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Cronaca

Catania, ristorante asiatico sotto la lente di ingrandimento della Polizia

Comminate multe per 100 mila euro. Diversi i lavoratori in nero e le carenze igieniche e strutturali riscontrate

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Attività di ristorazione del catanese sotto la lente d’ingrandimento della Polizia di Stato. Al centro dei controlli, la verifica delle autorizzazioni previste per la vendita di alimenti, nonché la tracciabilità e la genuinità degli stessi a tutela della salute dei consumatori e il rispetto della normativa in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. Nello specifico, gli agenti, hanno controllato un ristorante di cucina orientale, luogo in cui sono state contestate numerose irregolarità e sanzioni di importo particolarmente elevato. Al momento dell’arrivo dei poliziotti, attorno alle 20, alcuni dipendenti hanno tentato di allontanarsi, venendo subito bloccati. Facile da ipotizzare il perché del tentato allontanamento: lavoravano in “nero”. Inoltre, il Corpo Forestale e i medici del servizio veterinario dell’Asp hanno concentrato la loro attenzione sugli alimenti, sequestrando 200 kg di prodotti alimentari privi di tracciabilità; trovati inoltre numerosi alimenti scaduti e pronti per essere cucinati e somministrati agli ignari clienti. Nello stesso locale, è stata riscontrata la mancata indicazione della tabella degli ingredienti nel menù e la presenza di bottiglie contenenti olio alimentare senza il previsto sistema anti-rabbocco. Il servizio di prevenzione ambienti di lavoro ha anche appurato che l’impianto elettrico non era a norma, data la presenza di cavi scoperti in diversi punti del locale e la manutenzione degli ambienti si presentava non idonea a garantire la sicurezza dei lavoratori. I bagni non erano a norma, non era presente il locale spogliatoio e in generale le condizioni igienico sanitarie erano precarie. Altresì è stata appurata l’assenza della segnaletica e delle lampade d’emergenza, la presenza di estintori non manutenuti e la cassetta di pronto soccorso era priva del contenuto minimo previsto dalla legge. Per tutto questo, al titolare del locale, sono state comminate sanzioni per un importo complessivo di 100 mila euro con la sospensione dell’attività imprenditoriale nel caso in cui non verranno assunti regolarmente i lavoratori.

Cronaca

Catania, arrestato 44enne, rapina farmacia, dentro registratore di cassa solo 20 euro

L’uomo, una volta arrestato, ha ammesso le proprie responsabilità, dichiarando ai poliziotti di aver usato i 20 euro per pagare un debito contratto con un pusher per l’acquisto di droga di cui ha dichiarato di fare uso.

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Si è presentato in una farmacia di via Plebiscito come un cliente qualunque per poi, all’improvviso, passare dall’altra parte del bancone e tirare fuori una bottiglia in vetro rotta, minacciando la farmacista per farsi consegnare il denaro presente in quel momento in cassa.

Tutto ciò davanti ad una cliente, in attesa di ricevere il farmaco richiesto. Al rifiuto della dottoressa, il rapinatore, un catanese di 44 anni, ha nuovamente puntato il collo di bottiglia contro la farmacista, che, a quel punto, ha aperto il registratore di cassa. L’uomo ha, quindi, arraffato le banconote presenti in quel momento, appena 20 euro, per poi andare via.

Negli stessi attimi, è stato chiesto su linea di emergenza l’intervento della Polizia di Stato, fornendo alla Sala Operativa della Questura tutti gli elementi utili per individuare il rapinatore.

In zona si trovavano i Falchi della Squadra Mobile che hanno subito raggiunto la farmacia, acquisendo le immagini dei sistemi di videosorveglianza, riuscendo a ricavare un preciso identikit dell’uomo, che peraltro ha agito a volto scoperto.

Inoltre, grazie alle testimonianze raccolte e all’analisi incrociata di altre immagini registrate dagli impianti presenti nella zona, i poliziotti sono riusciti a ricostruire gli spostamenti del rapinatore verso via Cristoforo Colombo e ad avviare le ricerche lungo le possibili vie di fuga che avrebbe potuto seguire per far perdere le proprie tracce.

I Falchi della Squadra Mobile hanno così intercettato il rapinatore, in una strada limitrofa a via Plebiscito, dove è stato bloccato e arrestato in flagranza per il reato di rapina aggravata. L’uomo, 44enne catanese, ha ammesso le proprie responsabilità, dichiarando ai poliziotti di essersi disfatto del collo di bottiglia rotta nel tragitto e di aver usato i 20 euro per pagare un debito contratto con un pusher per l’acquisto di sostanza stupefacente di cui ha dichiarato di fare uso.

Informato il PM di turno, per l’uomo è stata disposta la misura cautelare della custodia in carcere in attesa del giudizio di convalida davanti al Gip. Il Giudice ha convalidato l’arresto e ha disposto nei confronti del 44enne l’obbligo di dimora e l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.

 

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Cronaca

Biancavilla, condanne con l’ordinario per 5 persone coinvolte nell’inchiesta “Città Blindata”

Gli imputati sono stati condannati anche a risarcire il danno al comune di Biancavilla che si è costituito parte civile. Il valore del risarcimento dovrà essere calcolato dal giudice civile

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Arrivano le condanne col rito ordinario, dopo quelle inflitte con l’abbreviato, per cinque persone indagate nell’ambito dell’inchiesta antimafia “Città Blindata”, messa in atto nel febbraio del 2019 dalle forze dell’ordine e che portò all’arresto di 16 persone, infliggendo un duro colpo al clan “Toscano- Mazzaglia- Tomasello” attivo sul territorio di Biancavilla.

A darne notizia il sito “LaSicilia.it”. Tra i condannati c’è Fabio Amoroso, il figlio di Pippo “l’avvocato”, che invece ha affrontato il rito abbreviato del procedimento penale. Le condanne con l’ordinario sono state inflitte dal collegio presieduto da Grazia Anna Caserta: Fabio Amoroso condannato a 15 anni e 6 mesi; Marco Battaglia 11 anni e 50.000 euro di multa, Giovanni Carciotto 17 anni e 3 mesi, Massimo Merlo 13 anni e 3 mesi, Placido Ricceri 15 anni e 3 mesi. Carciotto è stato assolto dal reato di associazione mafiosa.

Gli imputati, si legge nel sito “LaSicilia.it”, sono stati condannati anche a risarcire il danno al comune di Biancavilla che si è costituito parte civile. Il valore del risarcimento dovrà essere calcolato dal giudice civile. Il Tribunale ha interdetto dai pubblici uffici i cinque condannati. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni. Solo dopo gli avvocati difensori decideranno se ricorrere in appello.

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