fatti. Cosa sarebbe accaduto, dopo le piogge di questa prima parte di autunno, se le amministrazioni dei comuni colpiti dalla continua caduta di sabbia vulcanica di questa estate non avessero provveduto a rimuoverla?” A chiederlo il segretario regionale del Partito Democratico, Anthony Barbagallo, e la segretaria del PD etneo Maria Grazia Leone.

Gli esponenti DEM hanno evidenziato che, in questo momento lo Stato non “ha stanziato un solo euro sulla raccolta sabbia e la Regione Siciliana ha stanziato 3 miseri milioni, a fronte di una spesa sostenuta dai Comuni e rendicontata, superiore a 10 milioni di euro”. Barbagallo e Leone hanno sottolineato il fatto che i comuni colpiti hanno speso cifre importanti senza alcuna copertura di spesa: “Questo vuol dire che se non arriva nel più breve tempo possibile un intervento dello Stato, questi interventi di cura e tutela del territorio si trasformeranno in ‘debiti fuori bilancio’ e quindi in un vero e proprio cataclisma finanziario per gli enti ”, proseguono Barbagallo e Leone.

“Ci sono Sindaci che hanno speso quasi un milione di euro senza avere copertura finanziaria e non per capriccio, non per imprudenza, ma perché se avessero atteso aiuti e garanzie dallo Stato e dalla Regione la sabbia sarebbe stata oggi ancora lì e con le piogge di questo avvio di autunno il disastro sarebbe stato inevitabile. Le Amministrazioni hanno bisogno di aiuto subito, le ditte che hanno lavorato per la rimozione della sabbia, e che hanno anticipato costi di manodopera e carburante, iniziano giustamente a fatturare e domani potrebbero pretendere pagamenti che i Comuni in questo momento non possono affrontare”, aggiungono.

“E’ evidente che chi non ha mai vissuto il problema della sabbia vulcanica potrebbe essere portato a sottovalutarne la portata e le conseguenze che riguardano la sicurezza, ma da chi conosce bene la situazione questo immobilismo è insopportabile. Il Ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci, vada a vedere coi suoi occhi gli interventi fatti, venga a sentire i Sindaci, misuri il polso dell’ennesima emergenza nell’emergenza e batta un colpo. Il Ministro, il problema lo conosce, è Catanese. Anche se, evidentemente, fa di tutto per farcelo dimenticare”, concludono Barbagallo e Leone.

Cronaca

A18, incidente tra Giarre e Fiumefreddo, coinvolta una cisterna di gasolio, traffico a rilento

Il conducente del camion ha riportato lievi ferite ed è stato trasportato all’ospedale di Giarre dal personale del 118

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Incidente stradale sull’A18 tra Giarre e Fiumefreddo nella mattinata di oggi poco dopo le ore 10: coinvolta nel sinistro una cisterna di gasolio. A tal proposito sono intervenuti i pompieri del distaccamento di Riposto per mettere in sicurezza i mezzi. Nello scontro sono rimasti coinvolti un’autovettura e un mezzo pesante adibito al trasporto di gasolio.

I vigili del fuoco hanno provveduto a mettere in sicurezza i veicoli, evitando ulteriori rischi dovuti alla presenza del carburante.  Il conducente del camion ha riportato lievi ferite ed è stato trasportato all’ospedale di Giarre dal personale del 118.

L’autostrada è rimasta transitabile su una sola corsia, in attesa dell’arrivo di un’autogru privata e di un mezzo per il travaso del gasolio dalla cisterna incidentata. Sul posto anche la Polizia Stradale e i sanitari del 118 per i rilievi e l’assistenza.

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Cronaca

Paternò, arrestati due giovani per spaccio di stupefacenti e detenzione arma clandestina

Rinvenuti all’interno di una casa di via Circumvallazione oltre 450 grammi di droga, una somma di 2300 euro in contante nonché un fucile a canne mozze modificato

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I militari dell’Arma del nucleo operativo della compagnia di Paternò hanno arrestato due soggetti, di 25 e 20 anni, entrambi residenti a Paternò, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione illegale di arma da fuoco clandestina.

L’operazione ha preso avvio da una indagine che ha portato a individuare un’abitazione situata in via Circumvallazione, segnalata per un anomalo andirivieni di giovani. I carabinieri hanno, quindi, disposto un servizio di “osservazione” , notando l’arrivo di un’autovettura di piccola cilindrata, dalla quale sono scesi due individui. Uno di loro ha aperto la porta dell’immobile con una chiave, seguito subito dopo dal complice.

I militari hanno deciso di entrare in azione non appena il 25enne, già noto alle forze dell’ordine per reati in materia di rapina aggravata e porto abusivo d’arma, è uscito dall’abitazione. L’uomo è stato immediatamente bloccato, mentre contestualmente altri militari hanno fatto irruzione all’interno dei locali, sorprendendo il 20enne, anch’egli già conosciuto per reati legati agli stupefacenti.

L’immediato controllo ha permesso di scovare, nel soggiorno dell’immobile, 442 grammi di marijuana, suddivisi in 14 confezioni pronte per la vendita, 4 grammi di cocaina in pietra e 13 grammi della medesima sostanza in polvere, suddivisi in 7 involucri termo sigillati.

Inoltre, all’interno di un cassetto è stata trovata e, naturalmente, sequestrata la somma in contanti di oltre 2.300 euro, ritenuta provento dell’attività di spaccio.

Nel bagno dell’abitazione gli investigatori, occultata sul piatto doccia, hanno scoperto un’arma da fuoco clandestina, precisamente un fucile a canne mozze artigianalmente modificato, privo di matricola e di qualsiasi segno identificativo, accompagnato da 5 cartucce calibro 16.

Con il taglio delle canne e del calciolo, l’arma acquista una marcata pericolosità per la maggiore capacità lesiva e, al contempo, una notevole facilità di occultamento, rendendola particolarmente adatta a un impiego rapido e offensivo. Sequestrati, inoltre, tre bilancini di precisione perfettamente funzionanti e ulteriore materiale per il confezionamento delle dosi, tra cui bustine in plastica, nastro adesivo, cellophane e forbici. I due sono stati rinchiusi in carcere.

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